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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Il candidato sindaco Abate e la mafia.

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Una cosa è sicura: questo candidato sindaco di Castelvetrano Abate, al contrario di quanto a prima vista certe sue affermazioni sembrano suggerire, non è un mafioso.  Se lo fosse sarebbe un mafioso rivoluzionario, magari a sua insaputa, uno che romperebbe una plurisecolare tradizione della mafia: non apparire, negare l'esistenza dell'organizzazione di cui fanno parte, negare di farne parte, non venire allo scoperto, non rivendicare mai le azioni criminali che compiono. Se fosse un mafioso si atterrebbe a tutti quei precetti, non ad uno solo: negare che la mafia esista. È impossibile che sia un mafioso: avete mai visto un mafioso che, pubblicamente su media e giornali in campagna elettorale, invita un pentito di mafia a pentirsi di essersi pentito? Avete mai visto un mafioso che si scaglia contro le forze dell'ordine affermando che “ non è giusto che voi, che state lottando in questo momento la criminalità, andate a condannare un paese, un territorio intero per cer

La Sinistra Italiana e Israele 4

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Quindi che cosa c'è di attraente per un giovane di Campobello nella causa Palestinese? La passione, il fanatismo, lo sprezzo della vita, propria e altrui, la perseveranza, la resistenza? Il cervello in bianco e nero di chi vive in stato di guerra permanente, il cervello pulito e prosciugato di chi si fa esplodere al mercato? Il modo in cui le donne vengono considerate nel mondo musulmano? Che cosa? L'assetto politico che Hamas ha dato alla Gaza Strip? La politica economica di Hamas? Il suo concetto di democrazia? Il successo e il progresso che finora sono miseramente venuti a mancare? La loro incapacità di sollevarsi da un condizione di miseria che, per la verità, è comune a tutte le popolazioni arabe? Una miseria che gli arabi si sono inflitti da soli. Non possono accusare nessuno del fatto che enormi masse di arabi vivono nella miseria nonostante siano, per petrolio, tra i paesi più ricchi al mondo. Possono ringraziare solo le classi dirigenti arabe, che da sempre s

La Sinistra Italiana e Israele 3

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Acclarato che con una guerra di eserciti non l'avrebbero mai spuntata contro Israele, i Palestinesi ricorsero allora a quella che si sarebbe rivelata la loro specialità, anche se neanche quella efficace, apparentemente: il terrorismo. Il terrorismo più abbietto, più crudele. Non contro un esercito o una base militare o un quartier generale dei nemici. No. In una piazza del mercato affollato di inermi e incolpevoli cittadini, in un autobus pieno di gente che va al lavoro, in una discoteca gremita di giovani che si divertono. Assolutamente ignobile. Che poi è il tipo di terrorismo adottato dagli estremisti islamici nella loro insana guerra a se stessi e al mondo intero. Poi viene l'ingenuo che, a questo punto, mi pone la domanda, secondo lui risolutiva della diatriba: “...e allora Felice Orsini e i patrioti italiani erano terroristi?” Eh, sì! hai scoperto l'acqua calda. Certo che erano terroristi. Soltanto che la loro causa fu vinta e poterono esser acclamati c

La Sinistra Italiana e Israele 2

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Quindi che cosa spinge una donna Castelvetranese, cresciuta a pane e democrazia, allevata a cartoni della Disney, educata al cinema Americano, che magari tutta la vita ha ascoltato e ballato musica Americana o Inglese, che si è da poco liberata dalla schiavitù della parte araba che c'è in ogni siciliano (gli abiti neri lunghi fino al suolo, la sciallina per coprire la testa della donna, la  segregazione in casa delle siciliane, il delitto d'onore), che cosa, dunque, la spingerebbe ad abbracciare una causa di un popolo cosi lontano e così diverso, socialmente, culturalmente e politicamente? La Sinistra europea considerò la nascita dello Stato di Israele come “una doverosa presenza di una democrazia in un mare di nazioni dominate da un tribalismo medievale”. Tutto cominciò nel 1956 quando l'URSS e i paesi dell'Est abbandonarono la loro politica favorevole a Israele per una a sostegno dei paesi arabi che in quel momento

La Sinistra Italiana e Israele 1

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Ieri mi è capitato di battibeccare con un paio di filopalestinesi, di cui mi ha colpito la difficoltà di articolazione di un concetto in difesa della loro idea: spesso nella testa dei fanatici invece che pensieri si affollano solo “slogan” che non riescono a portare a sintesi..  Prendendo lo spunto da un post che recitava:” Vedere Roberto Saviano a Palermo che parla di mafia.. e pensare che questa persona giustifica i crimini perpetrati dallo Stato di Israele (apartheid, pulizia etnica, torture, omicidi, torture psicologiche) mi dà i brividi .... Perché non si può condannare il tritolo mafioso mentre si giustifica il fosforo bianco israeliano” Ho ribattuto: “ Invece ai terroristi palestinesi che da cinquant'anni devastano la regione e tengono il loro proprio popolo e, soprattutto, le loro donne, in condizioni di inferiorità e di inciviltà politica e culturale, noi di "sinistra" possiamo perdonare tutto!!!” Anch'io parlerei bene di Israele, dove convivono pa

Peppino Impastato, il "fool" scespiriano.

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"Il "fool" scespiriano che ha combattuto la mafia con le denunce, l'ironia e il cabaret. E senza l'aiuto delle istituzioni" (Bruno Giurato) Peppino Impastato mi provoca sentimenti diversi Da un canto mi ricorda lo scetticismo con cui ho sempre guardato alla capacità di chiunque di distaccarsi, allontanarsi o affrancarsi del tutto dalla propria famiglia, intesa come biologia, storia, cultura, tradizione, valori e disvalori, educazione. Insomma "la mela non cade mai molto lontano dall'albero".  Peppino Impastato mi ha smentito totalmente: poteva limitarsi, e sarebbe stato pur sempre ammirevole, a una intima dissociazione dalla "mafiosità" della sua famiglia e campare molto più a lungo. Invece ha scelto di fare della lotta al "cancro della società siciliana" la priorità nella sua vita.  È stato "il più donchisciottesco tra i donchisciotte che hanno mosso guerra a Cosa Nostra.(B.G.)"  Se non si riserva la propri