"Il "fool" scespiriano che ha combattuto la mafia con le denunce, l'ironia e il cabaret. E senza l'aiuto delle istituzioni" (Bruno Giurato)
Peppino Impastato mi provoca sentimenti diversi
Da un canto mi ricorda lo scetticismo con cui ho sempre guardato alla capacità di chiunque di distaccarsi, allontanarsi o affrancarsi del tutto dalla propria famiglia, intesa come biologia, storia, cultura, tradizione, valori e disvalori, educazione. Insomma "la mela non cade mai molto lontano dall'albero". Peppino Impastato mi ha smentito totalmente: poteva limitarsi, e sarebbe stato pur sempre ammirevole, a una intima dissociazione dalla "mafiosità" della sua famiglia e campare molto più a lungo. Invece ha scelto di fare della lotta al "cancro della società siciliana" la priorità nella sua vita. È stato "il più donchisciottesco tra i donchisciotte che hanno mosso guerra a Cosa Nostra.(B.G.)"
Se non si riserva la propria ammirazione per queste persone e allora per chi?
D'altro canto mi rattrista vivere in un posto, dove combattere per una società giusta richiede un coraggio da eroi. Mi rattrista che occorra il sacrificio di vita umane per rassicurare e non spegnere le speranze di quelli che, come me, di coraggio hanno solo quello dei piccoli gesti.
Sì, bisogna essere degli eroi, in una società come la nostra, per mettersi contro la mafia. Perché farlo significa mettersi anche contro le istituzioni che di mafia sono permeate e infiltrate.
Fu ucciso più volte Peppino: "Alla morte si aggiunse la dannazione della memoria. Fu diffusa la voce che si era suicidato preparando un attentato, come Feltrinelli. Nel polverone dei mesi successivi all’affaire Moro, la notizia sembrò vera: anche il Pci ebbe cura di evitare di compromettersi difendendolo" (Bruno Giurato)
Capito? Etichettato come terrorista.
E poi fu ucciso ancora con il depistaggio operato dai "servitori dello stato". Iscritti nel registro degli indagati di una indagine, che va avanti dal 2011, sulle manovre messe in opera dai carabinieri dopo l'omicidio di Impastato ci sono quattro militari dell’Arma che parteciparono alle perquisizioni in casa Impastato dopo l’omicidio: il generale Antonio Subranni per favoreggiamento, Carmelo Canale, Francesco De Bono e Francesco Abramo per falso.
E poi ucciso ancora, giorno dopo giorno, durante tutto il quarto di secolo occorso per condannare i mandanti.
E viene ucciso ogni santo giorno da chi si infastidisce a sentire parlare "sempre di Mafia", da quelli che vorrebbero tenerla sotto il tappeto come la polvere delle loro case, da tutti quelli che... "però abbiamo il mare, Selinunte e il pane nero e va bene così". No, che non va affatto bene!
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Sono stati acqua pura in una terra dura.
RispondiEliminaL'acqua per infiltrare a fondo deve essere tanta, da noi piove poco e troppo repentinamente smette.
Quando a volte capita che piove un po di più la pioggia non riesce a penetrare, arriva in fretta al mare e ridiventa sale.
Per quel che può valere, il nuovo programma di insegnamento della lingua italiana approvato da Edexcel per gli studenti di scuola media superiore (livello advanced) in Inghilterra include anche il film di Marco Tullio Giordana "I Cento Passi" che racconta la vita e l'uccisione da parte della mafia di Peppino Impastato. La mafia, del resto, è un aspetto importante del programma di insegnamento. Fuori dall'Italia c'è chi ricorda e onora la memoria di Giuseppe Impastato.
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