La favola dei "grani antichi".




Oggi facciamo un po' di debunking. Debunking è la traduzione italiana dell'inglese debunking. È una attività piuttosto difficile e pericolosa, perché comporta esporre al pubblico ludibrio credenze, leggende metropolitane, bufale, convinzioni sedimentate, sebbene mai approfondite.
Il debunking consiste nello smontare scientificamente le falsità.
Un numero grande di persone che da qualche anno si sono lasciati trasportare dal fascino di favole moderne potrebbero risentirsi. Me ne farò una ragione.

Voglio parlare del mito, della leggenda dei "grani antichi", attorno alla quale il marketing degli ultimi anni prospera.
Il web è pieno di fogliacci di disinformazione travestiti da giornali,
come "amoreterrapuntocom" o "inuovivespri" o "ilsalvagente" o "saperepotere".
Naturalmente non bisogna guardarsi solo dalle bufale in senso stretto. Ci sono anche le notizie che in sé non sono false, ma sono falsi i toni esagerati e forzati i titoli.
È il caso di una notizia che risale all'inizio del 2016 sulla "sfida" che i coltivatori siciliani avrebbero lanciato, nientepocodimenoche, alle multinazionali delle sementi. Non solo "sfida" viene definita ma anche "rivoluzione" la decisione di una settantina di produttori di grano riunitisi nell'associazione "La simenza" di seminare "grani antichi."

"Ufficialmente sono 500 ettari ma c'è chi parla di 3000 ettari" Questo è l'incipit della notizia del 2016 che in questi cinque anni è stata proposta e riproposta milioni di volte, sempre uguale sempre la stessa e con varie date. L'ultima data è di gennaio 2020, ma è la stessa identica notizia con gli stessi numeri "ufficiali", 500 ettari, e gli stessi "c'è chi parla di 3000". Anche il nome degli "autori" cambia sotto lo stesso articolo. Una volta è di Eles, l'altra di Marco Angelillo, un'altra di Agnese Tondelli e così via.
Cosa c'è che non va in questa notizia a parte che è vecchia? Una notizia vecchia si riprende quando ci siano stati degli sviluppi, invece a noi non è dato di sapere che n'è stato della "rivoluzione" e com'è finita la "sfida". Sono cadute le teste delle multinazionali o quelle dei semenzari locali? I settanta produttori di grano hanno continuato a seminare "grani antichi" anche negli anni successivi, hanno aumentato l'ettaraggio di coltivazione? Si sono ricreduti e sono tornati ai "grani moderni"? Non si è saputo più nulla.
Sarebbe niente se non ci fosse alla base della notizia un ribaltamento della verità scientifica e storica. I grani antichi non sono affatto antichi. I grani "moderni" che avrebbero la pretesa (impossibile) di sostituire sono più antichi dei "grani antichi". Il grano tenero, che secondo alcuni di questi "scienziati" ce l'hanno portato gli extraterrestri, è vecchio di qualche migliaio di anni mentre il Senatore Cappelli ("grano antico") è stato selezionato nella prima metà del secolo scorso. Per non parlare del Kamut che ha una piccola R (marchio registrato) accanto al nome e che non è affatto una varietà di grano ma un marchio commerciale.

Ma a noi piacciono le favole, specie quelle che fanno apparire la nostra Sicilia come il paradiso in terra. E ci caschiamo, ignoranti e laureati, insegnanti e consumatori. Tutti questi grani antichi che sono solo "vintage", da collezione, vecchi di nemmeno un secolo, sono stati abbandonati perché di qualità inferiore per la panificazione, per la bassa resa, perché si possono solo usare in miscela con altre farine migliori (grano duro e grano tenero),ché altrimenti darebbero un pane immangiabile per consistenza e gusto. Noi a Castelvetrano abbiamo l'esempio illuminante del pane nero che solo al 20 per cento è Tumminia (o Timilia) e tutti sappiamo che metterne di più darebbe un pane immangiabile. 
Non ho niente contro la coltivazione di questi grani, venduti a caro prezzo, purché non vengano definiti "antichi" ché antichi non sono. E l'unica cosa che mi sento di dire in loro favore è che coltivarli aiuta la conservazione della biodiversità. Nient'altro!!


Ma io non sono né pretendo di essere un divulgatore scientifico, un lavoro che lascio fare a chi ha più titolo di me.
È per questo che per approfondimenti vi posto dei link utili, a cominciare dal video youtube dell'esauriente storia dei grani di Dario Bressanini: 



E per chi volesse andare più a fondo il link (il primo) a un articolo che dice senza alcuna vergogna tutte le bugie più tipiche sui grani antichi e, di seguito, quelli che smontano la narrativa fasulla.







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