Uomini sandwich.







Nell'ambito di questi gruppi nazional-autarchici, di cui parlo nella nota pubblicata sul mio blog oggi qui, un posto a parte merita quello, a cui un mio caro amico mi invita ad iscrivermi da anni, di "Fiat Panda a Metano".
Un posto particolare perché, tradendo il sottinteso "amor patrio", fa pubblicità gratuita ad un marchio americano di proprietari americani, che non pagano le tasse in Italia, hanno la sede fiscale ad Amsterdam, e di italiano hanno solo gli aiuti pubblici che il nostro stato si ostina a concedergli. 

Un marchio appartenente a quella categoria di Liberali, unica nel panorama mondiale, che ritiene che i profitti siano del padrone mentre i debiti di tutti. Un modo originale di aggirare la dottrina liberale del rischio di impresa. Profitti miei, rischio di tutti.
Non ho niente contro la Panda, americana o italiana che sia. Se non mi piace non la compro e non sarà certo un finto gruppo di possessori di Panda, creato da Elkan e co., a convincermi. Se proprio volessi abboccare all'amo del nazionalismo direi "Prima europeo e poi, forse, americano". Una bella volkswagen o una peugeot o una bmw e così via.
Ma, anche volendo salvare la vostra buona fede, mi chiedo qual è il gusto che trovate a pubblicizzare volontariamente, come dei poveri uomini sandwich, il marchio di una fabbrica che nel prezzo a cui vi vende la macchina include anche la sua promozione. Quindi voi pagate due volte la pubblicità dell'auto che avete o volete acquistare. Perché? Perché vi umiliate in questo modo?

Io compro Mondo, anche siciliano.


 
 
Invito i miei amici a non invitarmi a iscrivermi a gruppi fascio-autarchici, pseudo-patriottici, provinciali, di meschino tribalismo, spie del deteriore siculo familismo.
Non sono interessato a gruppi che scimmiottano il "Prima gli italiani" del "preculturale" capo dei fascisti.
Gruppi che declamano "IoComproSiciliano", sottintendendo che chi non lo fa è una merda.
O peggio, in modo perentorio, ti ordinano "MangiaSiciliano" o "CompraSiciliano" sennò sei un traditore.
È evidente la ristrettezza mentale che sta dietro a queste spinte nazionalistiche, di rivendicazione identitaria, che si snodano giù dal "Prima gli Europei", lungo il "Prima gli Italiani" e giù per "Prima il Nord" fino al "Prima la Sicilia" e "Prima Milano" per arrivare al "Prima la mia famiglia" che sottintendono un "E gli altri si fottano"!
Traspare da questo fasullo tentativo di affermazione identitaria più che una legittima e serena affermazione di un "Io insieme con Te", una rancorosa aggressività nei confronti degli altri, un "Io contro di Te".
Il tentativo di affermare "Noi siamo meglio di voi!".
Io mi sento, in primo luogo, un umano abitante del mondo, che se stasera decide può, senza sentirsi in colpa con nessuno, farsi un riso alla cantonese, o un goulasch ungherese, una grigliata all'americana, o gustare un formaggio francese o le salsicce toscane.
Solo dopo mi sento europeo, italiano, siciliano e castelvetranese. Noi come individui veniamo dopo la famiglia, ultimi. Certo, l'evocazione della famiglia provoca i pruriti dello stomaco più profondo, comprensibilmente dato che è la cosa sacra per ognuno. Immaginate di vedere un film catastrofico in cui il mondo è in procinto di essere distrutto e ad un uomo viene posta la scelta consentire la distruzione del mondo o salvarlo rinunciando, però, alla salvezza della sua famiglia. Cosa per quale opzione propendereste. Chi preferireste? L'uomo piccolo che salva la sua famiglia e distrugge il mondo? O l'eroe che salva il mondo sacrificando se stesso e la sua famiglia?
Oppure pensate a una famiglia di criminali, in cui ai figli si presenta la scelta tra la criminalità della sua famiglia e una presa di distanze dalle azioni criminali dei genitori? Per quale soluzione tifereste?
Se anche solo alcuni di voi hanno dato la seconda come preferibile, ciò è dovuto al fatto che, al contrario degli animali, la cui scala di valori è rovesciata (io, la mia famiglia,il branco su su fino a tutti gli altri), noi siamo dotati di cervello che ci dona la consapevolezza di noi stessi, che ci fornisce di una coscienza, della capacità di distinguere il bene dal male, che provengano da noi stessi o dal fratello o dal cugino o dall'estraneo. Lo stesso cervello che ci permette di essere altruisti. Quell'altruismo che è alla base dell'insegnamento delle mille religioni del mondo. 
 
Io compro Mondo, anche siciliano.

La lagna delle "competenze" dei politici





Chissà quando gente che si professa di sinistra la smetterà con questa lagna della "competenza" dei politici? Chissà?
Come fanno a non rendersi conto che questa sciocchezza che predicano, sulla cui base condannano i cinquestelle oggi, è un cosa di destra estrema? Mancanza di competenza che, però, non hanno mai contestato a nessuno ieri (Razzi, Casellati, Carfagna, lo stesso Berlusconi, Francesco Speroni, Maurizio Gasparri, Mario Borghezio, Cesare Previti, Stefano Caldoro, Carlo Giovanardi, Gianfranco Miccichè, Antonio D'Alì, Jole Santelli, Claudio SCAJOLA,  Letizia MORATTI, Francesco STORACE, Cesare Cursi,  Domenico Di Virgilio, Domenico Zinzi, Rocco BUTTIGLIONE, Antonio Martusciello, Nicola Bono, Mario Pescante, i quali di competenza neanche a cercarla col lumicino. E infine, ma non ultimo, Salvini che competenze ha? Di gastronomia regionale italiana? E basta per ricoprire il delicato ministero dell'interno? 

E che competenza avevano quelli delle giunte castelvetranesi negli ultimi settant'anni? Se intendono competenze che derivano loro dall'esercitare un mestiere, una professione, di solito avvocati che non riescono a fare gli avvocati, medici che non sanno fare i medici e, forti del voto dei pazienti, si danno alla politica, allora sapranno, se sono di sinistra, che questa è l'aberrante idea dei fascisti, dei conservatori governi tecnici: però, tecnici a modo loro, Medici alla sanità, bocconiani e confindustriali all'industria, datori di lavoro al Lavoro. Ma che ne può sapere uno che sa soltanto dare dei punti di sutura della Sanità più di un suo paziente? E un professore, che conosce Dante a memoria, della giusta organizzazione della scuola. E un industriale che idea può avere del tipo di organizzazione del lavoro, delle necessità industriali di un paese se non quelle che fanno comodo alla sua parte sociale. Perché non un operaio che di lavoro se ne intende davvero sulla sua pelle? Mandiamo uno studente alla scuola? 


 

E alle partecipazioni statali chi mandiamo? I partecipatori statali? E ai rapporti con l'Europa chi mandiamo? C'è una professione che ti dà competenze sui rapporti con la confederazione? E quale professione ti dà le competenze per gestire la Difesa? Ci mandiamo un Generale dell'esercito? O un soldato? E alla giustizia? Un giudice? Un PM? Un avvocato? All'Interno Un carabiniere? 
Ma come non vi rendete conto che è un'idea fascista dello stato? Ai ministeri ci vanno persone terze, non coinvolte, senza conflitti d'interesse, i cittadini, cioè. Anche cittadini senza competenze specifiche, purché abbiano delle idee di società. 
Gli eletti e i ministri non devono fare il lavoro che spetta alla burocrazia, nel senso buono del termine. I ministri non devono redigere progetti, scrivere protocolli, sostituirsi agli amministratori che sono lì proprio per ricevere gli indirizzi politici e pensare alla parte tecnica di queste idee guida. La democrazia nacque per questo. Per evitare che, come ai tempi dello statuto albertino, a governare siano solo i ricchi che non possono che fare esclusivamente i loro interessi. Per questo furono istituiti in democrazia i giusti compensi e, perché no, privilegi dei deputati. Per permettere anche a quelli che per censo economico non potevano permetterselo, di dire la loro sul governo del paese. 
Il loro ragionamento somiglia a un "comma 22" Solo chi ha competenza può governare, ma solo chi ha già governato ha acquistato le competenze, quindi chi non ha mai governato non potrà mai governare. È questo il cane che si morde la coda. Quindi in politica non ci possono essere new entry, perché solo il vecchio ha l'esperienza. No! In democrazia non funziona così. 



L'amministrazione burocratica di una democrazia, che sopravvive ai vari governi che si succedono al ritmo di ogni qualche anno, a questo serve. 
Un assessore novello  arriva al governo con le sue idee su questo o quell'altro problema, e non deve preoccuparsi degli aspetti tecnici, la cui competenza spetta ai dirigenti comunali, i quali, sì, devono avere le necessarie "competenze" per tradurre le idee guida dell'assessore in concreti atti amministrativi. La competenza della burocrazia amministrativa è quella che conta. Se manca, nessuno, neanche superman, può governare. 
L'importanza della burocrazia amministrativa è tale che spesso può determinare il successo o il fallimento di un governo, locale o nazionale. Può essere determinante per incapacità o, più spesso, credo, per sabotaggio strisciante. Ho un mezzo sospetto che a Castelvetrano sia quello che sta succedendo. I cinque stelle non sono riusciti, per qualche motivo, a ingraziarsi la burocrazia comunale.
In conclusione, spero che sia chiaro dal mio ragionamento che la storia della "competenza" è una roba tutta "fascista". 

Un politico non si giudica dalle competenze, ma dalle idee di società che propugna e vuole realizzare.
Altrimenti secondo questa idea noi avremmo potuto votare solo per Calogero Martire, La sfinge muta e competente. Ma competente de che?













Gente che apprezza quotidianamente ciò che scrivo, non appena il mio linguaggio colorito colpisce vicino a casa loro






    Ripubblico questo vecchio post perché contiene piccole verità sull'arroganza imperante e sui modi violenti con cui viene applicata da persone che ritengono di essere, invece, "civili".
Avevo criticato la scelta politica di quattro consiglieri della lista obiettivo città di aderire al movimento Vìa del pluri-indagato e condannato Papania. 
Apriti cielo! Interventi e insulti a gogò da parte di gente laureata, che ha una vita professionale e politica.
Vi ripropongo il post.


Obiettivo città e Vìa. Ennesima puntata. E ultima.

Gente che apprezza quotidianamente ciò che scrivo, non appena il mio linguaggio colorito colpisce vicino a casa loro fanno grigi e conformisti discorsi sulla violenza degli attacchi su facebook. Gli insulti, secondo costoro, per essere accettati, per essere considerati non violenti, basta che non contengano parolacce.
Una ragazzina impertinente, maleducata e arrogante ha l'impudenza di venire a casa mia, senza conoscermi e, solo perché ho criticato "aspramente" senza mai una volta insultare alcuno (sfido chiunque a trovare un solo insulto) la scelta dei quattro alla corte del plurindagato e condannato Papania che fanno capo a un movimentucolo di estrazione forzitaliota berlusconiana che ha scelto il nome di obiettivo città, viene a dirmi:

«Mi dica: lei ha avuto mai le palle di metterci la faccia, di alzarsi le maniche e lavorare per un bene comune e collettivo? Risponda alla mia domanda: lei cosa ha mai fatto a Castelvetrano, qual è il suo percorso politico, quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini? Lo dica; sono curiosa di saperlo».

Questo, secondo costoro che predicano "morbidezza nella lotta politica, non è violenza verbale. Non è scadere nell'invettiva personale. Non è un insulto alla mia vita irreprensibile, onesta, che non ha mai conosciuto compromessi, che ha fatto il suo lavoro apprezzato da generazioni di allievi con la competenza e preparazione e passione come pochi altri!

«Quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini?» osa chiedermi la ragazzina viziata, una che, a giudicare dall'età che dimostra, si è appena affacciata alla vita e ha finora solo studiato grazie ai soldi di papà. Quali azioni da persona per bene ho fatto!!
Questa, secondo i fautori del dibattito politico a tarallucci e vino, non è un linguaggio violento. Non è un'offesa personale a uno che nemmeno si conosce. No, non sono insulti. Questo è soft suasion, dolci schermaglie politiche da persone che conoscono il galateo delle buone maniere. 

Gli si chiede perché tra tutti i politici che esistono in provincia si siano scelti proprio alcuni dal passato "complesso" "pieno di ombre", pluri-indagati, in politica da una vita e loro ti rispondono "Ma lei che ha fatto mai per Cvetrano?" Come se fare qualcosa per il proprio paese significasse fare politica. Come se non sapessimo tutti che da 50 anni a Cvetrano fare politica significa proprio il contrario, depredare il bene comune! Altro che fare qualcosa per il proprio paese.

La bambina che pesta i piedi quando comincia a perdere la testa e il confronto dialettico, minaccia di andare in procura. 
Ha cominciato col chiedermi di togliere una foto di altra persona che per errore avevo allegato al post. "Con ciò, le consiglio di togliere la foto di una persona che non ha nulla a che fare con tutte le cazzate che continua a sparare." Questo è il linguaggio soffice e fine di una signora che mi accusa di "usare un linguaggio volgare e inappropriato", di "non conoscere il galateo e la buona educazione". È così, perbacco, che si dialoga e si dibatte politicamente, secondo la noblesse della moderazione. Questo è il linguaggio giusto.

Ha poi continuato, in un crescendo inarrestabile, a chiedermi di togliere la foto che avevo già tolto, ma lei nella foga non se n'era accorta, a chiedere di togliere la sua foto se no mi denunciava, per finire col chiedermi, addirittura, di togliere tutto il post altrimenti... in procura! Le minacce di querela, si sa, sono il sale del dibattito civile delle idee. Anche Papania aveva cominciato con la minaccia di ricorrere alle "sedi opportune" anche se concludeva con "un invito alla serenità". Su questo la noblesse della politica e dei rapporti civili non ha niente da dire. Vi mostro il crescendo.

Gianna D'Angelo: Franco La Rocca le consiglio di togliere la foto di una persona che non ha nulla a che fare con i suoi discorsi. Uno come lei che conclama tanto il rispetto delle leggi non dovrebbe rasare l’inosservanza delle stesse.

Franco La Rocca: Gianna D'Angelo È quella giusta questa?

Gianna D'Angelo: Franco La Rocca non l’ho autorizzato a pubblicare la mia foto: o la toglie o la querelo immediatamente. Grazie

Tolta subito la foto.

Franco La Rocca: Gianna D'Angelo lei è ridicola, se ne rende conto, vero?

Gianna D'Angelo: Franco La Rocca le ripeto: lei non ha alcuna autorizzazione da parte mia a pubblicare quella foto sulla sua pagina; preferisca se toglierla o trovarsi dentro un’aula di tribunale. Scelga lei.

Franco La Rocca: Gianna D'Angelo Che sta facendo una figura peregrina lo capisce, almeno. L'ho tolta un secolo fa.

Gianna D'Angelo: Franco La Rocca tolga il mio nome e cognome con tutte le sue critiche ( inclusa la frase grande maleducata) perché lei non sta rispettando la legge. Le consiglio di togliere tutto, perché altrimenti domani mi vedrà in procura a fare il suo nome e cognome.

Non voglio giudicare l'italiano gergale che puzza lontano un miglio di pretura e sintatticamente incerto.
Ma sono sicuro che la noblesse forzitaliota giudica questo un linguaggio moderato, ragionevole e civile.

Voi che mi leggete cosa ne pensate?
Sapete cosa i nobili castelvetranesi pensano sia un linguaggio violento, non inclusivo, offensivo?
Indovinate! La stessa identica domanda rivolta a me dalla ragazzina maleducata e da me rigirata a lei:

«Ma lei che minchia ha mai fatto per Castelvetrano per ridurla in questo stato, lei che fa politica? Castelvetrano, davvero, meriterebbe di meglio che questa politica afasica che lei rappresenta. Che minchia ha fatto lei, signora D'Angelo, per Cvetrano? Mi risponda, però. Non mi posti il curriculum, please.»

Avete capito? La discriminante è la parola "minchia". Una parola usata internazionalmente da Milano a New York e che io uso come segno distintivo della mia scrittura. "Minchiate", sia pure "a bassa voce" sono le misere cose che scrivo sul mio blog. Sì sul mio blog, perché a me non mi paga nessuno, meno che mai la politica. Non scrivo sui giornali in livrea di Castelvetrano e nemmeno su quelli dell'opposizione politica. Sono un uomo libero. Libero come pochi a Castelvetrano da condizionamenti politici. Non ho parenti in politica e gli amici politici anch'essi sono stati attaccati, politicamente s'intende, da me.

Ora un'avvocatuzza, abusando della propria professione, minaccia una querela temeraria. Sono quelle querele, le temerarie, vergogna italiana a cui non si è ancora trovato rimedio, che i potenti, i politici, gli avvocati fanno disinvoltamente e abusandone a giornalisti per tappargli la bocca. Tanto anche se perdono non gli succede niente. Mentre il povero blogger, privo di rete di protezione, se perde deve sottostare a salassi chiaramente insostenibili. Le querele temerarie (per saperne di più basta gugolare sul browser, appunto "querele temerarie") sono sempre e soltanto a favore dei politici e dei potenti di turno e servono sostanzialmente, oltre che a dispensare ingiustizie, a intasare le procure per cause perché «Mi ha dato dello stronzo», «Mi ha detto cretina», «mi ha detto che ho un passato "complesso"», «Mi ha definita "grande maleducata"».
Questo è il quadro desolante della libertà di parola. Se uno mette in dubbio la tua onestà, se tenta di toglierti la dignità («Quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini?») è persona civile e ragionevole, se invece un altro scrive "minchia", allora no, non ci siamo: violenza verbale, attacchi personali alla moralità delle persone.
Le mie polemiche, i miei post possono essere irritanti, per via del linguaggio colorito, arroganti per il tono da primo della classe, ma non sono violenza verbale e insulti.
Alla notizia della partecipazione dei quattro obiettivini al Vìa di Papania qualcuno ha commentato "Delusione." Anch'io concludo con "Delusione". Aspettiamo fiduciosi querele.

La signora Gianna D'angelo sostiene che citare il nome di una persona su facebook sia un reato che un giudice a cui lei si rivolgerà punirà.

risposta ai messaggi di Gianna D'Angelo


Gianna D'Angelo
Sig. La Rocca, le comunico che anche se lei ha modificato la privacy del suo profilo, non ha ancora tolto dalla sua pagina il mio nome e cognome, con tutte le frasi diffamanti ed offensive nei miei confronti. Se lei, spontaneamente, non cancella tutto quanto pubblicato sulla sua pagina, con il mio nome e cognome, sarò costretta a denunciarla, poiché Lei sta commettendo un reato. Spero di essere chiara, buona giornata.
3 giu 2020, 12:28
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Gianna D'Angelo
Sig. La Rocca le sue offese alla
mia dignità personale e professionale non mi intimoriscono. È giusto che lei lo sappia.
4 giu 2020, 16:59
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Gianna D'Angelo
Continui pure ad infangare la mia persona e la mia immagine; sarà un giudice a sentenziare se lei sta rispettando la legge oppure no.
4 giu 2020, 17:06
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Gianna D'Angelo
A meno che lei non voglia sentirsi pure magistrato, oltre che professorone
4 giu 2020, 17:13
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Gianna D'Angelo
Mi fa piacere che su Facebook lei, il sapientone, continui a condividere il mio nome e cognome con le offese di a seguito; chissà se lei fosse capace di dirle de visu queste cose, a me.
4 giu 2020, 19:19
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Gianna D'Angelo
Capisco che l’ho colpita nel cuore 🤣❣️ho urtato profondamente la sua sensibilità! 🤣🤣🤣
4 giu 2020, 19:56
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3 giu 2020, 12:28
Gianna D'Angelo
E comunque, a proposito di grammatica italiana volevo ricordarle che D’Angelo si scrive con la D e la A maiuscole e obiettivo con una B.😂😂
4 giu 2020, 19:58
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Gianna D'Angelo
E poi caro professore non si accorge che a commentare i suoi post su di me sono solo 4 gatti? Non si accorge che il clamore che lei vorrebbe innalzare su di me è poca cosa??? Come fa un dotto come lei a prendere in considerazione ciò che scrive una ragazzina maleducata, arrogante, impertinente.....non pensa che lei, da professorone qual si definisce, stia cadendo in basso? Rifletta 😉
4 giu 2020, 20:01
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Gianna D'Angelo
Tuttavia devo ringraziarla per la ragazzina! 😂😂😂
4 giu 2020, 20:07
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Gianna D'Angelo
E comunque a me, da avvocatuzza, piace parlare il siciliano. È più incisivo!
4 giu 2020, 20:10
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La signora Gianna D'angelo sostiene che citare il nome di una persona su facebook dopo che la stessa ha citato il mio innumerevoli volte oltre che insultarmi e offendermi nella mia dignità, sia un reato che un giudice a cui lei si rivolgerà punirà. Chissà che concezione ha della giustizia una che che chiede a un giudice che ha ben altre gatte da pelare di occuparsi di simili sciocchezze. Qualsiasi avvocato coscienzioso sconsiglierebbe qualunque focoso cliente dal prendere questa difficile strada. La signora Gianna d'Angelo ritiene di potermi intimorire con le sue minacce. Signora Gianna d'angelo lei può farsi il giro di tutte le procure del paese. Capisco che nella sua professione per vincere non serve parlare un italiano corretto, ma, certo, aiuterebbe. Chissà se lei "sarebbe capace"? "Sarebbe capace", non "fosse capace". Ma in Siciliano è corretto: "Sa' si ti firassi!"
Me lo dica in un orecchio perché io non dovrei avere il coraggio di dirgliele in faccia le cose che ho scritto. Si fa, forse, accompagnare da un guardaspalle grande e grosso, pronto a picchiarmi? Cosa dovrei avere paura di dirle? Che lei è una grande maleducata? Che lei è una ragazzina impertinente e arrogante? Che parla un Italiano da pretura, sintatticamente e grammaticalmente scorretto?
La prossima volta, prima di cominciare a lanciare improperi contro persone che neanche conosce, prima di offenderle, prima di dire che "sparano cazzate", prima di offendere la dignità delle persone che hanno il solo torto di criticare una scelta politica del "suo" partito, prima di fare figure peregrine e poi pretendere che tutto scompaia solo perché lei minaccia di adire le vie legali, prima di insultare il mio passato limpido, senza ombre, si informi e cerchi consiglio presso qualche anziano. Il suo intervento sul mio post ha solo peggiorato le cose. Non solo quello che, immagino, pretendeva di essere un intervento decisivo si è dimostrato un boomerang politico e professionale, ma ha anche sminuito e svalutato il valore dei suoi Amici di partito. Anche lei, come Papania, pensa che i signori Stuppia, Viola e Martire siano delle belle statuine che non saprebbero spiegare le loro scelte. C'era bisogno dell'intervento del deus ex machina? Il comportamento del signor Calogero Martire è il più incomprensibile di tutti. Capogruppo, capotutto , che, taggato più volte da me, dato che si trova nella lista dei miei contatti (amici?), non solo non si degna di dire una sola parola, ma, sembra, chiede aiuto più in alto, mister afasia.

La signora Gianna D'angelo, della cui esistenza apprendo adesso...

Risposta al commento di gianna dangelo



La signora Gianna D'angelo, della cui esistenza apprendo adesso, ha scritto un commento al post in cui critico la scelta politica di obiettivo città, che potrete leggere nei commenti qui sotto.
Signora Gianna D'Angelo, quindi, secondo lei, un cittadino che non fa politica come lei non fa niente per la propria città? Solo lei e quelli che si dedicano alla politica hanno il diritto di parlare? Il diritto di cittadinanza?
I cittadini che per una vita si rompono il culo a fare il proprio onesto lavoro, a rispettare le leggi, a essere cittadini onesti, attenti anche a quello che succede attorno, non fanno niente per il proprio paese? Le sue argomentazioni sono così strampalate e deboli che non meritano alcuna risposta. La sua domanda la rivolgo a lei e mi risponda per favore: Lei che cazzo ha fatto per Castelvetrano? Se qualcosa ha fatto nessuno se n'è accorto. Per favore, qualcuno mi smentisca, mi dica che per una vita non mi ero accorto che avevamo una cittadina come Gianna D'Angelo che ha salvato Castelvetrano dalla cattiva politica che mi ricordo da sempre a Castelvetrano, dal commissariamento, dal dissesto economico, dalla mafia, dal malaffare. Lei vuole certamente scherzare! Non si possono dire le cazzate vittimistiche che dice lei, pensando di fare un discorso accettabile e di passarla liscia. Come si permette a chiedere a me che cosa ho fatto per castelvetrano? Lei è una grande maleducata. Non sa nemmeno con chi parla. Ma dietro un monitor e una tastiera anche i pusillanimi trovano il coraggio. Imparate a discutere, voi di Obiettivo città, le vostre scelte, invece di insultare e fare le vittime. Spiegate. Facile mettere il broncio e non spiegare un bel niente.
Io non ho mai fatto politica. Già solo di questo sono orgoglioso, visto che da 50 anni a castelvetrano, e non solo, la politica è appannaggio di persone discutibili. E non devo rendere conto a nessuno, meno che mai a una perfetta sconosciuta come lei, di quello che dico e faccio. Lei, invece, che fa politica, sì che deve delle spiegazioni a tutti gli elettori, sì anche a me, purtroppo per lei. La politica è fatta di oneri e onori! Ma voi non siete abituati a discutere, a presentare, a proporre al vostro, sia pure magro elettorato, le vostre idee e intenzioni. Voi non consultate la base per fare delle scelte così importanti come quella di annullarsi in un supermostro provinciale che appoggia altri partiti, diversi dal vostro. Vi riunite nel cucinino della sua abitazione e decidete qualsiasi cosa vi venga in mente. E gli elettori? Veda se nel Pd, un partito vero, sono possibili queste procedure da tinello. Solo un partito finto può fare così.
E le rovescio ancora una volta addosso la domanda che lei impertinentemente e maleducatamente rivolge a me. Ma lei che minchia ha mai fatto per Castelvetrano per ridurla in questo stato, lei che fa politica? Castelvetrano, davvero, meriterebbe di meglio che questa politica afasica che lei rappresenta. Che minchia ha fatto lei, signora D'Angelo, per Cvetrano? Mi risponda, però. Non mi posti il curriculum, please.

Commento di gianna d'angelo al post su Vìa

Commento di gianna d'angelo al post su Vìa.

Sig. La Rocca noto con dispiacere e stupore che negli ultimi giorni ha, palesemente, tentato in tutti i modi, seppur distorti e insolenti, di diffamare e inzaccherare, la scelta politica di Obiettivo Città. Orbene, da componente del direttivo, nonché da candidata alle elezioni del 2017 e a quelle del 2019 nella lista di obiettivo città, mi preme rilevare che tutto quanto da lei dedotto è il frutto di mere illazioni, gravi e pesanti, che difficilmente riesco ad accettare da chi, certamente, approfittando dei social, dietro un monitor ed una tastiera, sta continuando a gettare fango su un gruppo; un gruppo del quale faccio parte da diversi anni e del quale ne vado fiera, perché costituito da persone perbene, e dove il confronto, il dialogo, la libertà di pensiero e di parola, sono garantiti a tutti. Lei, invece, che fa? Costruisce accuse, offese, congetture, insinuazioni al fine di arrivare dove? Mi dica: lei ha avuto mai le palle di metterci la faccia, di alzarsi le maniche e lavorare per un bene comune e collettivo? Risponda alla mia domanda: lei cosa ha mai fatto a Castelvetrano, qual è il suo percorso politico, quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini? Lo dica; sono curiosa di saperlo.
rispedisco a lei le sue offese; ringrazio i miei genitori per avere insegnato a me ( non a lei) l’educazione, il rispetto delle leggi, il sacrificio e il coraggio. Lei ha il dovere morale di far pace con se stesso e di chiedere scusa a me, per ciò che ha scritto e per come mi ha definita. Lei che non conoscendo niente e nessuno, con termini volgari e inappropriati, offende le persone. Con ciò, le consiglio di togliere la foto di una persona che non ha nulla a che fare con tutte le cazzate che continua a sparare.

Il signor Papania ha scritto un commento a un mio post



Il signor Papania ha scritto un commento a un mio post in cui accusavo i quattro consiglieri Martire, Stuppia, Viola e Milazzo di aver fatto una scelta pessima aderendo al suo Vìa.
Signor Papania, con il suo intervento ha mortificato e svalutato i quattro consiglieri ai quali le mie critiche erano rivolte. Lei pensa che non siano in grado di rispondere personalmente delle loro scelte? Pensa che appena fatto l'ingresso alla sua corte abbiano già bisogno di un tutore? Pensa che siano dei burattini nelle sue mani?

Non vedo quali siano le mie affermazioni prive di fondamento. Ma il signor Papania si guarda bene dal dire quali sono. Quanto agli insulti che io elargirei non vedo quali siano né il signor Papania si premura di precisare. Non l'ho minimamente insultato. Ho solo scritto il suo curriculum politico-giudiziario, che si può trovare semplicemente gugolando "papania" sul web. Meno male che ammette che ha commesso degli errori "per i quali le giuste sedi hanno svolto il loro lavoro" (i tribunali).
Con la tipica arroganza di un ex senatore "Lei non sa chi sono io", dice che non è a me che deve spiegare i suoi progetti politici. E se non li spiega agli elettori come me a chi? Agli adepti della sua setta soltanto? Cos'è? Una loggia massonica o un progetto politico democratico che tutti hanno il diritto di conoscere?


Caro Papania i tribunali non sono lì per giudicare i politici. I giudici sentenziano solo sui politici portati alla barra. Sono invece proprio gli elettori che giudicano i politici. E non solo, come pretenderebbe lei, al momento del voto. Sembra che per lei gli elettori possano solo votare e poi stare zitti e muti. Non funziona così! Gli elettori votano e vogliono soddisfazione. Ma che cosa posso insegnare io a un politico di lungo corso come lei, a un vecchio marpione della politica come lei?
Eppure la sua risposta alle mie accuse è di una fragilità pari solo alla sua arroganza. Di una schizofrenia tipica di chi non sa che pesci pigliare: comincia con delle minacce e finisce con un invito alla serenità! Mah!


Lei, signor Papania, ha sbagliato indirizzo se pensa che quattro parole di politichese, per giunta in un Italiano malfermo, possano impressionarmi come impressionano i suoi cortigiani. Riprovi.



Adesione dei quattro al Vìa di Papania.

Post sull'adesione dei quattro al Vìa di Papania

Oggi a Roma bisogna aspettarsi qualche nuova eclatante idiozia da parte dei "trumpettini" nostrani che imitano lo scimpanzè arancione americano. Niente di interessante. Preferiamo occuparci dei loro simpatizzanti locali: il plurindagato e condannato Papania, nuovo acquisto del Movimento autonomista siciliano di Roberto Di Mauro, un altro pluri-indagato che ci rompe i coglioni in politica da quando nel 1992 militava nella Democrazia Cristiana, il suo Movimento Vìa, un mostro politico ideato, fondato e allevato da lui stesso e della corte di leccapiedi che sta "formando" in provincia di Trapani. Naturalmente Papania sta sempre dalla parte di chi governa, prima Crocetta ora Musumeci, in consonanza con la labilità delle sue idee politiche e la sua determinazione a gestire il potere in qualsiasi forma e modo. L'unico suo motto sembra essere "Potere dove sei che me te magno!" Il suo movimento che, lui promette, sarà fucina della nuova generazione di politici e amministratori del futuro siciliano, ha già fatto man bassa di giovani e vecchi, vecchissimi politicanti della provincia di Trapani abbagliati dall'idea che "Vicinu a lu re beatu cu c'è". Si distingue per il suo appoggio leale e incondizionato a chi comanda, il fascista Musumeci, presidente siciliano, e per l'adesione al movimento autonomista, di ispirazione fascista, come di solito questi movimenti per le allodole, che guarda a Giorgia Meloni a livello nazionale.
Mi rimane da capire perché io dovrei votare per Papania, portatore d'acqua di Musumeci quando posso votare per l'originale?
Si stannu assistimannu li carti pi li prossimi amministrativi. Lu "spertu" Papania distribuirà briciole di potere locale a li babbi chi ci vannu appressu. 'N canciu li babbi ci 'nchiananu la strada a lu Senatu a li prossimi nazionali. Che disegni piccoli e meschini. In quale partito si può decidere con un'alzata di mano in famiglia di aderire al Via di Papania? È una domanda retorica la mia, ovviamente. Solo nei partiti a conduzione personal familiare, senza struttura e senza base si possono fare certe cose. Rimangono quelli che li hanno votato, che avrebbero il diritto di sapere perché e percome. Invece devono accontentarsi di frusto politichese e parole vuote al vento. "Rete, sviluppo, crescita, territorio, vicini alla gente, nuova classe dirigente" e cazzate discorrendo. Della democrazia cristiana, che ha avuto anche grandi meriti nel governo dell'Italia, hanno preso solo il peggio. Il "traffico". Di voti, di poltrone, di potere.

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