Uomini sandwich.
Nell'ambito di questi gruppi nazional-autarchici, di cui parlo nella nota pubblicata sul mio blog oggi qui, un posto a parte merita quello, a cui un mio caro amico mi invita ad iscrivermi da anni, di "Fiat Panda a Metano".
Un posto particolare perché, tradendo il sottinteso "amor patrio", fa pubblicità gratuita ad un marchio americano di proprietari americani, che non pagano le tasse in Italia, hanno la sede fiscale ad Amsterdam, e di italiano hanno solo gli aiuti pubblici che il nostro stato si ostina a concedergli.
Un marchio appartenente a quella categoria di Liberali, unica nel panorama mondiale, che ritiene che i profitti siano del padrone mentre i debiti di tutti. Un modo originale di aggirare la dottrina liberale del rischio di impresa. Profitti miei, rischio di tutti.
Non ho niente contro la Panda, americana o italiana che sia. Se non mi piace non la compro e non sarà certo un finto gruppo di possessori di Panda, creato da Elkan e co., a convincermi. Se proprio volessi abboccare all'amo del nazionalismo direi "Prima europeo e poi, forse, americano". Una bella volkswagen o una peugeot o una bmw e così via.
Ma, anche volendo salvare la vostra buona fede, mi chiedo qual è il gusto che trovate a pubblicizzare volontariamente, come dei poveri uomini sandwich, il marchio di una fabbrica che nel prezzo a cui vi vende la macchina include anche la sua promozione. Quindi voi pagate due volte la pubblicità dell'auto che avete o volete acquistare. Perché? Perché vi umiliate in questo modo?
Io compro Mondo, anche siciliano.
La lagna delle "competenze" dei politici
Chissà quando gente che si professa di sinistra la smetterà con questa lagna della "competenza" dei politici? Chissà?
Come fanno a non rendersi conto che questa sciocchezza che predicano, sulla cui base condannano i cinquestelle oggi, è un cosa di destra estrema? Mancanza di competenza che, però, non hanno mai contestato a nessuno ieri (Razzi, Casellati, Carfagna, lo stesso Berlusconi, Francesco Speroni, Maurizio Gasparri, Mario Borghezio, Cesare Previti, Stefano Caldoro, Carlo Giovanardi, Gianfranco Miccichè, Antonio D'Alì, Jole Santelli, Claudio SCAJOLA, Letizia MORATTI, Francesco STORACE, Cesare Cursi, Domenico Di Virgilio, Domenico Zinzi, Rocco BUTTIGLIONE, Antonio Martusciello, Nicola Bono, Mario Pescante, i quali di competenza neanche a cercarla col lumicino. E infine, ma non ultimo, Salvini che competenze ha? Di gastronomia regionale italiana? E basta per ricoprire il delicato ministero dell'interno?
E che competenza avevano quelli delle giunte castelvetranesi negli ultimi settant'anni? Se intendono competenze che derivano loro dall'esercitare un mestiere, una professione, di solito avvocati che non riescono a fare gli avvocati, medici che non sanno fare i medici e, forti del voto dei pazienti, si danno alla politica, allora sapranno, se sono di sinistra, che questa è l'aberrante idea dei fascisti, dei conservatori governi tecnici: però, tecnici a modo loro, Medici alla sanità, bocconiani e confindustriali all'industria, datori di lavoro al Lavoro. Ma che ne può sapere uno che sa soltanto dare dei punti di sutura della Sanità più di un suo paziente? E un professore, che conosce Dante a memoria, della giusta organizzazione della scuola. E un industriale che idea può avere del tipo di organizzazione del lavoro, delle necessità industriali di un paese se non quelle che fanno comodo alla sua parte sociale. Perché non un operaio che di lavoro se ne intende davvero sulla sua pelle? Mandiamo uno studente alla scuola?
E alle partecipazioni statali chi mandiamo? I partecipatori statali? E ai rapporti con l'Europa chi mandiamo? C'è una professione che ti dà competenze sui rapporti con la confederazione? E quale professione ti dà le competenze per gestire la Difesa? Ci mandiamo un Generale dell'esercito? O un soldato? E alla giustizia? Un giudice? Un PM? Un avvocato? All'Interno Un carabiniere?
Ma come non vi rendete conto che è un'idea fascista dello stato? Ai ministeri ci vanno persone terze, non coinvolte, senza conflitti d'interesse, i cittadini, cioè. Anche cittadini senza competenze specifiche, purché abbiano delle idee di società.
Gli eletti e i ministri non devono fare il lavoro che spetta alla burocrazia, nel senso buono del termine. I ministri non devono redigere progetti, scrivere protocolli, sostituirsi agli amministratori che sono lì proprio per ricevere gli indirizzi politici e pensare alla parte tecnica di queste idee guida. La democrazia nacque per questo. Per evitare che, come ai tempi dello statuto albertino, a governare siano solo i ricchi che non possono che fare esclusivamente i loro interessi. Per questo furono istituiti in democrazia i giusti compensi e, perché no, privilegi dei deputati. Per permettere anche a quelli che per censo economico non potevano permetterselo, di dire la loro sul governo del paese.
Il loro ragionamento somiglia a un "comma 22" Solo chi ha competenza può governare, ma solo chi ha già governato ha acquistato le competenze, quindi chi non ha mai governato non potrà mai governare. È questo il cane che si morde la coda. Quindi in politica non ci possono essere new entry, perché solo il vecchio ha l'esperienza. No! In democrazia non funziona così.
L'amministrazione burocratica di una democrazia, che sopravvive ai vari governi che si succedono al ritmo di ogni qualche anno, a questo serve.
Un assessore novello arriva al governo con le sue idee su questo o quell'altro problema, e non deve preoccuparsi degli aspetti tecnici, la cui competenza spetta ai dirigenti comunali, i quali, sì, devono avere le necessarie "competenze" per tradurre le idee guida dell'assessore in concreti atti amministrativi. La competenza della burocrazia amministrativa è quella che conta. Se manca, nessuno, neanche superman, può governare.
L'importanza della burocrazia amministrativa è tale che spesso può determinare il successo o il fallimento di un governo, locale o nazionale. Può essere determinante per incapacità o, più spesso, credo, per sabotaggio strisciante. Ho un mezzo sospetto che a Castelvetrano sia quello che sta succedendo. I cinque stelle non sono riusciti, per qualche motivo, a ingraziarsi la burocrazia comunale.
In conclusione, spero che sia chiaro dal mio ragionamento che la storia della "competenza" è una roba tutta "fascista".
Un politico non si giudica dalle competenze, ma dalle idee di società che propugna e vuole realizzare.
Altrimenti secondo questa idea noi avremmo potuto votare solo per Calogero Martire, La sfinge muta e competente. Ma competente de che?
Gente che apprezza quotidianamente ciò che scrivo, non appena il mio linguaggio colorito colpisce vicino a casa loro
Gente che apprezza quotidianamente ciò che scrivo, non appena il mio linguaggio colorito colpisce vicino a casa loro fanno grigi e conformisti discorsi sulla violenza degli attacchi su facebook. Gli insulti, secondo costoro, per essere accettati, per essere considerati non violenti, basta che non contengano parolacce.
Una ragazzina impertinente, maleducata e arrogante ha l'impudenza di venire a casa mia, senza conoscermi e, solo perché ho criticato "aspramente" senza mai una volta insultare alcuno (sfido chiunque a trovare un solo insulto) la scelta dei quattro alla corte del plurindagato e condannato Papania che fanno capo a un movimentucolo di estrazione forzitaliota berlusconiana che ha scelto il nome di obiettivo città, viene a dirmi:
«Mi dica: lei ha avuto mai le palle di metterci la faccia, di alzarsi le maniche e lavorare per un bene comune e collettivo? Risponda alla mia domanda: lei cosa ha mai fatto a Castelvetrano, qual è il suo percorso politico, quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini? Lo dica; sono curiosa di saperlo».
Questo, secondo costoro che predicano "morbidezza nella lotta politica, non è violenza verbale. Non è scadere nell'invettiva personale. Non è un insulto alla mia vita irreprensibile, onesta, che non ha mai conosciuto compromessi, che ha fatto il suo lavoro apprezzato da generazioni di allievi con la competenza e preparazione e passione come pochi altri!
«Quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini?» osa chiedermi la ragazzina viziata, una che, a giudicare dall'età che dimostra, si è appena affacciata alla vita e ha finora solo studiato grazie ai soldi di papà. Quali azioni da persona per bene ho fatto!!
Questa, secondo i fautori del dibattito politico a tarallucci e vino, non è un linguaggio violento. Non è un'offesa personale a uno che nemmeno si conosce. No, non sono insulti. Questo è soft suasion, dolci schermaglie politiche da persone che conoscono il galateo delle buone maniere.
La bambina che pesta i piedi quando comincia a perdere la testa e il confronto dialettico, minaccia di andare in procura.
Ha poi continuato, in un crescendo inarrestabile, a chiedermi di togliere la foto che avevo già tolto, ma lei nella foga non se n'era accorta, a chiedere di togliere la sua foto se no mi denunciava, per finire col chiedermi, addirittura, di togliere tutto il post altrimenti... in procura! Le minacce di querela, si sa, sono il sale del dibattito civile delle idee. Anche Papania aveva cominciato con la minaccia di ricorrere alle "sedi opportune" anche se concludeva con "un invito alla serenità". Su questo la noblesse della politica e dei rapporti civili non ha niente da dire. Vi mostro il crescendo.
Gianna D'Angelo: Franco La Rocca le consiglio di togliere la foto di una persona che non ha nulla a che fare con i suoi discorsi. Uno come lei che conclama tanto il rispetto delle leggi non dovrebbe rasare l’inosservanza delle stesse.
Franco La Rocca: Gianna D'Angelo È quella giusta questa?
Gianna D'Angelo: Franco La Rocca non l’ho autorizzato a pubblicare la mia foto: o la toglie o la querelo immediatamente. Grazie
Tolta subito la foto.
Franco La Rocca: Gianna D'Angelo lei è ridicola, se ne rende conto, vero?
Gianna D'Angelo: Franco La Rocca le ripeto: lei non ha alcuna autorizzazione da parte mia a pubblicare quella foto sulla sua pagina; preferisca se toglierla o trovarsi dentro un’aula di tribunale. Scelga lei.
Franco La Rocca: Gianna D'Angelo Che sta facendo una figura peregrina lo capisce, almeno. L'ho tolta un secolo fa.
Gianna D'Angelo: Franco La Rocca tolga il mio nome e cognome con tutte le sue critiche ( inclusa la frase grande maleducata) perché lei non sta rispettando la legge. Le consiglio di togliere tutto, perché altrimenti domani mi vedrà in procura a fare il suo nome e cognome.
Non voglio giudicare l'italiano gergale che puzza lontano un miglio di pretura e sintatticamente incerto.
Ma sono sicuro che la noblesse forzitaliota giudica questo un linguaggio moderato, ragionevole e civile.
Voi che mi leggete cosa ne pensate?
Sapete cosa i nobili castelvetranesi pensano sia un linguaggio violento, non inclusivo, offensivo?
Indovinate! La stessa identica domanda rivolta a me dalla ragazzina maleducata e da me rigirata a lei:
«Ma lei che minchia ha mai fatto per Castelvetrano per ridurla in questo stato, lei che fa politica? Castelvetrano, davvero, meriterebbe di meglio che questa politica afasica che lei rappresenta. Che minchia ha fatto lei, signora D'Angelo, per Cvetrano? Mi risponda, però. Non mi posti il curriculum, please.»
Avete capito? La discriminante è la parola "minchia". Una parola usata internazionalmente da Milano a New York e che io uso come segno distintivo della mia scrittura. "Minchiate", sia pure "a bassa voce" sono le misere cose che scrivo sul mio blog. Sì sul mio blog, perché a me non mi paga nessuno, meno che mai la politica. Non scrivo sui giornali in livrea di Castelvetrano e nemmeno su quelli dell'opposizione politica. Sono un uomo libero. Libero come pochi a Castelvetrano da condizionamenti politici. Non ho parenti in politica e gli amici politici anch'essi sono stati attaccati, politicamente s'intende, da me.
Ora un'avvocatuzza, abusando della propria professione, minaccia una querela temeraria. Sono quelle querele, le temerarie, vergogna italiana a cui non si è ancora trovato rimedio, che i potenti, i politici, gli avvocati fanno disinvoltamente e abusandone a giornalisti per tappargli la bocca. Tanto anche se perdono non gli succede niente. Mentre il povero blogger, privo di rete di protezione, se perde deve sottostare a salassi chiaramente insostenibili. Le querele temerarie (per saperne di più basta gugolare sul browser, appunto "querele temerarie") sono sempre e soltanto a favore dei politici e dei potenti di turno e servono sostanzialmente, oltre che a dispensare ingiustizie, a intasare le procure per cause perché «Mi ha dato dello stronzo», «Mi ha detto cretina», «mi ha detto che ho un passato "complesso"», «Mi ha definita "grande maleducata"».
Questo è il quadro desolante della libertà di parola. Se uno mette in dubbio la tua onestà, se tenta di toglierti la dignità («Quali azioni da persona perbene ha mai compiuto per i suoi concittadini?») è persona civile e ragionevole, se invece un altro scrive "minchia", allora no, non ci siamo: violenza verbale, attacchi personali alla moralità delle persone.
Le mie polemiche, i miei post possono essere irritanti, per via del linguaggio colorito, arroganti per il tono da primo della classe, ma non sono violenza verbale e insulti.
Alla notizia della partecipazione dei quattro obiettivini al Vìa di Papania qualcuno ha commentato "Delusione." Anch'io concludo con "Delusione". Aspettiamo fiduciosi querele.
La signora Gianna D'angelo sostiene che citare il nome di una persona su facebook sia un reato che un giudice a cui lei si rivolgerà punirà.
mia dignità personale e professionale non mi intimoriscono. È giusto che lei lo sappia.
Me lo dica in un orecchio perché io non dovrei avere il coraggio di dirgliele in faccia le cose che ho scritto. Si fa, forse, accompagnare da un guardaspalle grande e grosso, pronto a picchiarmi? Cosa dovrei avere paura di dirle? Che lei è una grande maleducata? Che lei è una ragazzina impertinente e arrogante? Che parla un Italiano da pretura, sintatticamente e grammaticalmente scorretto?
La prossima volta, prima di cominciare a lanciare improperi contro persone che neanche conosce, prima di offenderle, prima di dire che "sparano cazzate", prima di offendere la dignità delle persone che hanno il solo torto di criticare una scelta politica del "suo" partito, prima di fare figure peregrine e poi pretendere che tutto scompaia solo perché lei minaccia di adire le vie legali, prima di insultare il mio passato limpido, senza ombre, si informi e cerchi consiglio presso qualche anziano. Il suo intervento sul mio post ha solo peggiorato le cose. Non solo quello che, immagino, pretendeva di essere un intervento decisivo si è dimostrato un boomerang politico e professionale, ma ha anche sminuito e svalutato il valore dei suoi Amici di partito. Anche lei, come Papania, pensa che i signori Stuppia, Viola e Martire siano delle belle statuine che non saprebbero spiegare le loro scelte. C'era bisogno dell'intervento del deus ex machina? Il comportamento del signor Calogero Martire è il più incomprensibile di tutti. Capogruppo, capotutto , che, taggato più volte da me, dato che si trova nella lista dei miei contatti (amici?), non solo non si degna di dire una sola parola, ma, sembra, chiede aiuto più in alto, mister afasia.
La signora Gianna D'angelo, della cui esistenza apprendo adesso...
I cittadini che per una vita si rompono il culo a fare il proprio onesto lavoro, a rispettare le leggi, a essere cittadini onesti, attenti anche a quello che succede attorno, non fanno niente per il proprio paese? Le sue argomentazioni sono così strampalate e deboli che non meritano alcuna risposta. La sua domanda la rivolgo a lei e mi risponda per favore: Lei che cazzo ha fatto per Castelvetrano? Se qualcosa ha fatto nessuno se n'è accorto. Per favore, qualcuno mi smentisca, mi dica che per una vita non mi ero accorto che avevamo una cittadina come Gianna D'Angelo che ha salvato Castelvetrano dalla cattiva politica che mi ricordo da sempre a Castelvetrano, dal commissariamento, dal dissesto economico, dalla mafia, dal malaffare. Lei vuole certamente scherzare! Non si possono dire le cazzate vittimistiche che dice lei, pensando di fare un discorso accettabile e di passarla liscia. Come si permette a chiedere a me che cosa ho fatto per castelvetrano? Lei è una grande maleducata. Non sa nemmeno con chi parla. Ma dietro un monitor e una tastiera anche i pusillanimi trovano il coraggio. Imparate a discutere, voi di Obiettivo città, le vostre scelte, invece di insultare e fare le vittime. Spiegate. Facile mettere il broncio e non spiegare un bel niente.
Io non ho mai fatto politica. Già solo di questo sono orgoglioso, visto che da 50 anni a castelvetrano, e non solo, la politica è appannaggio di persone discutibili. E non devo rendere conto a nessuno, meno che mai a una perfetta sconosciuta come lei, di quello che dico e faccio. Lei, invece, che fa politica, sì che deve delle spiegazioni a tutti gli elettori, sì anche a me, purtroppo per lei. La politica è fatta di oneri e onori! Ma voi non siete abituati a discutere, a presentare, a proporre al vostro, sia pure magro elettorato, le vostre idee e intenzioni. Voi non consultate la base per fare delle scelte così importanti come quella di annullarsi in un supermostro provinciale che appoggia altri partiti, diversi dal vostro. Vi riunite nel cucinino della sua abitazione e decidete qualsiasi cosa vi venga in mente. E gli elettori? Veda se nel Pd, un partito vero, sono possibili queste procedure da tinello. Solo un partito finto può fare così.
E le rovescio ancora una volta addosso la domanda che lei impertinentemente e maleducatamente rivolge a me. Ma lei che minchia ha mai fatto per Castelvetrano per ridurla in questo stato, lei che fa politica? Castelvetrano, davvero, meriterebbe di meglio che questa politica afasica che lei rappresenta. Che minchia ha fatto lei, signora D'Angelo, per Cvetrano? Mi risponda, però. Non mi posti il curriculum, please.
Commento di gianna d'angelo al post su Vìa
Il signor Papania ha scritto un commento a un mio post
Il
signor Papania ha scritto un commento a un mio post in cui accusavo i
quattro consiglieri Martire, Stuppia, Viola e Milazzo di aver fatto
una scelta pessima aderendo al suo Vìa.
Signor Papania, con il
suo intervento ha mortificato e svalutato i quattro consiglieri ai
quali le mie critiche erano rivolte. Lei pensa che non siano in grado
di rispondere personalmente delle loro scelte? Pensa che appena fatto
l'ingresso alla sua corte abbiano già bisogno di un tutore? Pensa
che siano dei burattini nelle sue mani?
Non
vedo quali siano le mie affermazioni prive di fondamento. Ma il
signor Papania si guarda bene dal dire quali sono. Quanto agli
insulti che io elargirei non vedo quali siano né il signor Papania
si premura di precisare. Non l'ho minimamente insultato. Ho solo
scritto il suo curriculum politico-giudiziario, che si può trovare
semplicemente gugolando "papania" sul web. Meno male che
ammette che ha commesso degli errori "per i quali le giuste sedi
hanno svolto il loro lavoro" (i tribunali).
Con la tipica
arroganza di un ex senatore "Lei non sa chi sono io", dice
che non è a me che deve spiegare i suoi progetti politici. E se non
li spiega agli elettori come me a chi? Agli adepti della sua setta
soltanto? Cos'è? Una loggia massonica o un progetto politico
democratico che tutti hanno il diritto di conoscere?
Caro
Papania i tribunali non sono lì per giudicare i politici. I giudici
sentenziano solo sui politici portati alla barra. Sono invece proprio
gli elettori che giudicano i politici. E non solo, come pretenderebbe
lei, al momento del voto. Sembra che per lei gli elettori possano
solo votare e poi stare zitti e muti. Non funziona così! Gli
elettori votano e vogliono soddisfazione. Ma che cosa posso insegnare
io a un politico di lungo corso come lei, a un vecchio marpione della
politica come lei?
Eppure la sua risposta alle mie accuse è di
una fragilità pari solo alla sua arroganza. Di una schizofrenia
tipica di chi non sa che pesci pigliare: comincia con delle minacce e
finisce con un invito alla serenità! Mah!
Lei, signor Papania,
ha sbagliato indirizzo se pensa che quattro parole di
politichese, per giunta in un Italiano malfermo, possano
impressionarmi come impressionano i suoi cortigiani. Riprovi.
Adesione dei quattro al Vìa di Papania.
Mi rimane da capire perché io dovrei votare per Papania, portatore d'acqua di Musumeci quando posso votare per l'originale?
Si stannu assistimannu li carti pi li prossimi amministrativi. Lu "spertu" Papania distribuirà briciole di potere locale a li babbi chi ci vannu appressu. 'N canciu li babbi ci 'nchiananu la strada a lu Senatu a li prossimi nazionali. Che disegni piccoli e meschini. In quale partito si può decidere con un'alzata di mano in famiglia di aderire al Via di Papania? È una domanda retorica la mia, ovviamente. Solo nei partiti a conduzione personal familiare, senza struttura e senza base si possono fare certe cose. Rimangono quelli che li hanno votato, che avrebbero il diritto di sapere perché e percome. Invece devono accontentarsi di frusto politichese e parole vuote al vento. "Rete, sviluppo, crescita, territorio, vicini alla gente, nuova classe dirigente" e cazzate discorrendo. Della democrazia cristiana, che ha avuto anche grandi meriti nel governo dell'Italia, hanno preso solo il peggio. Il "traffico". Di voti, di poltrone, di potere.
Hot spot
I più letti
-
In un comune sull'orlo del fallimento, dove la comunità tutta subisce una spaventosa crisi occupazionale, in particolare giovanil...
-
Persino un Principe ci siamo andati a cercare nel nostro passato da commemorare e onorare, giusto come si fa con i Principi. Ché tutti s...
-
Mauro Rostagno, inquieto cacciatore di giustizia, ucciso dalla mafia a Trapani. Un eroe antimafia importato da Torino. È ven...






