La lagna delle "competenze" dei politici





Chissà quando gente che si professa di sinistra la smetterà con questa lagna della "competenza" dei politici? Chissà?
Come fanno a non rendersi conto che questa sciocchezza che predicano, sulla cui base condannano i cinquestelle oggi, è un cosa di destra estrema? Mancanza di competenza che, però, non hanno mai contestato a nessuno ieri (Razzi, Casellati, Carfagna, lo stesso Berlusconi, Francesco Speroni, Maurizio Gasparri, Mario Borghezio, Cesare Previti, Stefano Caldoro, Carlo Giovanardi, Gianfranco Miccichè, Antonio D'Alì, Jole Santelli, Claudio SCAJOLA,  Letizia MORATTI, Francesco STORACE, Cesare Cursi,  Domenico Di Virgilio, Domenico Zinzi, Rocco BUTTIGLIONE, Antonio Martusciello, Nicola Bono, Mario Pescante, i quali di competenza neanche a cercarla col lumicino. E infine, ma non ultimo, Salvini che competenze ha? Di gastronomia regionale italiana? E basta per ricoprire il delicato ministero dell'interno? 

E che competenza avevano quelli delle giunte castelvetranesi negli ultimi settant'anni? Se intendono competenze che derivano loro dall'esercitare un mestiere, una professione, di solito avvocati che non riescono a fare gli avvocati, medici che non sanno fare i medici e, forti del voto dei pazienti, si danno alla politica, allora sapranno, se sono di sinistra, che questa è l'aberrante idea dei fascisti, dei conservatori governi tecnici: però, tecnici a modo loro, Medici alla sanità, bocconiani e confindustriali all'industria, datori di lavoro al Lavoro. Ma che ne può sapere uno che sa soltanto dare dei punti di sutura della Sanità più di un suo paziente? E un professore, che conosce Dante a memoria, della giusta organizzazione della scuola. E un industriale che idea può avere del tipo di organizzazione del lavoro, delle necessità industriali di un paese se non quelle che fanno comodo alla sua parte sociale. Perché non un operaio che di lavoro se ne intende davvero sulla sua pelle? Mandiamo uno studente alla scuola? 


 

E alle partecipazioni statali chi mandiamo? I partecipatori statali? E ai rapporti con l'Europa chi mandiamo? C'è una professione che ti dà competenze sui rapporti con la confederazione? E quale professione ti dà le competenze per gestire la Difesa? Ci mandiamo un Generale dell'esercito? O un soldato? E alla giustizia? Un giudice? Un PM? Un avvocato? All'Interno Un carabiniere? 
Ma come non vi rendete conto che è un'idea fascista dello stato? Ai ministeri ci vanno persone terze, non coinvolte, senza conflitti d'interesse, i cittadini, cioè. Anche cittadini senza competenze specifiche, purché abbiano delle idee di società. 
Gli eletti e i ministri non devono fare il lavoro che spetta alla burocrazia, nel senso buono del termine. I ministri non devono redigere progetti, scrivere protocolli, sostituirsi agli amministratori che sono lì proprio per ricevere gli indirizzi politici e pensare alla parte tecnica di queste idee guida. La democrazia nacque per questo. Per evitare che, come ai tempi dello statuto albertino, a governare siano solo i ricchi che non possono che fare esclusivamente i loro interessi. Per questo furono istituiti in democrazia i giusti compensi e, perché no, privilegi dei deputati. Per permettere anche a quelli che per censo economico non potevano permetterselo, di dire la loro sul governo del paese. 
Il loro ragionamento somiglia a un "comma 22" Solo chi ha competenza può governare, ma solo chi ha già governato ha acquistato le competenze, quindi chi non ha mai governato non potrà mai governare. È questo il cane che si morde la coda. Quindi in politica non ci possono essere new entry, perché solo il vecchio ha l'esperienza. No! In democrazia non funziona così. 



L'amministrazione burocratica di una democrazia, che sopravvive ai vari governi che si succedono al ritmo di ogni qualche anno, a questo serve. 
Un assessore novello  arriva al governo con le sue idee su questo o quell'altro problema, e non deve preoccuparsi degli aspetti tecnici, la cui competenza spetta ai dirigenti comunali, i quali, sì, devono avere le necessarie "competenze" per tradurre le idee guida dell'assessore in concreti atti amministrativi. La competenza della burocrazia amministrativa è quella che conta. Se manca, nessuno, neanche superman, può governare. 
L'importanza della burocrazia amministrativa è tale che spesso può determinare il successo o il fallimento di un governo, locale o nazionale. Può essere determinante per incapacità o, più spesso, credo, per sabotaggio strisciante. Ho un mezzo sospetto che a Castelvetrano sia quello che sta succedendo. I cinque stelle non sono riusciti, per qualche motivo, a ingraziarsi la burocrazia comunale.
In conclusione, spero che sia chiaro dal mio ragionamento che la storia della "competenza" è una roba tutta "fascista". 

Un politico non si giudica dalle competenze, ma dalle idee di società che propugna e vuole realizzare.
Altrimenti secondo questa idea noi avremmo potuto votare solo per Calogero Martire, La sfinge muta e competente. Ma competente de che?













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