Il signor Colaci, come Bruto, è un uomo d'onore e tiene fede alle sue minacce.


Il sig. Colaci, a destra, con i pantaloni abbassati davanti al commissario
subito dopo avere organizzato un corteo contro di lui.


Il signor Colaci è un uomo d'onore e tiene fede alle sue minacce. 
Dice che io sono uno squilibrato. Ma il sig. Colaci non è solo un uomo d'onore è anche un uomo di pace. Non "come me che mi faccio rappresentare da Hannibal Lecter" che mangia gelsi. 
E non è solo un uomo di pace. È un giornalista! Iscritto all’albo!! Un giornalista d'onore, che mi chiama "sepolcro imbiancato", mostrando, evidentemente, di non conoscerne neanche il significato. Chi si sognerebbe di dire ipocrita a uno che gliele sta cantando a squarciagola. Ma il sig. Colaci è un giornalista d’onore e, secondo il suo italiano, con tipi come me Cvetrano non si “rimetterà mai dalle sabbie mobili in cui giace” (sic). Come se le sabbie mobili fossero una malattia di cui ci si ammala e da cui ci si rimette. Come se sulle sabbie mobili si potesse “giacere”. Qualcuno potrebbe avvertirlo che nelle sabbie mobili si sprofonda e, se si è fortunati, ci si tira fuori, si esce? Ma il sig Colaci è un “manager”, mica solo un giornalista! “Lui nella sua vita non ha mai praticato nessuna prepotenza, né l’ha subita.” Quella a me è la prima prepotenza che sta facendo, immagino perché costretto.


Il sig Colaci dice che da quando fa il giornalista mai gli è capitato di "scrivere di persone e cose in questo barbaro modo, senza fare uno studio approfondito delle fonti da cui attingere le informazioni sugli argomenti di cui scrivere."
Davvero? Gli capita spesso di definire le persone “deficienti” come ha fatto con me? Di quale studio approfondito si è servito per arrivare a questa conclusione?
Ma il sig Colaci è un uomo d’onore ed è anche una persona buona, sensibile, non come me, che, invece sono preda di “deliri” e “di cattivi pensieri” da cui Lui “è lontano mille miglia”.
Il sig. Colaci è una persona per bene e, sono sicuro, timorato di Dio. Lui sa che dall'orgoglio alla superbia il passo è breve. Quale forza malefica impedisce a un uomo tutto lavoro, casa e chiesa e famiglia di ammettere che "tappare la bocca" è, come si dice, "un'espressione infelice" che non avrebbe dovuto usare?
Da dove gli viene questa caparbietà, questa voglia di sopraffare, questo desiderio poco cristiano di voler ferire una persona colpevole di avere giudicato negativamente l'azione politica di un "comitato" da lui presieduto.
Ma il sig. Colaci è un uomo d'onore e dice che le mie "sono deliranti manifestazioni di contrapposizione al suo comitato civico". È delirante l'affermazione che Gorgoglio cvetranese ha la responsabilità obbiettiva - chissà se il sig Colaci, che è giornalista d'onore, conosce il significato di queste parole - di avere organizzato una manifestazione, quella sì delirante, contro il commissario che rappresenta lo Stato, che poteva giovare solo e soltanto alla mafia? È delirante chiedersi se sia stato il frutto di ingenuità, di manipolazione occulta da parte di chi aveva interesse a contrastare il lavoro dell'antimafia?
Ma il sig. Colaci è uomo d'onore e dice che il Commissario stesso ha travisato le intenzioni di questo comitato "tribute" e ha fatto male a rifiutare il tardivo e inaccettabile invito a partecipare a un corteo contro di lui.
Secondo il sig. Colaci che è giornalista d'onore, il Presidente della commissione antimafia, Claudio Fava "avrebbe fatto meglio a venire, non due giorni prima per criticare il suo comitato, ma il giorno del corteo per dargli sostegno" - ha detto proprio così il sig Colaci che è uomo d'onore e giornalista iscritto all'albo dal 1982.
Sono parole di troppo difficile comprensione per un uomo d'onore e i suoi accoliti quelle del presidente della commissione antimafia che così stigmatizzava quella manifestazione: Contro la mafia non si costruiscono cortei per reclamare l’orgoglio patriottico di una città”?


Per I gorgoglioni erano parole inaccettabili, e non le hanno accettate. Sicuramente il sig. Colaci, che è un uomo d’onore, le avrà considerate deliranti, come le mie. D’altronde cosa ci si può aspettare da dei commissari e un presidente dell’antimafia comunisti, degni soltanto di essere “accusati” al ministro dell’interno Salvini per il loro essere comunisti. La stessa idea dell’ex-candidato sindaco di Cvetrano Sig. Luciano Perricone che l’ha fatto davvero questo esposto al ministero. Senza vergogna alcuna il sig. Perricone, anche lui un uomo d’onore e persona per bene, suppongo, ha scritto una lettera aperta, ché tutti i cvetranesi potessero godere, accusando i commissari di essere comunisti e di esprimere privatamente su FB idee contrarie a quelle di Salvini. Non è un mio delirio, sig. Colaci. È tutto “agli atti”. E se non ci credete andate a leggere: https://tongueofsecrets.blogspot.com/2018/06/la-delazione-come-metodo-per-combattere.html.

Immagino che, da parte del comitato, il volere caparbiamente e ottusamente ignorare questi segnali negativi lanciati da uomini di stato contro il corteo, quello sì delirante, sia il risultato di un giudizio similare.


Ma il Sig Colaci si dice apolitico e apartitico, come se fosse possibile. Lui che è uomo d’onore, così come i suoi sodali, è al di sopra delle parti e opera disinteressatamente esclusivamente per il bene della nostra città. Non fa niente che poi non siano riusciti a fare un bel niente per la loro città, anzi solo un enorme danno d’immagine per il nostro paesello “non mafioso”, che, come ha fatto notare stizzito al vice presidente del consiglio un altro illustre figlio di questa terra, non è il paese di Matteo Messina Denaro. Almeno cosi recitava il titolo della più recente delle sue spassosissime lettere aperte.
Ma il sig. Colaci, che è un uomo d’onore, dice che io sono “uno squilibrato delirante”. E dice, negando anche l’evidenza, che loro non hanno fatto una manifestazione contro il commissario, con il quale hanno, anzi, collaborato. Chissà se il Sig. Colaci, che è una persona per bene e, immagino, un galantuomo, è in grado di dirci in che cosa sia consistita questa collaborazione. Forse la loro opera di volontariato con ramazze e secchielli per pulire Selinunte? Non era, piuttosto, un modo subdolo per sottolineare l’inadeguatezza dell’opera del commissario sul fronte rifiuti? Altro che collaborazione. Ma il sig. Colaci, che è un uomo d’onore e un giornalista di vaglia, dice che non era mai stata intenzione del suo comitato di attaccare il commissario. Checché ne dica quel bugiardo e “comunista” del presidente della commissione antimafia che si permise di definire quel corteo: Un corteo riveduto e corretto, che non è nato proprio sull’onda della benevolenza nei confronti del lavoro commissari, ai quali invece bisognerebbe far sentire la propria presenza. Una presenza che dovrebbe essere fondata sull’accoglimento dei segnali che vengono dati dagli stessi commissari."
Ma il sig. Colaci è uomo d’onore e di pace.





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