Le ammucchiate selvagge e pre-politiche



Riflessioni sulla tossicità sociale di aggregazioni eterogenee che pescano solo nel malcontento della ggente senza avere una idea politica precisa e definita. Senza un'idea di società, senza un'idea di soluzione. Solo la pazza idea che basti indignarsi e gridare contro la corruzione e il sistema per amministrare.

Gente che pensa "semplice". "Chi siamo noi?" "Cittadini indignati" "E cosa vogliamo?" "Il bene della città!" "Allora uniamoci e governiamo!"



Non riescono a capire la necessità della politica per governare un popolo.

Ma, perbacco, com'è possibile? Se tutti vogliamo il bene della città mettiamoci di buzzo buono e governiamoci al meglio.

O no?

Non si chiedono nemmeno perché non sia mai successo nella storia. Non capiscono che è un'idea così ingenua e infantile che gli uomini hanno dovuto inventare, all'inizio, il potere, i modi con i quali raggiungerlo, poi, e, in ultimo, modi più partecipativi dei cittadini, rispetto alle monarchie e le dittature. Uno può nutrire scetticismo sulla effettiva efficacia della democrazia nel dare voce "ascoltata" al 90 % dei cittadini che sembrano, comunque, passarsela  piuttosto miseramente dovendosi accontentare del 15% della ricchezza globale, mentre il 10% possiede l'85% rimanente. 

Se si decide di entrare nel gioco politico democratico l'assunto è che il bene comune non è uguale per tutti, nel senso che ognuno ha una sua idea di cosa sia il bene comune.

Per un candidato della Lega-Prima l'Italia, come Christian con l'acca Carrara, il bene comune si ottiene ghettizzando i migranti dei centri di accoglienza, confinandoli fisicamente e limitandoli nella loro libertà personale perché "non si può tollerare che girino liberi di fare complimenti e fare la corte alle nostre ragazze. Ma dove sono i controlli?"



Per uno di sinistra, il grande assente nella politica castelvetranese, magari, è per il bene comune che bisogna deghettizare i "nostri" giovani, attirati dalla sirena mafia, vista la povertà che affligge una parte considerevole dei castelvetranesi, e recuperarli a un'idea di vita nella legalità. Va bene la parrocchia ma la sede della forza di polizia locale non è esattamente il modo di "stare vicini" ai diseredati.




Come si conciliano idee così inconciliabili?

Le ammucchiate selvagge e pre-politiche non hanno mai sortito esiti soddisfacenti.

In realtà è difficile che, nel panorama politico delle amministrazioni locali, all'interno delle coalizioni si litighi per le idee. Piuttosto per la cutra.

Probabilmente, le mie considerazioni vanno a frantumarsi contro il fatto che i sette partiti-liste che sorreggono la maggioranza sono tutti di destra che di più non si potrebbe. Tanti gruppi, tanti proclami, tanti partiti ma un'unica identità. 

Ma allora perché sette sigle per una sola idea?

La loro coesione a dire il vero, sembra una minaccia più grave della loro eterogeneità.

Ma qua siamo, e possiamo solo sperare che la "testa pensante" di questo coacervo di liste e partiti, per lo più fittizi, sappia gestirlo con le capacità intellettuali e competenze che tutti gli riconosciamo.

Sì, gradirei essere smentito.



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