Da uno scambio di battute sul Cretto di Burri.
Qui sotto il link:
G Francesco Scordato
Non ci sono affatto tutti questi visitatori che lei vuol fare intendere. Lei, forse, pensa di parlare con uno di Domodossola. Io sono un abitante della valle del Belice che con Gibellina ha un rapporto settantennale. Io ho visto Gibellina quando era viva e dopo il terremoto.
Resiste in piedi ancora il "Teatro Consagra", un immenso edificio in calcestruzzo, abbandonato da mezzo secolo, simbolo del fallimento di quella "visionaria" ricostruzione del dandy comunista, sindaco per troppi anni. E simbolo dell'inesorabile degrado del calcestruzzo.
Opere costate un occhio della testa dei contribuenti, che non si riesce a mantenere. Dieci milioni di euro il solo Cretto che rimase abbandonato e incompleto per trent'anni e che richiederà un'opera di manutenzione da milioni ogni decina d'anni. La manutenzione di "colate di cemento"!!!
Non mi "sto ostinando a dimostrare la mia tesi". Nei giudizi sull'arte e sulla politica non ci sono tesi da dimostrare, solo idee. Lei sembra, inve3ce così ostinato da essere disposto a dire delle false sciocchezze pur di dimostrare che il suo giudizio è quello giusto.
Signor G Francesco Scordato, dica pure cosa pensa del Cretto, dia pure il suo giudizio estetico, culturale, sociale su Gibellina e su ciò che le pare, ma lasci anche a me la possibilità di dire la mia senza essere accusato di avere una "tesi" da dimostrare. Nessuna tesi.
Franco La Rocca Evidentemente vale la pena nonostante tutto perché ci sono sempre piú visitatori .Io ci vado diverse volte al mese e certe domeniche e pieno.Ma poi lei si sta ostinando a dimostrare la sua tesi,se vuole mando le centinaia di pagine che apprezzano il cretto
Non ci sono affatto tutti questi visitatori che lei vuol fare intendere. Lei, forse, pensa di parlare con uno di Domodossola. Io sono un abitante della valle del Belice che con Gibellina ha un rapporto settantennale. Io ho visto Gibellina quando era viva e dopo il terremoto.
Catania.
C'ero quando a Gibellina, con la scusa dell'arte - Corrao aveva la pretesa di essere un mecenate, peccato che lo facesse con i nostri soldi - si cementificò un terreno paludoso che i Salvo non avrebbero mai coltivato né edificato, acquitrinoso e in fondo alla valle com'era.
Resiste in piedi ancora il "Teatro Consagra", un immenso edificio in calcestruzzo, abbandonato da mezzo secolo, simbolo del fallimento di quella "visionaria" ricostruzione del dandy comunista, sindaco per troppi anni. E simbolo dell'inesorabile degrado del calcestruzzo.
Opere costate un occhio della testa dei contribuenti, che non si riesce a mantenere. Dieci milioni di euro il solo Cretto che rimase abbandonato e incompleto per trent'anni e che richiederà un'opera di manutenzione da milioni ogni decina d'anni. La manutenzione di "colate di cemento"!!!
Signor G Francesco Scordato, non capisco che bisogno c'è di dire bugie. È falso che ci sono sempre più visitatori. La sfido ad andare insieme, ogni giorno per una settimana, al cretto e contiamo col pallottoliere quanti turisti vengono il Lunedì, il Martedì ecc. C'è solo qualche autobus di turisti che, sulla strada per i templi di Selinunte, vengono "portati" al Cretto di Burri. Perché vorrebbe far credere una cosa che non è?
Sono nato qui settant'anni fa, proprio qui, come lei. A chi vuole raccontarla? Se lei va diverse volte al mese al cretto, solo per il cretto, allora mi interrogo sulla sua sanità mentale. Conosco tanti gibellinesi, molti dei quali non sanno nemmeno dov'è. Deve avere un piccolo appezzamento di terreno lì! Voglio essere generoso.
È un posto desolato, quasi sempre deserto, e quella colata di cemento è una macchia sulla bella natura circostante. Una macchia bianca quando il cemento è fresco, grigia dopo qualche mese, grigio-verde dopo un anno quando le piante pioniere cominciano a riprendersi, pazienti ma inesorabili, il terreno rubatogli, costringendo gli amministratori a chiedere soldi alla regione per altri milioni di euro. Soldi dei contribuenti siciliani.
È per questo, signor Scordato, che ci tengo a dire la mia opinione.
Sono nato qui settant'anni fa, proprio qui, come lei. A chi vuole raccontarla? Se lei va diverse volte al mese al cretto, solo per il cretto, allora mi interrogo sulla sua sanità mentale. Conosco tanti gibellinesi, molti dei quali non sanno nemmeno dov'è. Deve avere un piccolo appezzamento di terreno lì! Voglio essere generoso.
È un posto desolato, quasi sempre deserto, e quella colata di cemento è una macchia sulla bella natura circostante. Una macchia bianca quando il cemento è fresco, grigia dopo qualche mese, grigio-verde dopo un anno quando le piante pioniere cominciano a riprendersi, pazienti ma inesorabili, il terreno rubatogli, costringendo gli amministratori a chiedere soldi alla regione per altri milioni di euro. Soldi dei contribuenti siciliani.
È per questo, signor Scordato, che ci tengo a dire la mia opinione.
Non mi "sto ostinando a dimostrare la mia tesi". Nei giudizi sull'arte e sulla politica non ci sono tesi da dimostrare, solo idee. Lei sembra, inve3ce così ostinato da essere disposto a dire delle false sciocchezze pur di dimostrare che il suo giudizio è quello giusto.
Signor G Francesco Scordato, dica pure cosa pensa del Cretto, dia pure il suo giudizio estetico, culturale, sociale su Gibellina e su ciò che le pare, ma lasci anche a me la possibilità di dire la mia senza essere accusato di avere una "tesi" da dimostrare. Nessuna tesi.
Solo una profonda amarezza per il terremoto, per lo sradicamento dei gibellinesi dal loro territorio, per la scelta del luogo della ricostruzione per le ragioni già dette, inquietudine di fronte al sudario di Burri, una delle più obbrobriose opere di Land Art che esistano.
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