Le piste "per uno sviluppo ecosostenibile"

 

 


Nelle città europee la gente va in bici. Tantissimi. Da noi uno in bici non lo trovi neanche con google maps. Infatti non è certo un caso che nello scatto non si vedano ciclisti.

Nei paesi governati da teste che ragionano le piste non le ottengono rubando spazio alla vecchia, già inadeguata, strada. La fanno "accanto", insieme alla strada per le auto. Fanno la strada per i veicoli "e" le piste ciclabili. Lo fanno da pressoché sempre per il semplice motivo che la gente usa molto la bici. Se noi non abbiamo mai pensato alle piste ciclabili è perché non ce n'è stato mai bisogno per assenza di utenti. Soprattutto nei paesi in collina come cvetrano. Peggio a Partanna.

Ci costringono a usare le auto private, con la conseguenza che non c'è più spazio dove metterle. Da trent'anni in Giappone, a Tokyo, per questo problema, chi vuole comprare un'auto "deve" avere un box, un garage. Ci stiamo arrivando anche noi. Oggi il problema delle città, grandi e piccole, è dove mettere tutte queste macchine. Per questo i parcheggi pubblici sono nei programmi di tutti i candidati. Proprio quando si ha un bisogno assoluto di spazio per le auto, che fanno?, ti restringono le strade a vantaggio di una categoria inesistente: quanti saranno a Mazara i ciclisti? Quanti ne passano al giorno sul lungomare? E quanti i ciclisti a Castelvetrano? Certo ancora meno che a Mazara. Non sono contrario alla creazione di percorsi ciclistici, appositamente studiati e collocati nella nostra bella campagna e lungo la costa. 

Il deserto rosso. Cose raffazzonate. La pista che porta alla diga

Certamente la Diga merita la progettazione di un percorso di piste ciclabili, ma non si creano spazi per le bici strozzando le già inadeguate strade per le auto. Espropriate il terreno e costruite la pista parallelamente alla strada. Costa di più? Le cose utili costano sempre. Lo spreco sono le cose inutili per cui si spendono dei soldi solo perché pensiamo, a torto, che ce li regalino. Vengono dalle tasche di tutti gli europei, anche le nostre.

Come si può vedere gli scatti sono diversi ma la pista è sempre vuota.




La pista ciclabile sul lungomare mazarese è un doppio fallimento: oltre al danno arrecato al traffico delle auto e degli autobus che a causa della strada più stretta sono costretti ad acrobatiche manovre sotto, sopra e dall'altro lato dei cordoli di cemento, ai mazaresi è stato rubato un numero enorme di parcheggi che costringerà loro e i turisti a usare quello/i a pagamento. Quello che c'è è diventato insufficiente ed ecco che si dovrà prevedere di spendere tanti soldini per farne un altro. 




È stato distrutto un parcheggio di, quanti?, cento o trecento posti per far fare una passeggiata a qualche famigliuola, che farebbe bene a evitare il centro inquinato dagli scarichi delle macchine, e che, comunque, dopo questi due tre minuti sul lungomare, si ritroverà senza blu e giallo e in mezzo al traffico e senza protezioni. 





Un maxi parcheggio hanno distrutto per tre ciclisti. Potranno solo dire, a discolpa, che non hanno speso niente per distruggere i luoghi. E neanche questo è vero, come facevo notare più su. 


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