Conte ha detto l'unica cosa possibile e ragionevole







Conte ha detto l'unica cosa possibile e ragionevole. Bisogna dialogare con i nuovi governanti Talebani. 

 

Eppure gli IVioti si sono scatenati in una vergognosa campagna denigratoria. Libero, addirittura, titola "Conte sta con i Talebani" "L'avvocato dei tagliagole" Sono gli stessi che pensavano che fosse giusto intervenire militarmente in un paese straniero per imporre la democrazia.
Sono gli stessi guerrafondai che tornerebbero ad occupare l'Afghanistan oggi stesso. Sono quelli che credono di appartenere a un mondo, quello occidentale, che ha il privilegio di fare ciò che vuole, anche occupare paesi indipendenti, ma solo quando è conveniente. 

 

Anche in Arabia Saudita, il paese che ha assoldato Renzi per le sue "conferenze", vengono calpestati i diritti dei cittadini e principalmente delle donne a cui viene impedito di guidare, unico paese al mondo, se non con il consenso del proprio curatore. Anche l'Arabia Saudita, paese del nuovo rinascimento secondo Renzi, è un paese dittatoriale che non ammette opposizione e dove l'attuale principe fa sanguinosamente uccidere chi resiste. 

 

Lo stesso dicasi della Turchia, della Bielorussia, della Russia. Ma nessuno di questi mastini sguinzagliati ad arte dai produttori di armi, si sognerebbe anche solo di proporre un atteggiamento meno che dialogante con questi e altri mille paesi del Mondo. Con l'Afghanistan gli viene facile. È alla ribalta della cronaca e tutti hanno aperto i cancelli scatenando i loro molossi da combattimento. L'Afghanistan è diventato l'origine di tutti i mali, è il male.
Perché non invadiamo con le armi tutti i paesi musulmani dove, in genere, è assente la democrazia e le donne non hanno diritti?
Non è solo per una questione di equilibrio geopolitico che assicura il tranquillo svolgersi dei traffici, anche quelli delle armi in cui l'Italia è tra i paesi più attivi.  È anche una problema di saggezza collettiva.


Una saggezza che viene costantemente messa in pericolo dagli abbaiatori guerrafondai, amici di Beretta e co. Quelli che si fanno pagare le conferenze dall'Arabia Saudita, la patria di Osama Bin Laden, quella che ha accolto i mujaheddin Pashtun dell'Afghanistan, poi li ha istruiti come "studenti del corano", talebani, facendogli imparare i versetti del Corano a memoria in lingua araba, una lingua estranea ai Pashtun che arabi non sono, li ha sovvenzionati, addestrati e armati prima contro la Russia e poi contro gli americani.

 

Cos'altro si dovrebbe o potrebbe fare se non dialogare con i nuovi padroni, per salvare il salvabile, le decine di migliaia di traduttori, che hanno collaborato con le forze d'invasione, tutelare la vita delle persone  a cui avevamo fatto credere in una nuova alba sociale e che, invece, si ritrovano traditi e abbandonati al loro destino come pedine che non servono più ai nostri interessi?

 
Nient'altro si può fare se non dialogare con i Talebani se non si vuole scatenare un'altra guerra ventennale utile solo ai costruttori d'armi, i veri padroni del mondo, quelli che insieme alle multinazionali del farmaco hanno potere di vita e di morte sui cittadini del mondo. Le guerre servono a svuotare gli arsenali ma non a riempire il granaio di tutti.


Conte ha detto l'unica cosa giusta e sensata, quella che hanno detto e dicono tutti i capi di governo nel mondo, Biden compreso, che devono decidere se mandare altri connazionali a combattere e morire e ne sentono il grande peso.

 

Non la pensano così solo i cazzeggiatori della politica, i narcisi del potere, i guastatori al soldo dei potenti e dei ricchi, quelli che se ne stanno comodamente sdraiati sulla spiaggia della Versilia o a bordo di uno yacht per un bagno rinfrescante o a bere mojito al Papeete.

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