Pedane, una ficata o una cacata?


 
 
 Faccio mie le domande che pone all'amministrazione Piero Vasile riguardo alla faccenda delle pedane. Ecco il link al suo post https://www.facebook.com/pvasile/posts/10222413942208607
Non nutro speranze che rispondano. Dovrebbero essere i partiti che stanno disonorevolmente all'opposizione a portare in consiglio le giustissime contestazioni che fai tu, Piero.
 
Gli spazi pubblici hanno bisogno di cura secondo un piano preciso, che dia uniformità d'intervento, un progetto che preveda di agire con soluzioni e materiali omogenei e uguali per tutta la città, delle opere progettate e approvate secondo il parere degli esperti di urbanistica e arredi urbani. Non si può permettere che qualsiasi cittadino, secondo il suo personale gusto (magari anche pessimo!) si appropri di uno spazio pubblico. No, non si può permettere a nessuno di fare una cosa vietata dalla legge. Neanche se ad animare il cittadino è la buona volontà di "fare qualcosa per la propria città", "rendere bella la propria città".
Assolutamente encomiabile che i cittadini si sentano così partecipi delle sorti del proprio paesello da sentire un impulso a fare qualcosa. Ma non si può "abbellire" la propria città a proprio piacimento, perché, semplicemente, non si può, non è permesso. Perché la città è di tutti e sul pubblico solo il governo locale può intervenire, secondo le regole.
 
A maggior ragione, se non bastasse la legge, non si può ed è vietato se quello che fanno i cittadini, pur animati da buone intenzioni, è evidentemente brutto e penoso, come brutte e penose sono le pedane con i fiori rinsecchiti e abbandonati. Uno spettacolo sgradevole e, nel caso migliore con i fiori belli vivi, di un'ordinarietà casereccia che non si può assolutamente digerire. 
 
Ora, io voglio dare a Emanuela Indiano (mi pare che l'iniziativa sia nata da lei, e poi abbracciata dall'assessore del "filo spinato elettrico", del "Non c'è nulla di cui scusarsi!") ciò che le spetta: un encomio per la sua partecipazione attiva al destino di Cvetrano. Brava! Ce ne fossero tanti di cittadini così, che hanno a cuore la pulizia e il decoro del paese.
Ma basta, però! Nient'altro. Non posso accettare che dalla sua buona volontà discenda una illegalità. Ma, soprattutto, non posso accettare che la città, che è anche mia, venga imbruttita da pedane malamente dipinte e fiori morti. La pedana se la faccia e tenga a casa sua, con i fiori curati e vivi, e la consideri pure un "figata", se crede, perché io non andrei mai a sindacare in casa sua, non glielo direi che a me sembra una "cagata". Sennò devono essere "cacate" studiate, progettate e approvate dall'ente governativo.
Che un cittadino sconosca che sul luogo pubblico non può mettere neanche una virgola senza commettere reato è inammissibile, ma che un'assessora non lo sappia o faccia la gnorri e violi la legge, lei la paladina della legalità, quella de "gli altri sono tutti corrotti", lei quella dei vaffanculo a tutti, è surreale. Di sicuro le mancano gli strumenti, non solo culturali, ma anche intellettuali per capirne di politica e di leggi.
 
Come dimenticare quando, sotto a un post in cui si chiedeva ragione di una promessa mancata del sindaco a una cittadina, la delibera contro i botti di capodanno, lei, con grande garbo, si è sentita di intervenire al posto del sindaco, che personalmente veniva chiamato in causa, dicendo che "il 31 (Dicembre) siamo stati troppo impegnati e, poi, queste delibere non servono a niente!". 
Capito? Il 31 Dicembre erano troppo impegnati da cose più importanti e non hanno approvato la delibera, anche perché non serviva a niente!!! Chi non sa che le delibere contro i botti devono per forza essere approvate il 31 Dicembre, non un giorno prima? Chi non sa che queste delibere, quando si approvano, servono, non contro i botti, ma per dare il contentino alla signora castelvetranese, amata insegnante ed apprezzata poetessa, che gentilmente chiede al sindaco di reiterare la delibera dell'anno prima (indiscutibile merito di Alfano)? Come rompe questa signora! Ma non lo capisce che queste delibere non servono a niente.
E alla richiesta di scuse da parte del sindaco lei, l'assessora delle ronde punitive, si arrogava il diritto di rispondere al suo posto dicendo che « Non c'è nulla di cui scusarsi!». Il sindaco Alfano, invece, con quella signorilità che non gli manca, andò a scusarsi personalmente con la signora. L'assessora sa, forse, come ci si comporta in un cortile ma non ha alcuna idea di come ci si comporti nelle istituzioni.

 

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