Castelvetrano, capitale morale? Ma di che?

 


 

Scrive A. Quarrato di Orgoglio Castelvetranese:
«Eravamo la capitale morale ed economica della valle del Belìce, eravamo una comunità che sapeva far valere le proprie ragioni, eravamo punto di riferimento per la scuola , l’economia e la sanità.»
E invita alla riscossa «Con un sindaco con la fascia, pronto come fu allora Beppe Bongiorno, a guidare la folla.»


Io sono più vecchio di Quarrato.  E il mio più grande rammarico di fronte a queste affermazioni, che ogni tanto qualcuno tira fuori dalla sua manica di prestidigitatore, è di essermi perso questa età dell'oro.
Eppure, mi dico, vivo qua da 70 anni. Mi sono distratto? Vivevo nella capitale "morale" ed "economica" della valle del Belice e non me ne sono accorto? E, ignaro, nei miei 20 anni andavo in discoteca e al cinema a Mazara, quando, dicono costoro, c'era ogni ben di dio a Cvetrano?
La capitale "morale"! E quella reale? Salaparuta? Poggioreale? Campobello?

Io mi ricordo sempre un paese ad alta densità mafiosa con i mafiosi in affari riveriti e potenti, un'economia agricola da terzo mondo con alto tasso di emigrazione, con l'unico venticello di novità delle cantine sociali. Mi ricordo una città senza guida ideale dai '50 ai '90. I sindaci e le giunte si cambiavano ogni pochi mesi. Pensate che Vito Lipari, per accumulare 4 anni e 2 mesi di sindacatura dovette essere eletto per 5 volte.


Dal '90 in poi quello che mi ricordo è un obnubilamento generale della politica delle idee con l'affermazione delle squallide liste civiche, che nacquero dall'idea sbagliata che si può amministrare senza "idee".
In due anni e mezzo avemmo tre commissari, Zaccone, Ambrosetti e Diego D'Amico. Quest'ultimo, quando lasciò, non fece altro che raccomandare al suo successore, Bongiorno, di dichiarare il dissesto finanziario, visti la situazione delle casse comunali e i debiti accumulati. Il sindaco Bongiorno non dichiarò mai il dissesto del comune e mi sono sempre chiesto come fece, cosa fece, cosa ideò per riuscire a non farlo. Chiese aiuto allo Stato, che ripianò i debiti? Li ripianò con i suoi propri soldi? Eliminò d'imperio i debiti e non li onorò? Non l'ho mai saputo, né mi risulta che Bongiorno l'abbia mai spiegato! 

Io ho ricordi di un comune molto attivo nello spendere e nel sostenere economicamente associazioni e parrocchie locali, come pure durante le successive due sindacature di Pompeo. Errante, che successe a Pompeo, deve aver trovato tutti cassetti vuoti e i debiti alle stelle. Durante la sua sindacatura limitò le uscite e le prebende ai clientes e "Non ci sono soldi!", finalmente, diventò un ritornello. Chissà se avrebbe avuto il coraggio di dichiarare il dissesto finanziario del comune. Lo ha fatto un commissario, venuto qui per la mafia. 

Che sia questa l'età dell'oro a cui si riferisce Quarrato? Ma quanti anni aveva Alessandro nel '90? Davvero si ricorda la Cvetrano ante-90 con un sindaco al mese e chissà quali comitati d'affari a gestire la cosa pubblica? Davvero giudica la china post-90, che ci ha precipitati, nel volgere di 30 anni, nel dissesto più grave della nostra storia, l'età dell'oro? Se fosse così ne discenderebbe che il dissesto economico della nostra città ha origini più recenti, magari nella sola sindacatura Errante. Ma noi sappiamo che non è così. 46 milioni di debiti non li accumula Errante in tre anni. Anzi parrebbe che lui abbia posto fine allo spendere senza disponibilità.

Capitale? Ma di che?

Abbiamo visto film diversi.

Per quel che riguarda la lamentela che i Castelvetranesi sarebbero apatici e poco vogliosi di far valere le loro ragioni ci sono tre considerazioni possibili: 

1. I Castelvetranesi sono sempre stati così. Chi più di loro può essere disincantato? Contadini e braccianti sempre alla mercé dei signorotti locali a cui da sempre sono abituati a delegare la risoluzione dei problemi? Un capo dei capi che avesse a cuore il suo territorio, non lo farebbe depredare della sua sanità. Neanche la mafia è più quella di una volta.

2. Nelle battaglie perse, la colpa non è delle truppe che mancano ma dei generali che non hanno saputo raccoglierle e guidarle.

3. Persone adulte che giocano alla raccolta di firme, che si siedono dietro il furgone dei traslochi di pediatria, in segno di protesta, che fanno riconsegnare la tessera elettorale ai cittadini invece che educarli alla giusta politica, non possono avere se non il seguito che hanno.




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