Le sardine, quelle di terra, mi annoiano più della quotidiana pasta cu la sarsa degli anni cinquanta.



Ogongo, quello che pare essere il capo delle sardine romane, si è lasciato scappare un "La nostra piazza è aperta anche a casapound".
Titoloni, twitter ingolfato, dibattito: "Chi siamo?".

Di lì un profluvio di precisazioni, smentite, orgogliose riaffermazioni di antifascismo, posizioni più renziane tipo "Vabbe', se ci daranno il voto e si pentono accettiamo anche quelli di casapound, perché no?", "Siamo apolitici quindi accettiamo tutti (e tutto?)", "Siamo apolitici e quindi non accettiamo nessuno (simbolo) e tutti (senza simboli di partito), e il contrario di tutto, "Noi non siamo apolitici" (Mattia, la madre delle sardine).


Sarà perché sono vecchio e la mente mi fa sempre più spesso lo scherzetto del déjà-vu, ma, a me, le sardine non riescono a entusiasmarmi, e mi annoiano più della quotidiana pasta cu la sarsa degli anni cinquanta. Forse l'espressione "Sempri pasta cu la sarsa?" è la variante casereccia dei "corsi e ricorsi"? Da Guglielmo Giannini a Berlusconi, da Mastella a Bossi, da Grillo a Salvini qualunquismo a go-go.


È vero che la dichiarazione ha suscitato molte proteste di altre sardine, ma non mi risulta che sia stata smentita. Piuttosto ci sono comunicati che ribadiscono l'antifascismo del movimento. E poi ... la noia.
Io sono seduto un po' più giù sulla riva del fiume e aspetto il passaggio delle sardine "apolitiche".


L'etichetta di "apolitico" è stata finora, negli ultimi cent'anni, usata sempre e solo da qualunquisti e fascisti. Sono persone che pensano che le idee non c'entrino col governo della società, i qualunquisti e i fascisti, come se governare fosse solo riempire le buche delle strade e cambiare le lampade in strada, e non anche indicare e perseguire un'idea di stare insieme, un'utopia di società.

Ah! Se affollare le piazze equivalesse a riempire le urne. In Gran Bretagna prima della sconfitta la sinistra riempì tante di quelle piazze che molti si erano già illusi che Boris fosse ormai un brutto ricordo. Se le manifestazioni di piazza potessero effettivamente indirizzare la politica e fare un boccone dell'establishment economico, oggi in Egitto, in Tunisia, Libia e Siria ci sarebbe almeno un po' di democrazia e un po' di Primavera.. La costante dei movimenti di piazza è il rifiuto di farsi mettere il cappello da chiunque. Ma non mettersi alcun cappello non impedisce a chi "può" di mettercelo ugualmente. In altre parole chi ha il potere o ha i mezzi per combattere per il potere si fa un solo boccone delle sardine di tutti i tempi. Ora, la verità è che oggi, se andassimo alle urne, vincerebbe Salvini e compagnia "bella". La verità è che, oggi, la destra rimpolpata recentemente con il IV% di Renzi, in Italia trionfa com'è sempre stato, d'altronde. Se vogliamo consolatoriamente vedere nelle sardine lo stato dei nostri anticorpi per il fascismo, nella speranza che siano sufficienti alle urne, facciamolo. Ma perché illudersi e farsi del male?



Sono due frasi da tenere in tasca. Funzionano brillantemente come cartine di tornasole o macchina della verità. E, al contrario della macchina della verità, non fallisce mai!

1. "Non sono razzista, ma..."
2. "Sono apolitico."

In tutti e due i casi si tratta di persone che hanno battuto forte la testa da piccoli o di fascisti.
A essere smentiti si fa sempre in tempo.

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