"Padre Undari tuona contro la mafia"

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Tutti i "non mafiosi" a Castelvetrano. Qualche centinaio! Mi aspettavo peggio!

Ci aspettavamo degli omoni politici, quelli che in vent'anni hanno portato Cvetrano alla rovina, che salissero sui gradini di una chiesa sconsacrata a tuonare contro la mafia. Dagli organizzatori di un corteo antimafia è lecito aspettarselo. Un discorso contro la mafia e i mafiosi della ridente cittadina. Ci aspettavamo che venisse additata e condannata la rete di complicità e di protezione che si è dispiegata in questo disgraziato paese a favore del "vero padre Pio". Un elogio dell'opera delle forze dell'ordine, che nella lotta alla mafia impegnano la loro professionalità e la vita. C'erano tutti. Tutti i responsabili dello sfascio erano lì. Abbiamo intravisto, oltre alle persone per bene, che per fortuna da noi non mancano, anche i cvetranesi della zona grigia. Ma c'erano tutti. Hanno preso la parola per parlare contro la mafia? Macché! Abbiamo dovuto assistere al penoso spettacolo da saggio delle elementari, in cui hanno coinvolto quei poveri ragazzi scout, a cui non hanno neanche fatto imparare quelle quattro parole che dovevano dire, costretti a declamare cosa era Cvetrano e non è più. Gentile, Selinunte, la falsità del Grande principe che era, in realtà un grande sfruttatore e traditore dei siciliani, che non si sarebbe mai sognato di vivere a Cvetrano, solo uno delle decine di possedimenti che aveva in Sicilia, dove il suo vero interesse era la costruzione di avamposti nella guerra che la Spagna, il nostro oppressore, conduceva contro i turchi e tutto a spese non della nobiltà ricca, no, ma del popolino. La nobiltà non pagava tasse. Nessuno dei politici o aspiranti tali ha preso la parola contro la mafia! Nessuno! O me lo sono perso? Eppure era, dicono loro, una manifestazione contro la mafia!

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Due scout usati per dire due parole contro la mafia
e la solita litania Selinunte, la Grecia, G. Gentile,
il Principe "Magnus Traitor". 
Li avete sentiti come hanno coraggiosamente attaccato la mafia. No? E come potevate? Non l'hanno fatto! Il discorsetto striminzito su Matteo Messina Denaro "il cui nome qui pronunciamo, alto e forte, per condannare, senza se e senza ma, lui, i suoi sodali, il mondo e la sottocultura che essi rappresentano" l'hanno fatto "leggere" ad un ragazzino e mentre il poverino parlava chissà quanti politici nostrani si saranno toccati le palle dicendo: "Matte' perdonaci è solo un discorso da cerimonia". O magari si saranno premurati, alla sera, di rassicurare i loro "sodali". Come quel sindaco di nostra conoscenza che di giorno partecipava alle manifestazioni antimafia e la sera rassicurava i suoi "compari" sulla natura solo formale della circostanza.
"Noi siamo concittadini di Carlo d'aragona, il Magnus Siculus," e menzogne dicendo.


Abbiamo sentito anche il veemente discorso della chiesa castelvetranese contro tutti "i poteri mafiosi" e la sua originale metafora del "sassolino nello stagno" del nostro immobilismo. Anche lui ha dovuto leggere le sue quattro parole. "Padre Undari tuona contro la mafia" titolava un giornale organizzatore. Chi abbia voglia di sentire i tuoni di Padre Undari può farlo sul giornale promotore, ma, vi assicuro, non vale la pena: le ho appena citate io le parole tuonanti del prete dell'establishment, che sa benissimo che i commissari oggi ci sono e domani no. E domani si troverà già ammanicato.

Che pena! Che tristezza!
L'unico rammarico che ho è che non sia venuta anche la Petyx delle iene. Avrebbe potuto portare un po' di scompiglio tra la folla di "non mafiosi" con il suo cartello "La mafia fa schifo". Questa volta avrebbe dovuto vedersela con il meglio di Castelvetrano e non con i soliti fannulloni da piazza che ama intervistare lei. Tra i migliori, a cui non manca certo la consapevolezza della gravità del fenomeno, nessuno si sarebbe rifiutato di tenere il cartello, fidanzata permettendo. Ma, soprattutto, avrebbe finalmente potuto confrontarsi con la piccola borghesia gesuitica e perbenista che le rimprovera di evitare, a bella posta, le interviste a chi "parla un passabile italiano e argomenta fuori dalla vulgata."


P.S. Se volete vedere il video che Primapagina ha pubblicato sul corteo questo è il link. I tuoni di Padre Undari cominciano al minuto 24:05.
https://www.primapaginacastelvetrano.it/speciale-sonocastelvetranesenonsonomafioso/

Commenti

  1. In sintesi, mi pare di aver capito che è vero che a CV solo una piccola parte della popolazione è collusa con la mafia ma è anche vero che è colpa dello stato se si è arrivati fino a questo, dov'era lo stato in tutti questi anni e dov'è adesso che molte aziende sono state confiscate alla mafia e i lavoratori non hanno più un lavoro.
    Tutta colpa dello stato(che siamo noi), la regione, la provincia, il comune, l'Assessore, il consigliere comunale, l'ingegnere capo del comune, il segretario, la cabina elettorale il COMMISSARIO, l'elettore e anche la scuola HA STATO perché anche la scuola è Stato.
    Noi no, no, noi no. Diciamolo forte all'OSTATO.

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