Nina Simone. Che ne sanno i fascio-razzisti della poesia che emana da e insuffla le lotte dei neri per l'emancipazione, loro che sono sempre dalla parte degli oppressori?

 


Ascoltate mentre leggete, ma anche fate come vi pare!



    Mi chiedevo, alcuni giorni fa, su facebook condividendo un video di Nina Simone che
canta "Ain't got no, I got life":

che ne sanno i fascio-razzisti della poesia che emana da e insuffla le lotte dei neri per l'emancipazione, loro che sono sempre dalla parte degli oppressori?

    "Ain't got no" di Nina Simone può essere considerata un'alta espressione poetica dell'acquisizione di consapevolezza da parte di tutti quelli che subiscono discriminazioni sociali per arrivare al gesto finale della ribellione contro l'ingiustizia. La semplicità del testo e della musica aggiungono altezza alla poesia che sembra un piccolo miracolo espressivo.
    "Ain't got no" di Nina Simone ha una struttura semplice e quasi minimalista, sia nel testo che nell’arrangiamento musicale, per trasmettere un messaggio di presa di coscienza e di resistenza.
    Il passaggio dalla condizione di oppressione e discriminazione alla consapevolezza del proprio valore è centrale nella canzone. Questo percorso interiore, che culmina nel gesto finale di ribellione, rispecchia il percorso di molti individui e comunità che, subendo ingiustizie, decidono di reagire e lottare per i propri diritti.

I ain't got no home, ain't got no shoes
Ain't got no money, ain't got no class
Ain't got no skirts, ain't got no sweater
Ain't got no perfume, ain't got no bed
Ain't got no man
Ain't got no mother, ain't got no culture
Ain't got no friends, ain't got no schoolin'
Ain't got no love, ain't got no name
Ain't got no ticket, ain't got no token
Ain't got no God


    
    Tutto nasce con la triste e disperata constatazione
della propria miseria e del bisogno di tutto ciò che fa di un uomo una persona: non ho un nome, una casa, dei vestiti, cultura, amore, amici, un letto.
    La scelta di un testo e una musica essenziali non solo non indebolisce il messaggio, ma al contrario ne esalta la forza.
    La sobrietà diventa un mezzo per dare spazio alla profondità emotiva, permettendo all’ascoltatore di focalizzarsi sul significato e sull’intensità del sentimento espresso.
    Questo “piccolo miracolo espressivo” trasforma la canzone in un manifesto, capace di evocare una trasformazione interiore e collettiva.

    Poi, il momento delle domande, della maturazione. Che cos'ho? Perché vivo? Cos'ho che nessuno può portarmi via?


And what have I got?
Why am I alive anyway?
Yeah, what have I got
Nobody can take away?

    Ed ecco la luce in fondo al tunnel. La scoperta che in realtà abbiamo molto più di quanto crediamo, un'infinità di doni, come gli occhi, la testa, il cervello, il sorriso, un'anima, la vita e la libertà, insomma.

    E la vita e la libertà noi ce le terremo strette!

Got my hair, got my head 
Got my brains, got my ears
Got my eyes, got my nose
Got my mouth, I got my smile
I got my tongue, got my chin
Got my neck, got my boobies
Got my heart, got my soul
Got my back, I got my sex
I got my arms, got my hands
Got my fingers, got my legs
Got my feet, got my toes
Got my liver, got my blood
I've got life
I've got my freedom
I've got life
I've gotten life
And I'm going to keep it
I've gotten life


Nina Simone ha sempre saputo usare la sua arte per denunciare le ingiustizie sociali, diventando un’icona della lotta per i diritti civili. La sua capacità di comunicare emozioni complesse attraverso forme artistiche apparentemente semplici è ciò che rende il suo lavoro ancora oggi così rilevante e ispirante.

Il minimalismo artistico, paradossalmente, può dare vita a un'espressione potentemente evocativa e trasformativa, in grado di toccare le corde più profonde dell’esperienza umana e della lotta contro le disuguaglianze. 


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