19 Settembre 2023
«SCUSATE VOGLIO PRECISARE CHE ESSERE MASSONI NON E' UN REATO.»
Lo scrive su FB un avvocato di Castelvetrano.
Pensa che scrivendo maiuscolo la sciocchezza diventi sensata!
Costui regola la sua vita morale sul codice penale.Di sicuro non sui cristiani comandamenti.
accedere alla Santa Comunione”. «Con questa ultima espressione, la Congregazione indica ai
fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa
Comunione, vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.»
Naturalmente non esiste solo la posizione della Chiesa, magari dettata da problemi di concorrenza deistica dell'Architetto universale di massonica concezione.
C'è anche una morale laica che sa giudicare i comportamenti anche quando non costituiscono reato di fronte alla miserabile giustizia umana ma sono disdicevoli eticamente.Niente, in un paese democratico, può giustificare l'esistenza di associazioni che ambiguamente o loscamente o, spesso, illegalmente con "logge" segrete, agiscono per il "potere" e il "governo" del Paese.
Niente.
D'altronde i massonici potrebbero lamentare che la stessa negativa attenzione non si rivolga ad altre "associazioni" non solo lecite ma al centro della vita sociale di tutti i Comuni italiani e molto ambite dalla piccola e media borghesia in cerca di affermazione sociale.
Non sono forse delle ambigue e trasversali lobby in cui si riuniscono, in privato, pubblici e privati poteri economici e politici?
Update 17/11/24
Mi riferisco a tutte quelle americanate tipo lion's, rotary e co., le quali, oltre a costituire, principalmente, delle fratellanze di potere e per il potere, hanno sempre avuto la funzione tipicamente capitalistica del padrone che allevia con l'elemosina le sofferenze di quelli stessi che sfrutta per la propria ricchezza. Li paga due lire che non bastano a sopravvivere con una mano e con l'altra gli porge una monetina che per il povero non vale niente ma molto vale per il ricco che crede, così, di mettersi la coscienza a posto.
Per affermare la "verità" del padrone doppiamente benefattore. Perché dà all'infelice del lavoro per cui gli deve essere grato e perché, per cucuccio, lo aiuta con l'elemosina di cui, pure, dev'essergli grato.
Questo mio è un discorso che riguarda il sistema, non i singoli individui, che, nel loro intimo, possono essere genuini e in buona fede, ma sempre e solo ingranaggi del sistema.
Mia madre apparteneva a una famiglia di semplici "burgisi", piccolo-medi proprietari terrieri, benestanti ma non ricchi - la ricchezza era che non mancava mai niente a tavola. Bene, lei, a cui avevano insegnato a non perdere mai di vista quelli rimasti indietro, si faceva un punto d'onore di fare elemosine alla porta o alla chiesa, olio alle suore ogni volta, piccole beneficenze e riguardi per i più sfortunati. Mi raccomandava sempre di non dire mai ai miei compagnetti di giochi cosa si mangiava a casa nostra per non mortificare quelli che, magari, non avevano la possibilità o l'abbondanza di cibo che c'era a casa mia - non certo aragoste e caviale!.
Non ho niente contro l'elemosina - io stesso sono un generoso elargitore di elemosine e mance - e men che mai contro le persone che la fanno.
Quindi non se la prendano personalmente i miei amici che dovessero sentirsi chiamati in causa. Solo invitati a una riflessione.
Credo, inoltre, che ci sia differenza tra l'elemosina individuale e privata, che può essere assolutamente lodevole - ad esempio il ricchissimo filantropo Bill Gates, che spende i suoi miliardi per i problemi africani e nel mondo - e l'elemosina organizzata: sono sicuro che chiunque concordi con me che la diffidenza in questo caso aumenti. Non solo perché la beneficenza passa per le mani di un intermediario e quindi si assottiglia, dato che l'organizzazione costa, ma anche e soprattutto per la fiducia che si è costretti a riporre nell'intermediario.
A volte, per di più, la beneficenza di questi "club", americani d'origine, assume aspetti grotteschi come il regalo di un Calendario ai carcerati di Castelvetrano, una settantina al massimo. Non tanto per l'esiguità del valore economico ma per la crudeltà intrinseca nel gesto. Un calendario a un carcerato. Oppure le cene "al buio" o alla luce per la raccolta di fondi che ammontano a una somma spesso inferiore alla spesa per la cena. Non si può fare beneficenza senza mangiare?
Insomma, caro il mio avvocato, esistono comportamenti e azioni deplorevoli che la legge non considera reati, ma che, se guardati con il prisma di una qualsiasi morale, atea o cristiana, sono socialmente condannabili.
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