No Mafia! Sicilian brand













È incredibile e difficilmente spiegabile il fastidio che provano tutti a Castelvetrano quando si parla di mafia. Si infastidiscono anche le persone per bene, che nulla hanno a che fare con la mafia, ma, sentendosi toccati dalla nomea, preferirebbero non se ne parlasse, semplicemente. 
Giornalisti senza nerbo, falsi giornalisti che raccolgono notizie da "assemblare" sul loro "giornale online", che quando intervistano "chiunque" lo fanno in ginocchio, inviandogli prima le domande che faranno, falsi giornalisti che curano il potere come fonte di privilegi e finanziamenti, giornalisti che non hanno mai trovato il tempo di dire una sola parola contro la Mafia, il cancro della società siciliana, che non hanno mai scritto di mafia che domina incontrastata il nostro territorio, che parlano solo di mare sole e Gentile, hanno il coraggio di accusare quei pochissimi giornalisti veri che di mafia parlano. E di cosa dovrebbero parlare? Della riapertura dello stadio (Stadio! Campetto di calcio!) dopo sette anni di chiusura? Di come fare dormire e lavare gli immigrati che raccolgono le olive, dopo quarant'anni che sfruttiamo questi lavoratori stranieri?
 

 La rovina di Castelvetrano non è tanto la mafia ma anche i fiancheggiatori, i simpatizzanti. Al contrario di quanto qualcuno afferma questi sono la maggior parte dei castelvetranesi; basta leggere i commenti che hanno affollato il tema Iddu sì-Iddu no su Facebook. Come al solito è la piazza (vera o virtuale) a misurare il polso sociale non i salotti bene o i mafiosi in giacca e cravatta o gli "inconsapevoli" (= imbecilli). 

È scoraggiante, lo so, e verrebbe voglia di arrendersi.

Scoraggiante vedere persone che niente hanno a che fare con la mafia e contano come la crema della città simpatizzare per e solidarizzare con personaggi che pongono la loro vita nella zona grigia tra criminalità e legalità. 

Non è vero che i giornalisti diffamano Castelvetrano. Prova ne sia che un sedicente giornalista, per giunta forestiero, fa appelli, su castelvetranonewspuntoit, alla stampa, perché la smetta di dipingere Castelvetrano come mafiosa, di smetterla di parlar di mafia e sostiene che lui "non sa nulla di mafia". Ma se non sa nulla che minchia lo porta a parlare di mafia? 


Quello che preme a queste persone è mettere la polvere sotto il tappeto, ovvero risolvere i problemi senza, non solo affrontarli, ma neanche parlarne.

 Se hai una malattia, non parlarne con nessuno, neanche con il tuo medico. Così ragionano molti. 


Gli preme affermare con forza che a Castelvetrano non tutti siamo mafiosi. Ora, tutti siamo d'accordo che non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma il fatto è che nessuno si sogna di affermare una tale grossolanità. Nessuno. E allora con chi ce l'avete, contro chi protestate? 

La categoria più perniciosa e incomprensibile, nel 2024, è quella dei negatori di mafia. Se non la negano è per dire che la criminalità è dappertutto e non solo a Castelvetrano. 

Sì, è vero ma a Castelvetrano si chiama MAFIA e domina ogni aspetto economico del nostra città. 

Occupiamocene!

Ammatula si mettono luci  e si illuminano i monumenti, come sembra di moda nell'ultimo anno. Lo sforzo delle amministrazioni di illuminare il paese è lodevole e testimonia della nostra arretratezza. Siamo ancora all'illuminazione come nei villaggi del terzo mondo. Intere vie senza luce. 

La luce che bisognerebbe accendere è quella che squarciasse il buio di una società profondamente malata. Di mafia.

Invece le luci servono per oscurare i tremendi problemi economici, sociali e culturali (Caccamo docet!) che ci sovrastano.


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