Tornano a metterci la faccia. Quella che gli è rimasta dopo i "grandi successi" delle loro iniziative.
Dopo cinque anni che si agitano per il nostro ospedale, caduto sotto l'attacco della destra che persegue l'idea di una sanità tutta privata, lo sfacelo non solo ha subito un'accelerazione ma non sembra volersi fermare.Il nostro ospedale si difende all'Assemblea regionale siciliana con la politica dei partiti che vi siedono e fanno leggi sulla sanità.
Non si difende con un comitato cittadino, sconosciuto e impotente con ridicole raccolte di firme.
Se i castelvetranesi, tra cui i membri del comitato orgoglioso tutti rigorosamente di destra, non capiscono che finché votano Destra stanno votando per lo smantellamento della sanità pubblica, a rigore, non hanno alcun diritto di protestare.
Ma questi orgogliosi non fanno battaglie per la sanità pubblica. Fanno scaramucce di campanile: perché Mazara sì e Castelvetrano no? Marsala sì e noi no? Non sono vere "lotte"! Loro se ne fregano delle politiche: loro vogliono tutto, la sanità pubblica al meglio e pure quella privata. Non si possono avere le due cose insieme. Sono antitetiche.
Questi orgogliosi, tra tutte le forme di lotta, hanno scelto quelle, fallimentari in partenza, delle raccolte di firme (per ben due volte) e della restituzione delle tessere elettorali.
Non c'è da dire "almeno ci hanno provato"! Si sapeva all'inizio che non avrebbe portato alcun risultato. A qualcuno di voi risulta che una raccolta firme abbia mai risolto qualcosa?
Allora? Si sono e ci hanno presi in giro?
Certo, hanno fallito.
Adesso leggo che Orgoglio castelvetranese riprenderà la sua lotta per l'ospedale. La riprende perché, in cinque anni che "ci mettono la faccia" , che si agitano tra un banchetto di raccolta firme e voli a sorpresa a New York per conferire con Musumeci, non hanno raggiunto nessun risultato, neanche micro.
In compenso, quando avevano deciso di arrendersi diedero la colpa, indovinate a chi?, alla politica e ai cittadini castelvetranesi, troppo apatici e per niente partecipi o sensibili alle nobili cause del comitato.
Quattro cose hanno fatto Calcara, Colaci e co. e tutte e quattro sono state un fallimento.
Fallite le due (2, due) raccolte di firme di cui non si è saputo più niente.
Fallita la restituzione delle tessere elettorali.
Ma l'iniziativa che li ha per sempre definiti è stata peggio di un fallimento.
Il corteo contro lo Stato, nella persona
del commissario dott. Caccamo, sotto lo slogan #sonocastelvetranesenonsonomafioso.
Adesso si ripresentano a fare politica facendo finta di non farla.
Loro si battono per la comunità.
Adesso leggo che Orgoglio castelvetranese riprenderà la sua lotta per l'ospedale. La riprende perché, in cinque anni che "ci mettono la faccia" , che si agitano tra un banchetto di raccolta firme e voli a sorpresa a New York per conferire con Musumeci, non hanno raggiunto nessun risultato, neanche micro.
In compenso, quando avevano deciso di arrendersi diedero la colpa, indovinate a chi?, alla politica e ai cittadini castelvetranesi, troppo apatici e per niente partecipi o sensibili alle nobili cause del comitato.
Mi immagino già cosa un "orgoglione" potrebbe dire, anzi lo leggo su FB:
«Continua pure a lamentarti di quelli che ALMENO ci hanno provato ma poi, alla vista dell'impenetrabilità delle proISTITUZIONI si sono arresi... lagnati, lagnati pure...» A. M.Quindi non possiamo mai lamentarci dei nostri politici, qualsiasi risultato ottengano, perché "ALMENO" ci hanno provato? Senza senso.
Quattro cose hanno fatto Calcara, Colaci e co. e tutte e quattro sono state un fallimento.
Fallite le due (2, due) raccolte di firme di cui non si è saputo più niente.
Fallita la restituzione delle tessere elettorali.
Ma l'iniziativa che li ha per sempre definiti è stata peggio di un fallimento.
Il corteo contro lo Stato, nella persona
del commissario dott. Caccamo, sotto lo slogan #sonocastelvetranesenonsonomafioso.
Il bersaglio era Caccamo che si era espresso in maniera poco lusinghiera sui castelvetranesi che si mostravano poco collaborativi con lo Stato, accusandoli, praticamente, di omertà mafiosa.
Quando si accorsero dell'azzardo della mossa, in corsa tentarono di cambiare bersaglio e invano lo definirono "contro la mafia" e invano invitarono a partecipare lo stesso commissario, che, sdegnato, si rifiutò, perché furono bacchettati malamente anche dall'allora presidente della commissione antimafia Claudio Fava.
Claudio Fava sul corteo di Orgoglio castelvetranese
Adesso si ripresentano a fare politica facendo finta di non farla.
Loro si battono per la comunità.
Non sono mica personaggi in cerca di visibilità politica.
Mica come quegli apatici e insensibili cittadini castelvetranesi!!
Mica come quegli apatici e insensibili cittadini castelvetranesi!!
Nessun commento:
Posta un commento