Propaganda di guerra? No, grazie.



Ho già detto ciò che penso della propaganda di guerra? È falsa come le campagne elettorali in democrazia. Non le seguo neanche. Non mi va di muovere la testa da destra a sinistra come uno spettatore di una partita a tennis, con questo rimpallo continuo di colpe e crimini:  "Decapitati 40 bambini israeliani!" . "Ammazzati 1000 civili nell'esplosione causata da bombe israeliane di un ospedale!".  Non mi va sobbalzare sulla sedia ad ogni notizia di crimini di cui palestinesi accusano gli israeliani o viceversa. Non aspetto di alzarmi al mattino per andare a leggere la fonte palestinese preferita per indignarmi e raccogliere e pompare il mio odio per Israele. Né mi alzo per leggere che Netanyahu smentisce e attribuisce ai razzi di Hamas la colpa della strage dell'ospedale. Io non ho il sangue agli occhi. Io cerco di mantenere la calma, di aspettare che le cose si chiariscano e giudico cercando di mantenermi nell'ambito della informazione indipendente per quel che posso. L'unica cosa che mi sta a cuore è la pace. Non sto affatto sostenendo di essere obiettivo, sia perché non posso esserlo, sia perché non voglio. Io vivo per la mia soggettività che per me è ciò che vale. Non si può fare a meno di essere almeno un po' di parte: per una questione di affinità culturali, storiche, per imprescindibili legami sentimentali, per senso di appartenenza, per problemi di collocazione nel quadro della politica internazionale.


Tutte quelle ragioni di partigianeria che mi indurrebbero a stare, come è scontato, per il mio paese, ma anche per paesi, a me stranieri sì, ma cari, nel senso sopra illustrato, come la Francia o l'Inghilterra se dovessero combattere contro paesi ancora più stranieri, culturalmente e politicamente lontani da me. Una guerra tra Germania e Cina mi vedrebbe schierato dalla parte della Germania a prescindere da torti e ragioni che in guerra ce n'è sempre a bizzeffe per tutte le parti.

Non nutro sentimenti di affinità per il popolo palestinese. Come potrei? 

Significa che io approvo qualsiasi cosa faccia Israele? Approvo forse ciò che fa il governo Meloni solo per patriottismo? Meloni la vorrei in bocca a un cane, ma se Putin domani attaccasse l'Italia il mio cuore sarebbe per l'Italia nonostante Meloni.




Significa che io non veda le atrocità commesse "anche" da Israele. Le vedo sì. Le riconosco bene come le atrocità che sempre le guerre si portano appresso. Non esistono i crimini di guerra: è un crimine la guerra stessa.

In una guerra che dura da decenni e decenni è difficile dire chi aggredisce e chi si difende. La cosa certa è che c'è una guerra e quando si è in guerra niente di buono può venire da ambo le parti: solo lutti e tragedie.

È così per Israele. Il mio cuore batte per Israele e non vedo perché dovrei vergognarmene. Le risoluzioni ONU valgono quello che valgono. L'ONU è una sorta di parlamento internazionale senza poteri, meno male, in cui si delibera a maggioranza, come nel nostro democratico parlamento che, a maggioranza, stabilì che Ruby era la nipote di mubarak anche se non lo era. Non certo secondo "obiettività" e "giustizia". E succede che i paesi arabi vi abbiano un peso enorme. 




Sebbene la parte araba dei palestinesi non sia del tutto estranea a noi siciliani, è, tuttavia, la parte che amo meno, per certi versi. In una parola "stranieri" per me sono. Mi sento lontano da loro culturalmente, politicamente, socialmente. Significa che hanno meno diritti degli Israeliani? Non sono così invasato e fanatico da sostenerlo.

Io sono a favore dell'idea, della soluzione di due stati liberi in un territorio diviso più equamente. 

Riconosco il diritto di Israele ad avere uno stato in quella terra come quello dei palestinesi ad averne uno tutto proprio. 

Difendo il diritto dei palestinesi di ribellarsi alle condizioni di inaccettabile sottomissione in cui vengono tenuti da un governo israeliano di estrema destra (Destra=Guerra). 

Non difendo il loro proposito di distruggere Israele, che ritengono un loro "diritto".

Difendo il diritto di Israele a difendersi dai patrioti-terroristi 

Quello che da 70 anni vedo, però, è che chi è contrario a questa soluzione - ragionevole per chiunque a questo punto della storia - sono e sono sempre stati i palestinesi, che non riconoscono alcun diritto a Israele, che deve essere distrutta. Da 70 anni i palestinesi si intestardiscono nella loro politica dei tre no ossia “no alla pace con Israele, no al riconoscimento di Israele e no ai negoziati con esso”.


Mi riesce difficile non dare la colpa della guerra in atto a chi la vuole e la persegue con determinazione da sempre. 

Nella vita degli individui si è spesso sconfitti, spesso si combattono guerre. A volte ci si può arrendere. La resa è talvolta imposta dalla mera necessità di vivere. Non c'è vergogna nella resa, soprattutto se ti consente di prendere altre strade o di riprenderti la tua vita. I palestinesi eroicamente, invece, non si arrendono e, dicono, sono "non solo disposti a, ma onorati di morire  per la liberazione della Palestina", come ha detto in questi giorni un anziano leader di Hamas.

Ecco! Quando si è disposti a morire è più facile che succeda.

Commenti

Post popolari in questo blog

"Are you lonesome tonight?" "Ti senti sola stasera?" Elvis Presley, Bobby Solo, Michele, Little Tony

Il Cretto di Burri. Vale la pena di mantenere una delle più inquietanti e obbrobriose opere di land art di sempre? Desolante e desolata nell'assolata campagna.

Dance me to the end of love. Olocausto e amore.