Le querele temerarie come forma di intimidazione contro chi scrive liberamente e per ingolfare il sistema giudiziario che avrebbe cose più serie che correre appresso all'ego e ai capricci di chi ha tempo e soldi da sprecare. Con me non funziona, Gorgoglio!





Così rispondeva la signora Navetta, in buona fede, a qualcuno che criticava il comitato “orgoglio castelvetranese”:
"Ho trovato ridicolo che tu rivolgessi quel commento al comitato, essendo lampante unica realtà locale che ha sfidato tutto e tutti."

Scosso da questa "lampante" falsità ho voluto precisare che "Gorgoglio castelvetranese non ha sfidato un cazzo di nessuno. Ha solo organizzato, con l'aiuto nascosto della mafia, un corteo contro un commissario antimafia. Scusi la parolaccia"

Ecco che subito sono partite le promesse di querela!!

Rosalia Ventimiglia: Egregio signor La Rocca,o presunto tale,il corteo è stato organizzato da noi del comitato con l’aiuto della nostra buona fede e intenzione.le sue accuse sono molto infamanti e diffamatorie e da tali verranno affrontate da chi di competenza.

Antonio Colaci: Franco La Rocca il qualunquismo alla ribalta. Le sue affermazioni rappresentano il solito modo di sparare nel mucchio e denigrare chi tenta di fare qualcosa contro l’atteggiamento passivo ed omertoso di buona parte della popolazione castelvetranese. Io non ho le sue capacità divinatorie, quindi, non conoscendola, non sono in grado dire che lei è un povero deficiente come dimostra da ciò che scrive. Invece lei che ce le ha quelle proprietà, sa che abbiamo organizzato il corteo con l’aiuto nascosto della mafia.
Solo per questa frase potrebbe essere querelato se solo avessi tempo, sia io che tutti i componenti del Comitato, di denunziare uno scribacchino da quattro soldi come lei mostra di essere.
Le consiglio di cancellare subito il suo commento. Altrimenti domattina sicuramente qualcuno di noi troverà il tempo di andare dai Carabinieri e denunziarla per diffamazione. Chi scrive è stato Presidente del Comitato che ha organizzato il Corteo e che ha rappresentato per molti mesi l’unica voce pubblica delle giuste istanze della popolazione castelvetranese. Sono contro la mafia e contro qualsiasi forma di prepotenza dalla nascita, e come me tante altre persone a Castelvetrano. Io plaudo e rispetto lo sforzo di Polizia e Carabinieri per la legalità e non mi sognerei mai di dire che, se di recente come in tante altre disgraziate occasioni sono stati arrestati poliziotti e carabinieri, tutti i poliziotti ed i carabinieri sono dei delinquenti. Si vada a fare un bell’esame di coscienza, si informi bene e la smetta di scrivere minchiate che le possono costare caro.”

Franco La Rocca: Credo di saper maneggiare l'italiano con una certa padronanza. Purtroppo, in quel comitato c'erano anche persone amiche mie. 

Quindi se avessi voluto
attribuire una collusione con la mafia ai componenti del comitato avrei senz'altro parlato di complicità. Avrei detto: "con la complicità della mafia". La mafia aiuta anche chi non vorrebbe essere aiutato, purché il suo interesse sia anche il Suo di lei, nostra signora la mafia. La mafia era la sola, in quel momento, ad avere interesse a spargere per la città un malcontento per la gestione commissariale e ha lavorato febbrilmente dietro le quinte per questo scopo. E come per miracolo dopo un anno, ecco un corteo anti commissario Caccamo, il quale, infatti, si è rifiutato di partecipare anche quando è stato invitato, con l'aggiustamento del tiro e una nuova targhetta antimafia. In quella stessa occasione il Presidente della commissione antimafia ebbe a dire “Contro la mafia non si costruiscono cortei per reclamare l’orgoglio patriottico di una città”.
Un corteo riveduto e corretto” ha detto Fava, che non è nato proprio sull’onda della benevolenza nei confronti del lavoro commissari, ai quali invece bisognerebbe far sentire la propria presenza. Una presenza che dovrebbe essere fondata sull’accoglimento dei segnali che vengono dati dagli stessi commissari."



Quindi riepilogando, considero politicamente e civicamente responsabili i componenti del comitato per questa alzata di scudi inopportuna moralmente e ragionevolmente, per questa inutile iniziativa, puerile e senza senso, che giovava solo alla mafia. 
Non li accuso certo di accogliere tra le loro fila dei mafiosi, perché non lo so. Bensì di aver combattuto una battaglia, in definitiva per la mafia, contro i commissari, che avrebbero meritato rispetto e collaborazione, e i quali invece si ritrovano contestati da un gruppo di persone apparentemente per bene, professionisti, giornalisti, avvocati, anche di mafiosi, medici, associazioni varie, che in teoria avrebbero dovuto stendergli dei tappeti rossi per venire a fare questo ingrato lavoro per conto dello Stato. Un gruppo di persone oneste, fino a prova contraria, cadute nella trappola tesa loro dalla Signora.
Io credo, non mi sono documentato a fondo, che al dott. Caccamo mai fosse capitata nelle sue esperienze precedenti, Caltavuturo, Caccamo, Scalea, Bovalino, una manifestazione cittadina contro di lui. Penso che solo l'arroganza e la potenza della mafia locale abbia prodotto questo risultato a Castelvetrano.
Per questi motivi considero il corteo di Orgoglio cvetranese il capolavoro della mafia. Se no come si spiega che cittadini onesti si scaglino contro quello che è venuto ad aiutarli contro la mafia? Come può succedere che il tessuto sociale sano della città si ribelli contro una misura volta al rammendo del tessuto marcio e sfilacciato. Come si spiega in un posto dove niente si fa senza il consenso della Signora, che si organizzi a Cvetrano, una manifestazione antimafia, di cui nei secoli non si ha altro esempio, che mai a memoria mia sia stata organizzata prima quando veramente ci sarebbe stato bisogno. Semplice! Non era una manifestazione antimafia. Ma contro lo Stato.


Antonio Colaci: Franco La Rocca,“Gorgoglio castelvetranese non ha sfidato un cazzo di nessuno. Ha solo organizzato, con l'aiuto nascosto della mafia, un corteo contro un commissario antimafia”
Lei saprà anche maneggiare l’italiano ma non lo può usare per mistificare quello che ha chiaramente detto, offendendo il Comitato, i suoi componenti e le sue intenzioni. Glielo dico in perfetto italiano: l
ei è un provocatore ed un rimestatore. E se c’era qualche amico suo in quel Corteo non ho nessun dubbio sul fatto che abbiano potuto sfilare assieme a noi delle persone che erano fuori posto. Chi ha organizzato il corteo ha sempre avuto un grande rispetto delle istituzioni e, in questo caso, della Commissione Straordinaria che è stata chiamata a sanare le porcherie delle cattive amministrazioni e degli inciuci di bassa politica pregressi alla loro presenza a Palazzo Pignatelli. Siamo stati vittime, purtroppo, anche del pregiudizio generalizzato e dell’antimafia di maniera, un cancro per la Sicilia che in troppe occasioni non ha affatto saputo sanare ma ha peggiorato i guasti della mafia. Il presidente della commissione antimafia avrebbe fatto bene a venire a Castelvetrano il giorno del Corteo non due giorni prima, per rafforzare la nostra azione e non indebolirla con il suo pregiudizio fuori luogo.
Lo ha detto lei che era strano che non si fosse mai organizzato prima un corteo antimafia. E mai prima Castelvetrano era stata ridotta nella maniera in cui si trovava e si trova ancora oggi, infimo livello di qualità della vita, disoccupazione, gravi carenze nei servizi essenziali. Mai prima si era riusciti ad organizzare un Comitato civico apartitico che ha saputo reggere e manifestarsi fino alla vigilia delle elezioni amministrative. C’è sempre un punto cruciale in cui la popolazione prende coscienza dei suoi diritti e li reclama anche nei confronti di uno Stato totalmente assente o della cattiva politica che spesso produce effetti deleteri e guasti non inferiori alla mafia, come la predazione dell’Ospedale decisa dalla Regione contro cui il Comitato si è battuto. Le chiedo per l’ultima volta di chiedere scusa al Comitato, perché con ciò che ha aggiunto ha solo rafforzato il suo pregiudizio unendosi a tutti quelli che fanno di tutta l’erba un fascio e dicono che Castelvetrano è solo città di mafiosi, evasori e costruttori abusivi. È vero, ce ne sono stati e forse ce ne sono tanti.
Ma il Comitato si è mosso sempre chiedendo aiuto alle istituzioni, con la sola intenzione di perseguire interessi comuni senza pretendere nessun tornaconto. Forse anche per questo il suo destino è segnato, forse non sarà stato in grado di dare tutto ciò che era nelle intenzioni dei suoi associati. Ma nessuno si può permettere di offenderne le intenzioni e le azioni, associandole addirittura alla mafia. E non si permetta nemmeno di dire che sia successo a nostra insaputa, non siamo né sprovveduti né deficienti.

Antonio Colaci: Franco La Rocca, rimane quello che ha detto in apertura del suo commento: “Gorgoglio castelvetranese non ha sfidato un cazzo di nessuno. Ha solo organizzato, con l'aiuto nascosto della mafia, un corteo contro un commissario antimafia”.


Se lei dovesse avere degli amici nel Comitato spero che sappiano come risponderle. Per me lei rimane un
mistificatore ed un fomentatore di discordia creando pregiudizio tra la Commissione Straordinaria ed i cittadini onesti, come altri come lei hanno provato a fare. Forse qualcuno che fa indagini per professione non avrà difficoltà ad identificarla.
Ma di certo Castelvetrano non ha bisogno di persone come lei per rimettersi dalle sabbie mobili in cui giace.


Franco La Rocca: Antonio Colaci, a proposito di "scribacchino da quattro soldi" come lei mi definisce, la informo che dalle sabbie mobili non ci si rimette come da una malattia, si esce o ci si tira fuori. Sulle sabbie mobili non si giace, ma si sprofonda in esse.
Identificarmi? Ma che dice? Si rende conto della gravità di ciò che vomita. Devo assumere anch'io degli investigatori privati per "identificare” lei che a me risulta una persona del tutto sconosciuta? Io mi chiamo Franco La Rocca come lei si chiama Antonio Colaci. Che lei non mi conosca è assolutamente comprensibile, ma non rende me una persona da identificare. Anzi, se vuole, le posso dare il mio indirizzo, così che possa venire a "identificarmi" personalmente.
Ha tutta l'aria di una minaccia mafiosa: "ti troveremo". Uno stile che ben si addice a un membro di un comitato antimafia e che ha fatto sempre il tifo per i commissari.
Lasciamo stare per un momento questa vertiginosa caduta di stile. Mi dica: quando e come avete collaborato con il commissario?



Il mistificatore non sono io. 
È lei e quelli come lei del comitato di gorgoglio che cercano di cambiare le carte in tavola, che cercano di falsificare la realtà, peggio, di presentare come verità una fantasia di comodo. Senza alcuna vergogna, dato che parlate a gente che ha visto e sentito e assistito allo svolgersi degli accadimenti. Non avete avuto neanche il coraggio di restare sulle vostre originarie motivazioni, primi traditori di voi stessi.

Il mestatore non sono io, ma quelli come lei che, in un momento in cui il commissario veniva attaccato da destra e manca, organizzano un corteo contro le parole che il commissario con grande pacatezza aveva pronunciato in una intervista televisiva, che suonavano all'incirca così: "Non si può certo dire che cvetrano si sia dimostrata molto collaborativa con l'opera dei commissari".
.
Queste parole che si aggiungevano alla ovvia attenzione che ci dedicavano i media nazionali hanno toccato il nervo scoperto di tanti tra cui i promotori del corteo che subito hanno indetto un corteo, che infatti non ha certo deciso di chiamarsi “sono castelvetranese e sono contro la mafia”.
No, no! Una negazione per definirsi pur di non dirsi contro la mafia: "non sono mafioso", che non significa niente. Ci ricordiamo tutti quello che è successo, perché vivevamo qui e non a Pordenone, così come ci ricordiamo (ma è tutto nero su bianco, e anche a colori) che un paio di giorni dopo avere indetto, con esplosiva indignazione per lesa maestà, la manifestazione, gli organizzatori rettificarono il tiro e la definirono, nientepopodimeno, "antimafia". Ci ricordiamo e sappiamo! Anche se gli organizzatori ci prendono per deficienti, quando ci propinano le loro ipocrite spiegazioni negando anche ciò che tutti avevano "visto" con i loro occhi e, pervicacemente e in malafede, insistendo che i nostri occhi si sbagliavano perché la loro era sempre stata una mobilitazione antimafia. Facce di bronzo. Abbiamo le foto, i video, gli scritti, le parole del commissario caccamo, il suo rifiuto a partecipare, le parole del Presidente della Commissione antimafia, che dimostrano tutto ciò. E un'infinità di testimoni. Io non so se in quella folla (un centinaio di persone su 32000 come rappresentanza dei non mafiosi! Gulp!!) ci fossero persone che non tifavano contro i commissari, se c'erano non le ho notate. Mentre ne ho viste tante contro i commissari e persino diversi con parentele o amicizie non al disopra di ogni sospetto.
Adesso, cosa vorrebbe raccontarci, sig. Colaci? La stessa bufala? E se era una manifestazione e un comitato che si ribellava allo strapotere e alla corruzione della mafia, com'è successo che mai si siano occupati di mafia? Com'è che mai si sono espressi sul lavoro dei Carabinieri? Sugli arresti che non si sono mai fermati (viva i Carabinieri), nel frattempo? Un dirigente di "Orgoglio" a cui chiedevo in che cosa consistesse il loro impegno antimafia mi rispose (è tutto scritto e fotografato) che "per quello c'erano i carabinieri"!! Sig. Colaci minacci qualcun altro. Lei non è in grado di permettermi o non permettermi alcunchè. “Non si permetta”, Non le permetto”. Questo linguaggio 
lo usi con i suoi schiavi.


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