Non si può mettere il marchio IGP a certi prodotti tipici e escluderne altri!! Anche la mafia è tipica, sebbene non esclusiva, della nostra città. Quindi... fatevene una ragione!



Un'orgogliosa castelvetranese mi chiede se davvero credo che nel corteo del Giugno scorso fossero "tutti"  contro i commissari. E già la domanda svela in gran parte la verità. Non mi chiede infatti se credo che il corteo fosse contro i commissari, ma se "tutti" lo fossero!
Sicuramente non erano contro la mafia. 
Poi, che tristezza farsi definire da una negazione "NONsiamomafiosi". E che cosa siamo invece? Siamo olio di nocellara? Siamo pane nero? Siamo Selinunte? Ma se siamo tutte queste cose siamo anche "Mafia". Non si può mettere il marchio IGP a certi prodotti tipici e escluderne altri!!
Quando si dice impegno civico!
In realtà serviva a sottolineare
l'incapacità dei tanto
odiati commissari a tenere pulita
la nostra città, e che,
menomale, c'erano loro a "spronare".

La manifestazione nacque contro le parole alla tv del commissario Caccamo, che, nella sua abituale pacatezza aveva detto qualcosa che suonava più o meno così: "Non si può certo dire che Castelvetrano si sia dimostrata collaborativa!". Contro questa sacrosanta affermazione e contro l'immagine che i media volevano attribuire alla nostra città (che altro potevano dire i media di una città mafiosa?)nacque la manifestazione.

Ci ricordiamo tutti quello che è successo, perché vivevamo qui e non a Pordenone, così come ci ricordiamo (ma è tutto nero su bianco, e anche a colori) che un paio di giorni dopo avere indetto, con esplosiva indignazione per lesa maestà, la manifestazione, gli organizzatori rettificarono il tiro e la definirono, nientepopodimeno, "antimafia". Ci ricordiamo e sappiamo!Anche se gli organizzatori ci prendono per deficienti, quando ci propinano le loro ipocrite spiegazioni negando anche ciò che tutti avevano "visto" con i loro occhi e, pervicacemente e in malafede, insistendo che i nostri occhi si sbagliavano perché la loro era sempre stata una mobilitazione antimafia. Facce di bronzo. Abbiamo le foto, i video, gli scritti che dimostrano tutto ciò E un'infinità di testimoni. Io non so se in quella folla (un centinaio di persone su 32000 come rappresentanza dei non mafiosi! Gulp!!) ci fossero persone che non tifavano contro i commissari, se c'erano non le ho notate. Mentre ne ho viste tante contro i commissari e persino diversi con parentele o amicizie non al disopra di ogni sospetto.


Adesso, cosa vorreste venire a raccontarci? La stessa bufala? E se era una manifestazione e un comitato che si ribellava allo strapotere e alla corruzione della mafia, com'è successo che mai si siano occupati di mafia? Com'è che mai si sono espressi sul lavoro dei Carabinieri? Sugli arresti che non si sono mai fermati (viva i Carabinieri), nel frattempo? Un dirigente di "Orgoglio" a cui chiedevo in che cosa consistesse il loro impegno antimafia mi rispose (è tutto scritto e fotografato) che "per quello c'erano i carabinieri"!! E tu mi vieni a chiedere: "Ma davvero tu credi che ...?" Per cortesia!!! Davverissimo!!

Orgoglio Castelvetranese si autosospende. Che bisogno c’è? Qual è la logica?


La manifestazione del Giugno scorso a Castelvetrano,
con la quale i partecipanti ci hanno voluto far sapere che "non tutti sono mafiosi" a Cvetrano.
Grazie a Dio, aggiungo io. Scrivetevi i nomi, non è lungo, e così saprete chi è mafioso per esclusione!



Orgoglio Castelvetranese in un suo comunicato scrive: 

"Nel corso dell’Assemblea dei soci svolta l’11 Marzo scorso il Comitato “Orgoglio Castelvetranese” aveva deciso l’interruzione temporanea dei lavori fino al prossimo mese di Maggio perché, come previsto dalle norme del suo Statuto, diversi soci si erano autosospesi prima di candidarsi o schierarsi politicamente aderendo a varie liste approntate per la campagna elettorale in corso..."

Ma chi scrive queste cose è consapevole che non ci si capisce niente? Non si capisce se le norme dello statuto prevedono l'interruzione temporanea dei lavori fino al prossimo Maggio!! Ovvero l'autosospensione prima di schierarsi o candidarsi! Se, come credo, è buona la seconda, allora non si capisce perché e come mai abbiano deciso
Le affollatissime assemblee di "orgoglio"
degli inizi,prima che si ricordassero
che avevano dei sopraggiunti
impegni elettorali.
l'autosospensione.

Il comitato era rimasto privo di dirigenti o iscritti? Ma in questo caso si scioglie, no? Come fa un organismo rimasto vuoto ad autosospendersi?

E poi perché fermarsi? Per aspettare quelli che fino a ieri giuravano di non fare parte di schieramenti politici, perché loro non avevano mire politiche - questa era la precondizione per far parte del comitato - e da un minuto all'altro si scoprono ansiosi di "correre", per il bene della città, ovvio, e lo schieramento politico non hanno fatto alcuna fatica a trovarlo? Non appena dimessisi, fuori della porta, dietro l’angolo hanno trovato gli schieramenti lì per fagocitarseli!!

Aspettarli? Così che gli eventuali trombati possano tornare a far rinascere e curare il "comitato"?
Un comitato che prevede che non si possa fare parte di esso e nello stesso tempo avere impegni politici, quale che sia l'ipocrisia che sottende questa clausola, se deve esistere prescinde sicuramente da tutti quelli che decidono di "correre" e,quindi, non aderirvi. E gli altri non impegnati politicamente, che fa?, si girano i pollici o devono scalpitare fino a Giugno per potere agire per il bene della città? Sì? 
Forse dovreste stabilire che non ne possono far parte né i politici né i trombati.

E se il comitato non si è prosciugato a causa di queste falle, fuoruscite elettorali, allora perché auto-sospendersi? Perché aspettare fino a Giugno? Si può rinunciare a condurre delle battaglie a favore della propria città che fino a ieri erano impellenti e tra le priorità, per aspettare che qualcuno, che si è messo fuori dall'organizzazione, o cosa diavolo è, porti a termine gli affari suoi? E come farà mai Castelvetrano senza l'apporto, per ben due mesi, dei gorgoglioni, tutti impegnati in politica? E l'ospedale?
Altra manifestazione anti-commissari
fatta passare, questa volta, come
impegno civico di volontariato

Sono domande semplici di uno che non capisce niente di comitati e statuti e del loro funzionamento. Ma non mi aspetto risposte. Forse qualche filippica contro di me o un arringa accusatoria su curricula e cose simili, al più. Qualcuno mi dirà, che, almeno loro, ci “mettono la faccia” mentre io “che contributi ho dato, io, alla mia città?”. Qualche altro che è facile criticare quelli che fanno qualcosa. Che “chi non fa critica”.

Tutte sciocchezze. Chiunque abbia un minimo di conoscenze storiche e culturali sa bene quanto, invece, sia difficile criticare, quanto possa diventare scomodo e, persino, pericoloso, criticare, soprattutto i potenti.

E per quelli che ci “mettono la faccia”, stiano attenti a non “farsela lavare” dai “Benemeriti”!!!


P.S. Il resto del comunicato non ve l’ho proposto neanche in sintesi perché non si può riassumere il nulla.

L'angolo di FB. I giorni dell'Artemisia e del clima.

L'angolo di FB.
I giorni dell'Artemisia e del clima.



Stanno erodendo a poco a poco la nostra maggiore risorsa.
Di olio e pane nero non si mangia. e lo sanno bene gli olivicultori e i panificatori,
che, infatti, fanno la fame.






















Eh, già!





















Non è ignoranza+mafia! È una categoria caratteristica di zone
ad alta densità mafiosa dove oltre  all'ignavia "generica"
vi n'è una che colpisce più diffusamente la popolazione
ed è una sorta di sub-specializzazione relativa alla mafia
nata dalla frequentazione
fra le tre scimmiette e il nonno che campò cent'anni.







Polemiche sulla marcia per il clima
che non vale la pena di riepilogare, tanto erano meschine














Giovanni, nome di fantasia per indicare chiunque
stia meditando di mettersi dalla parte sbagliata.














Persone di grande rilievo personale e professionale e umano che, nella sfera del cuore, sono semplicemente un disastro




Conosco delle persone di grande rilievo personale e professionale e umano che, quando, però, si va alla sfera del cuore, sono semplicemente un disastro. Anche dopo ripetuti tentativi, le loro scelte portano sempre il marchio della "sfiga". E il fallimento dei loro rapporti sembra seguire un leitmotif che li lega e anche le persone che scelgono sembrano 'nna stampa e 'nna pitrata. Gli psicologi la chiamano "coazione a ripetere". Quella oscura forza interna che tende a farci fare sempre lo stesso tipo di errore e di cui tutti noi siamo vittime in questa o altra sfera della nostra vita. Ma nella sfera del cuore ha della conseguenze nefaste perché tende a influenzare le altre.
Epperò al cuor non si comanda, è difficile sottrarsi alle sue richieste, alle sue pulsioni.
Meno comprensibile è lo stesso meccanismo applicato alla politica, dove sono implicate anche conoscenza, intelligenza, valutazioni razionali e non solo viscere - alcuni usano solo queste ultime, M5S e Lega ne sono chiaro esempio.
Infatti conosco persone che hanno una levatura morale, professionale e personale indiscutibili però, in politica, non ne azzeccano una, che sia una sola.
È anche meno giustificabile, diciamolo, rispetto a quella conoscenza e intelligenza di cui parlavo più su. Non è ammissibile che, sulla base delle conoscenze di un cittadino mediamente informato sulle cose della propria città, si prendano certe cantonate, ci si accosti a personaggi
che puzzano lontano un miglio di frode. Solo loro non avevano sospetti, se non capito? Vabbe' poi ci sono gli ingenui ignoranti, che pensano che fare politica sia una cosa per novizi, sia pure in là con gli anni, una cosa facile come respirare. Per non parlare di quelli che, in una furia crescente di protagonismo, nonostante l'età pesi, difenderebbero anche il male e si consorzierebbero anche con loschi individui pur di lasciare un'impronta, non importa se flebile e inconsistente, come se la politica fosse una strimpellata tra amici.

Lorenzo Orsetti, l'eroe di una sinistra in cui non mi riconosco.


Lorenzo Orsetti morto combattendo a fianco dei curdi contro l'Isis. R.I.P.
Non sapevo niente di Lorenzo Orsetti. Non seguo le guerre; è già troppo per me sapere che ci sono. Nato a Firenze, 33 anni fa, più di un anno fa si arruolò nel YPG, le truppe curde che sotto questa sigla combattono lo stato islamico (ISIS). La sua vita di cuoco e sommelier comprimeva troppo la sua "smania" di combattere per un "ideale di giustizia". Avrebbe avuto l'imbarazzo della scelta, ma le circostanze lo hanno indotto ad andare ad aiutare i Curdi contro l'ISIS.
In questi giorni, l'annuncio, da parte dell'ISIS, della sua uccisione ha occupato i giornali e i social media. Da parte di molti di sinistra, gruppi, movimenti, individui, blog, media si è levato il il grido "Orsetti è morto, viva Orsetti!" "È morto per difendere i suoi ideali di uguaglianza e libertà".
Naturalmente, come tutti quelli che scelgono di morire in guerra, ha lasciato una lettera, "testamento" lo chiamano i suoi sodali, una consuetudine dei "miliziani", che si apre con le solite parole "Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo". E continua: "Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così." "... nonostante la mia prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio."

La scelta e le parole di quest'uomo coraggioso, come coraggiosi sono tutti i fanatici, mi ha provocato un'inquietudine piena di tristezza, rabbia, incredulità, amarezza. Anche per la sua morte, ma non solo.
Mi fa tristezza che un giovane, fisicamente sano, con un lavoro e degli affetti abbia abbracciato una scelta suicida, imbracciando, invece che un tovagliolo, un fucile per una causa così lontana dalla porta di casa sua. Gli ideali non conoscono confini, e neanche il fanatismo. Avrebbe potuto curare sogni più normali, seguire i suoi ideali di giustizia e uguaglianza subito fuori della porta di casa sua, avrebbe potuto avere una compagna oppure no, dei figli oppure no, andare dopo il lavoro alla caritas o un'altra organizzazione benefica, occuparsi dei senza tetto, combattere per le ingiustizie e le diseguaglianze che questi nostri governanti perpetrano e perpetuano sull'uscio di casa sua, combattere per gli immigrati maltrattati da Salvini e i suoi accoliti fascisti, combattere contro i fascisti di casa nostra o contro i mafiosi di cosa nostra - per una cosa più eccitante -, divulgare i suoi ideali di libertà e uguaglianza nelle fabbriche italiane in Cina o in Romania. Avrebbe potuto! Ma no, ha scelto il fucile, la guerra all'Isis.

Mi fa rabbia che abbia scelto di fare la guerra ad altri giovani che, fanatici come lui, hanno scelto la guerra per il suo stesso urgente e incomprimibile bisogno di combattere per i propri ideali, quelli dell'Isis però.


Chi combatte una guerra a casa sua non è necessariamente un fanatico. Ci sono molti curdi che farebbero a meno di vivere in guerra, ce ne sono che di necessità fan virtù e utilizzano il loro fanatismo per ottenere risultati "migliori" - in termini di numero di persone uccise, di efficacia nel combattimento e di efficienza militare. Nell'Isis, mi pare di poter affermare che ci siano solo fanatici, fanatici come Orsetti. E solo dei fanatici, in assenza di qualsiasi contingenza che li obblighi, si partono da Firenze per andare a Baghouz a fare quello che, evidentemente, pensano di poter fare bene, uccidere.

Mi è già capitato di fare l'elogio del fanatismo. Nella vita, nel tempo e nei luoghi si sviluppano e si affermano situazioni che sono obbiettivamente difficili da smuovere o superare senza "esagerare", senza un po' o molto fanatismo. Sono quelle situazioni e solo quelle in cui il fanatico può scendere in campo e fare la differenza. È in quelle realtà che la madre del fanatico è sempre incinta, tra i curdi come tra i palestinesi, nel Congo come in Somalia, come dovunque ci sia una guerra: le guerre, se si è poveri, non si vincono senza fanatismo. Ecco, in tutti questi casi riesco a provare un po' di empatia per i fanatici. Non è mai simpatia. Non me li porterei comunque a casa mia, né li vorrei tra le mie conoscenze o, men che meno, tra le mie amicizie: piani che non si incontrano.
Mi ricordo bene l'inquietudine che mi provocò, in gioventù, l'incontro casuale e fortuito con dei fanatici che negli anni '70 propugnavano la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo, o la conoscenza occasionale all'università di qualche picchiatore fascista. Sentirli parlare, si fa per dire, vomitando squallidi slogan vuoti di qualsiasi significato intellegibile, vederli argomentare a suon di botte (più tipico, allora, dei fascisti di cui Palermo era ben dotata) mi ha insegnato che per essere fanatici bisogna metter in pausa il cervello, nei casi in cui c'è, e curare meticolosamente la propria ignoranza. Meno ti funziona il cervello, più ignorante sei e più fanatico puoi diventare. A prescindere dalla parte ideale nella quale ci si è posti.


Quanta tristezza mi fanno questi fanatici "internazionali" o "foreign fighters"- così si chiamano quelli che da altri paesi vanno a combattere in luoghi di guerra, spesso senza capire contro chi e, soprattutto, guidati da chi. Incapaci, per limiti intrinseci al fanatico, di vedere le complessità della realtà, ma solo il bianco e il nero, di qua noi, il bene, di là loro, il male. Come se il male e il bene avessero dei recinti obbligati. Non succede neanche nei singoli individui, impastati come siamo, ognuno di noi, di bene e male. Non importa che si uccida un giovane come noi, che ha scelto l'altra parte con la stessa dose di coraggio, la stessa dose di fanatismo, la stessa fede nel "bene", la stessa spinta "ideologica", un giovane che senza guerra avrebbe potuto inseguire sogni più "normali" e avere una vita piatta ma sicura!

Quanta amarezza mi provoca vedere che la parte a cui sento di appartenere, la sinistra, spero non tutta, parli di Orsetti, buon'anima, come di un "eroe", di un combattente per la libertà e l'uguaglianza, di uno da cui prendere esempio ideale.

Il povero padre di Lorenzo
Quanta rabbia mi suscita leggere che la sua lettera, il suo "testamento", sia qualcosa con un valore etico alto. È la lettera di un fanatico, che ha deciso che l'unico modo che aveva per aiutare gli altri ("voleva sempre aiutare gli altri" - sussurra il povero padre che ha dovuto subire lo strazio della sua scelta.) era di andare a uccidere degli sconosciuti giovani come lui, che, però, al contrario di lui, combattevano dalla parte del male, o almeno così lui pensava.
Qual è la differenza tra la la lettera di un fanatico terrorista islamico o sovranista bianco che decidono di immolarsi per la loro causa con la promessa ultraterrena di ogni bene materiale e vergini a volontà o della gloria eterna nel paradiso del dio sovranista e quella di uno che sacrifica la sua vita contro l'Isis? Nessuna! Tutti si arrogano la facoltà di giudicare ciò che è male e di combatterlo con le armi.

Quanta incredulità mi suscita questa posizione guerrafondaia di gente che si professa di sinistra. Sono forse nel posto sbagliato? Ma, allora, dove si mette chi è contro ogni forma di violenza e contro ogni guerra, perché la guerra azzera ogni umanità, ogni buona intenzione, ogni ragionamento? A Destra? Al centro? C'è una sinistra per la guerra e una per la pace? Io credevo, sinceramente, di aver capito diversamente. Da dove saltano fuori questi pruriti di violenza, di guerra?


Che differenza c'è tra la lettera di Orsetti:
"Non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà."
e quella di un terrorista islamico dell'Isis:
"Non sono pazzo. Non commetto questo attentato suicida per sfuggire ad una vita di problemi e di difficoltà. Faccio ciò che Allah vuole dal suo Mujaheedin.
Noi amiamo la morte come voi amate la vita. I musulmani accolgono la morte perché sappiamo poi di raggiungere la Jennah ( il paradiso musulmano) se Dio vuole, per aver difeso i deboli e gli oppressi musulmani."
E che cosa c'è di diverso nelle parole di Orsetti da quello che fa l’Isis per reclutare altri kamikaze, altri jihadisti suicidi:
"Vi auguro tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l'avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo." ? Agghiacciante!

E quando dice di essere sicuro che morirà col sorriso sulle labbra, avrà anche pensato a tutti i sorrisi di altri giovani come lui che ha spento durante la sua sciagurata missione omicida suicida? Al sorriso che i suoi genitori non potranno mostrare, alla loro vita distrutta? Che conta? Per i narcisisti ciò che conta è io, io e solo io.
Anche se, certo, non si può paragonare Orsetti ai mercenari, dal punto di vista morale, li accomuna però la stessa personalità disturbata, la stessa noia e disprezzo per la vita "normale", la stessa urgenza di "menar le mani", lo stesso disprezzo per la dialettica: "I motivi che mi hanno spinto nel nord della Siria sono molteplici, non starò qui ad elencarli. Vi basti sapere che a mille parole ho sempre preferito i fatti"
Chi prova urgenze suicide non è normale, è un malato che avrebbe bisogno di cure, di quelle parole a cui lui ha sempre preferito i "fatti".

Solo una personalità disturbata, può decidere di abbandonare fornelli e tastevin, un paese in cui gode di un grado di libertà inconcepibile in molti posti del mondo, anche la libertà di dedicare tanta parte del suo tempo a sprecare il suo corpo usandolo come un muro da murale, per andare a farsi ammazzare nel bel mezzo del niente, per un malinteso senso della gloria, per un'adesione, forse inconsapevole, al motto Mussoliniano "meglio un giorno da leone che cento da pecora." Le vie della sinistra e della destra spesso si incrociano.

I "crociati" che andavano a combattere contro i musulmani per riconquistare la terra santa erano dei poveri disgraziati - parlo dei fanti - che, reclutati dalla chiesa, non potevano sottrarsi, ma chi poteva e non l'ha fatto - i cavalieri e il Papato - erano animati dalla stessa furia omicida ideologica. Non è un caso che Orsetti venga definito dagli isisiani che l'hanno ucciso "un crociato".


"Mi sono avvicinato alla causa curda- ricordava Orsetti- perché mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta più equa. L'emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l'ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti."
E quanti tra questi "internazionali" o "foreign fighters" sono lì con i curdi ma avrebbero benissimo potuti essere a fianco dei Palestinesi terroristi, oppressori di donne e negatori della democrazia contro un paese che la democrazia la pratica e che le donne le rispetta? Penso tanti. Perché sono convinto che nel cervello in pausa dei fanatici ci sia una grande confusione.
Ma la confusione, purtroppo non affligge soltanto questi poveracci ma anche insospettabili e, apparentemente, con cervello funzionante, che abitano la galassia della sinistra.
E, devo ammettere, anch'io sono piuttosto confuso. Dovrò riconsiderare la mia appartenenza?
Qual’è quel posto dove un suicidio è considerato il gesto di una persona che ha bisogno di aiuto, non di un eroe, di una persona malata, da curare, non da imitare?
Qual’è quel posto ideologico dove chi afferma: “Spero che anche voi un giorno (se non l'avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo", è una persona profondamente disturbata che ha stentato a trovare un equilibrio nella propria vita?

Tutto questo ho detto, spero, con il rispetto che si deve a chi è morto, a chi ha scelto il suicidio come estrema ratio, a chi ha tribolato sicuramente tanto nella sua vita. Riposa in pace povero Lorenzo.









Per amministrare Cvetrano come si deve bisogna avere una stoffa speciale

Un mio amico mi spiega perché non ha mai partecipato alla politica locale. 
"Per amministrare Cvetrano come si deve bisogna avere una stoffa speciale, quella dell'eroe! 
Vai lì, neo sindaco, e sconfiggi, come un superman, il malaffare che regna incontrastato in quell'amministrazione, scovi i conniventi mafiosi e li mandi in esilio su un altro pianeta, vigili che gli appalti 😎vengano gestiti in trasparenza e onestà, impedendo alla mafia di pascolare sul terreno di tutti e, se ci sono difficoltà economiche, da buon padre di famiglia, tiri la cinghia per alleviare il peso dei debiti. Ammesso che ad un eroe venga concessa la possibilità di portare a termine la propria missione... be', io non sono un eroe né voglio esserlo." 😈

Per fortuna che gli eroi a noi siciliani non mancano🤣. E tutti fanno a gara per fare il sindaco della città più mafiosa d'Italia. Tutti trovano allettante fare l'eroe e martire (i nostri eroi non muoiono mai di morte naturale😎). Sono contento per la mia città. Li osserveremo in azione. 

Alcuni, però, cominciano a mettere le mani avanti. Non si rassegnano a fare il buon padre di famiglia. Il prossimo sarebbe il primo sindaco della storia di Cvetrano a dover tirare la cinghia dopo cinquant'anni di bengodi e, quindi, cosa fanno? 
🤑Negano le difficoltà economiche della nostra città e impugnano la dichiarazione di dissesto. Per poter continuare a distribuire favori e prebende agli amici? Non credo! Da buoni eroi avranno i loro piani vincenti.😉🤣

Carlo Calenda, chi è costui?





















    


Carlo Calenda, chi è costui? 
Quando gugolo Calenda gugol mi chiede: did you mean calendar? Mannò!, intendo l'attore, il figlio e nipote di Comencini, 
quello che, a dieci anni, interpretava Enrico nel film "Cuore" 
del nonno Luigi, così come adesso
interpreta il ruolo, in politica, di uno di sinistra!
Bisogna dargli atto che lui non fa niente per essere di sinistra, mai.
E nemmeno pronuncia mai la parola. Lo lascia credere a chi vuole.  Il massimo dell'apertura che concede a sinistra è definirsi "progressista".

Il suo piano politico è "Un’alleanza repubblicana che vada oltre gli attuali partiti e aggreghi i mondi della rappresentanza economica, sociale, della cultura, del terzo settore, delle professioni, dell’impegno civile." Capito? No? Neanch'io! Certo, però, un'alleanza "repubblicana" (???) è già meglio di un'alleanza "monarchica". Senza contare l'effetto taumaturgico di quell'"oltre" che suggerisce superamento, rinnovamento e progresso, così come denuncia il suo essere di destra (solo i fascisti sostengono che non esistono più destra e sinistra - "gli attuali partiti").


Questi tipini che si presentano con il loro volto da bravi bambini, come Renzi e 
Calenda, sono i più pericolosi perché capaci di affondi violenti e dalle conseguenze imprevedibili. Politici alla Rosato "faccia d'angelo", non me ne vogliano i fan, tra cui me stesso. Io non ho niente contro, se non politicamente, i programmi e le idee di destra, tranne quando si camuffano con vestiti di sinistra. Renzi, Calenda e i loro seguaci si facciano pure la loro "alleanza repubblicana", ma lascino stare, per carità, la sinistra.

Il capolavoro di Renzi (l'unica cosa, a parte la "ruota della fortuna", che gli sia riuscita nella vita) è stato la trasformazione - distruzione - del PD in un partito di destra pur rimanendo seduto alla sinistra del presidente.
L'ultima sortita di "Enrico" Calenda è stata la difesa del motto ducesco "Dio, Patria e Famiglia". D'accordo, ma che ci fai qui tra noi di sinistra, che contro dio, la patria e la famiglia non abbiamo niente, ma tanto contro la "filosofia" fascista?
Vero è che durante la sua adolescenza si iscrisse, persino, al partito comunista italiano, ma questa si rivelò subito una fiamma di paglia perché, dopo la laurea, ha fatto la sua carriera tra i padroni (come è giusto per uno di aristocratiche origini, come lui). Dalla Ferrari alla Confindustria fino a Sky.

"Carlo Calenda - recita la sua biografia su wikipedia - was born in Rome in 1973. He is the son of Fabio Calenda, a journalist, and Cristina Comencini, a film director and screenwriter, and the grandson of Luigi Comencini, a popular director of Italian comedy movies, and Giulia Grifeo di Partanna, descended from an ancient aristocratic family from Sicily.

In 1983, at the age of ten years, he played the lead role in an Italian movie Cuore, directed by his grandfather, Luigi Comencini. During his adolescence, his aristocratic background did not prevent him from joining the Italian Communist Youth Federation (FGCI).

Non credo che l'Italia abbia perso un grande attore. Se avesse avuto la stoffa mamma e nonno l'avrebbero capito e incoraggiato.
Ma, forse, ha acquistato un grande politico! Chissà?

Solamente, faccio appello alla sua sensibilità, se gli è rimasto un po' di "Cuore", e al rispetto dovuto a milioni di lavoratori a mille euro al mese che votavano PCI contro i padroni della Confindustria, di sgombrare il campo della sinistra e tornarsene dove è più appropriato per lui: il campo dei padroni, magari "illuminati",ma sempre padroni sennò rischia di essere per sempre "incompreso".



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Microsoft ti vuol prendere in ostaggio. Resisti e combatti.





Windows 10 "Big Brother"


C'erano una volta windows 98, windows xp, windows 7: i migliori prodotti microsoft. Fra meno di un anno anche win 7 perderà il supporto microsoft, in linea con la politica di migrazione forzata che mira a far confluire gli utenti su windows 10, un sistema operativo sempre più chiuso, sempre meno configurabile dall'utente, un sistema che la microsoft si arroga il diritto di telecontrollare anche, e soprattutto, a tua insaputa. Mentre sei al computer, ad un tratto, ti accorgi che in background c'è tutto un lavorio intenso di lettura scrittura sul disco senza che tu stia facendo niente di particolare: Microsoft è entrato attraverso le porte che lei si riserva di lasciare aperte e sta lavorando sul tuo pc, magari col suo programma Telemetry (instancabile raccoglitore di dati d’uso della tua macchina), che si rallenta talmente tanto, a volte, da impedirti di fare anche le più semplici cose.  Ovvio che attraverso quelle porte, che rimangono aperte per microsoft, entrano anche i virus che continuano a infestare il sistema. Windows 10 è un grande fratello che ti prende in ostaggio e ti tiene prigioniero al guinzaglio della nuova politica invasiva e, al tempo stesso, restrittiva dell'azienda. Dopo più di vent'anni di permissivismo e, io credo, di incoraggiamento di quella che io chiamo “windows-cracktitude” - l'abitudine a crackare windows- grazie alla lungimiranza del grande Bill Gates che, così, ha grandemente contribuito alla diffusione, nella popolazione mondiale, dell'informatica, per conquistare anche il segmento più povero della popolazione mondiale che non poteva permettersi, non dico un mac os, ma neanche un windows os, l'azienda di Cupertino ha deciso che, basta!, bisogna tirare il morso degli utenti. Se si considera che windows 7 è ancora oggi il sistema operativo più usato nel mondo (più del 40% deggli utenti windows) e che windows 10, nonostante gli sforzi e gli incoraggiamenti (se hai win 8 o win 7 il passaggio a win 10 è gratuito), è fermo a poco più del 30%, si capisce che o la politica commerciale di microsoft è demente o c'è sotto qualcosa di molto grosso (il controllo e il potere).
Mac OS mojave
Insomma molto peggio di apple senza, però, che dia le stesse garanzie di qualità. Apple ti mette anche lei in una gabbia, ma, almeno, è dorata. In un Mac è garantita non solo la qualità del sistema operativo, mac os, ma anche dei programmi che possono essere installati in quel sistema, e persino l'hardware viene scelto e garantito dalla Apple. Su windows 10 si può installare qualsiasi programma che chiunque abbia deciso di costruire. Si va sul web e si scarica un qualsiasi programma da un qualsiasi sito e, una volta installato, può prendersi tutte le libertà, anche malevoli, sul tuo sistema operativo. Vero è che da win 8 microsoft ha introdotto il suo windows store, ma fa semplicemente piangere,   “cacare” direbbero i Maori . Windows è pieno di falle di sicurezza e lo è sempre stato (è l'unico sistema operativo che abbia bisogno costante di un antivirus, che, peraltro, ha una bassissima efficacia, come tutti hanno sperimentato).
Ora, con windows 10, non solo le falle continuano a esserci, ma a queste si aggiungono un indefinito numero di porte posteriori che windows tiene aperte per la propria convenienza, per entrare nel vostro pc, forzare gli aggiornamenti e apportare, anche senza il vostro consenso , ma legalmente, perchè è scritto che possono farlo nell'accordo di licenza con l'utente finale EULA, che si accetta quando si installa una
copia di windows. 
Il desktop del mio Linux Deepin, stile Mac.

Io ho già preso le mie contromisure. Dopo anni che tengo su due dischi separati (non in dual boot, che dà sempre dei problemi) sia linux che windows, adesso sul mio pc c’è solo linux ,Deepin per la precisione: un ottimo sistema operativo di fattura cinese, sì cinese!, che ricorda il mac os e risulta molto piacevole e fluido. Ma di linux esistono un’infinità di varianti (“distro” le chiamano). Per chi è abituato al comportamento di windows mi sento di consigliare una “distro” ormai consolidata negli anni e assolutamente matura per essere usata anche da principianti: Linux Mint, che è arrivata alla versione 19.1.
Linux Mint Cinnamon, stile Windows
Se la scegliete avrete fatto un ottimo acquisto. ”Acquisto” in senso metaforico perché linux è gratuito, totalmente gratuito, come gratuiti e garantiti sono i programmi , che sono tutti a portata di clic su appositi server, che si chiamano repository, pluritestati prima di arrivare lì.

Non siate pigri. Linux, è vero, richiede un’interazione più consapevole che non Windows e, quindi risulta un po’ meno user-friendly. Ma questa difficoltà viene ampiamente ripagata dall'efficienza, velocità, sicurezza e dalla riservatezza che ti consente.

Certo richiede un piccolo sforzo abbandonare le proprie abitudini, le icone a cui si è abituati, i programmi che da anni usiamo, ma, data la fine imminente di windows 7, non solo linux diventa una scelta obbligata ma vale proprio la pena.




Approfondimenti:

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