Calati juncu chi passa la china

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Dove siete? 
Dobbiamo preoccuparci per la vostra prolungata assenza? 
State bene? 
Dobbiamo gioire perché, senza colpo ferire, ci siamo liberati di voi? 
State preparando "La vendetta 2"?
Avete perso la voce? 
Non vi abbiamo sentito ultimamente! 
La mafia, l'emergenza immondizia, le alghe nel porto, e, non ultima, l'emergenza Petix a Castelvetrano hanno bisogno delle vostre autorevoli voci.
Ho il sospetto, però, che la vostra rumorosa assenza sia dettata da sagge considerazioni di opportunità: 
"Calati juncu chi passa la china"











I palestinesi lascino i bambini ai giochi e alle fantasie senza odio.

I siti e le pagine Facebook della propaganda antisemita palestinese
Israele, palestinesi, campagna di odio, terrorismo, intifada
 Razan Abu Sal, 13 anni,
 condannata da una corte israeliana
a quattro mesi di prigione.
internazionale come il Quds News Network, che pare sia legato al gruppo militante "Jihad Islamica", o il "Palestine Chronicle" sono in questi giorni, come sempre, impegnati in una campagna di incitamento all'odio contro Israele. La cosa triste è che a queste fonti, definirle di parte è pochissimo, attingono a piene mani giovani sedicenti di sinistra che hanno sviluppato un incomprensibile amore "fascista" per i palestinesi, per i terroristi palestinesi, sovvenzionati dagli stati canaglia, oltre che da quasi tutti gli stati arabi. È un amore, come tutti gli amori, cieco. Un amore che santifica il terrorismo antisemita e le sue bombe e chiama "terrorismo" le azioni e le misure di difesa di Israele dal terrorismo palestinese. Un amore che, pur venendo da giovani cresciuti in una democrazia, non vede le storture del dittatoriale governo di Hamas ( ex?organizzazione terrorista) che tiene il suo popolo in condizioni di sudditanza e senza voce in capitolo. Un amore che non vede l'aberrazione di un sistema educativo-scolastico, imperniato sull'odio per Israele, il cui imperativo categorico è la distruzione di Israele. Un amore cieco che vede gli Israeliani come sanguinosi terroristi, violentatori e torturatori di cittadini inermi, bambini e anziani e assimilati ai nazisti hitleriani.
Israele, palestinesi, campagna di odio, terrorismo, intifada
Razan Abu Sal, 13 anni, è la più giovane detenuta
 palestinese nelle prigioni israeliane.
Ha lanciato pietre e pochi giorni fa
è stata condannata a 4 mesi di carcere.
L'ultima battaglia contro la mostruosa Israele prende spunto dalla condanna di una tredicenne, tale Razan Abu Sal, a quattro mesi di carcere perché tirava sassi agli Israeliani e dal processo contro Ahed Tamimi, altra ragazzina diciassettenne, che, con telecamera al seguito, "tirava" pugni e calci e strattonava militari Israeliani, che subivano senza reagire tanto da essere stati accusati di "mollaccioneria" dagli estremisti di destra israeliani. Funziona così: una telecamera segue la ragazzina che tira pugni e calci ai soldati nella speranza che il mostro nazisraeliano, armato di tutto punto, reagisca, in modo da pubblicare il video su internet per mostrare la crudeltà degli israeliani che non hanno rispetto per i bambini.
Capito? I palestinesi sono famosi per fare da sempre questi giochetti con i bambini e le donne.  Li radunavano in posti e strutture sensibili probabili oggetto di bombardamento da parte delle forze israeliane e, voilà, il ricatto era bell'e servito.
Israele, palestinesi, campagna di odio, terrorismo, intifada
Ahed TamimiArrestata la ragazza palestinese che
strattona i soldati israeliani

Le donne e le bambine le tengono, per la loro cultura, segregate in casa, salvo poi mandarle avanti o a fare da scudo per i terroristi o a lanciare pietre e provocazioni contro Israele, per potere lanciare le loro campagne di odio finanziate dal terrorismo arabo. 
I palestinesi sono come quelli che avendo subito una disgrazia, non riescono ad andare avanti e seminano panico e distruzione nella loro stessa vita e in quella degli altri. Si preoccupino di progredire nella loro democrazia e nel loro benessere e tirino meno pietre e lascino i bambini ai giochi e alle fantasie senza odio.

E che c'è di male ad ammirare MMD?


È stato assolto in appello. Buon per lui!
C'è, però, una sostanziale differenza tra un tribunale e un cittadino. Un tribunale non può condannare uno che "si farebbe trent'anni di galera per aiutare MMD", perché la legge prevede qualcosa di più per mandare in carcere qualcuno.
Un cittadino non ha il compito di mandare al fresco la gente. Deve solo valutare chi può entrare negli ambiti della sua vita personale o professionale. Per far questo si basa su quelli che ritiene siano principi inderogabili della propria moralità. Io, per esempio, non tollererei dei razzisti tra i miei amici, il cui prerequisito fondamentale è essere buoni e un razzista non può esserlo. Vi risparmio un lungo elenco e vado al

sodo. Neanche uno che "si farebbe trent'anni di carcere per Matte' " lo ammetterei nella mia cerchia di amici, né, se fossi un imprenditore, lo assumerei, né, a maggior ragione, lo voterei, né lo vorrei in consiglio comunale. Neanche se è stato assolto dalla magistratura!. In questi giorni, invece, molti sembrano voler bruciare al rogo della loro indignazione i procuratori che hanno sostenuto l'accusa e porre un'aureola in testa a quel poverino, innocente, la cui sola colpa è di essere un fan di MMD.        E che c'è di male ad ammirare MMD?
Sapete quante volte fu assolto Luciano Leggio detto Liggio?
A voi cosa dice l'assoluzione di uno imputato di mafia? Che è innocente?
A me no! Mi dice solo che, sciaguratamente, l'accusa non aveva raccolto sufficienti indizi ed elementi di colpevolezza.
Possibile che non sia colpevole?
Possibile! Perché gli errori possono farli anche i procuratori.
Probabile che non sia colpevole?
Mmmmh!
Se assolvono qualcuno per mafia vi precipitate a consegnargli una medaglia per meriti antimafiosi?
Se sì, non vi sentite un po' malati?
Per non dovere sempre citare la buon'anima di Borsellino riporto l'esempio di un altro giudice dotato di una mente brillante. Affidereste il vostro bambino a uno che si vanta di essere pedofilo, ma che viene assolto in tribunale perché mancano le prove che abbia molestato dei bambini??
Io, no!!!
Avete mai sentito di un sistema giuridico avanzato che basi le sorti di un'accusa, di un processo solo su ciò che dicono le vittime? Del tipo: telefonata al 113 "Un mio vicino sta ammazzando di botte sua moglie. Intervenite per favore." La polizia al marito " Lei ha picchiato sua moglie?" "Ma no, maresciallo, ci lu giuru, mancu l'aiu tuccatu. Mari' diccillu tu. T'aiu datu lignati?" Mari', la moglie, "C'è un arruri, marescia', me maritu sti cosi un ni li fa". Maresciallo "Ah, vabbe', allora buon giorno."
Io non l'ho mai sentito. Ma sembra che qualcuno abbia quest'idea troglodita della giustizia.
Non spendo parole contro i magistrati che, tra mille difficoltà, cercano di scovare e condannare i mafiosi, andando incontro a una certa percentuale di insuccessi. Critico chi li contrasta,  chi li bacchetta al primo fallimento,  chi li aspetta al varco per puntargli addosso la pistola dell'anti-antimafia. Chi non spende mai una parola contro la mafia, ma solo contro quelli che la combattono.


Il riferimento è a un articolo apparso su 
https://www.primapaginacastelvetrano.it/la-seconda-assoluzione-per-calogero-giambalvo-cosa-rimane-della-giustizia/

Perché, Catherine Deneuve?

È sempre un duro colpo quando un mito che coltivi da quando avevi i calzoni corti, un mito di eleganza, di bellezza, di recitazione si infrange sulla battigia della sua stessa idiozia.
Catherine Deneuve ha sentito il bisogno di firmare con altre 
cento signore 
dell'arte e dello spettacolo un appello 
in difesa dei maschietti ingiustamente attaccati da altre donne. 

In un momento in cui si richiederebbe appoggio e solidarietà 
almeno da parte delle altre, 
queste, invece, sentono il
bisogno di difendere i maschi da quello che secondo loro
è un attacco da parte di donne che scambiano il
corteggiamento con le molestie. Sia che tutte le
firmatarie dell'appello, donne di potere le quali
tuttalpiù si trovano nella posizione di molestare, non
siano state mai fatte, eccezionalmente, oggetto di
molestie dai loro registi e produttori, sia che le
abbiano accettate di buon grado, non è loro consentito di
discreditare altre donne che la stessa cosa, ammesso che
parlino della stessa cosa, l'hanno vissuta diversamente e
con maggiore sofferenza. Ognuno ha il diritto di rimanere
traumatizzato da ciò che il suo vissuto e le sue
ammaccature psicologiche ritengono. Ripeto che nel
periodo della schiavitù dei negri in America, uno dei
fenomeni più inquietanti e offensivi per la dignità di
una persona era quello della richiesta di prestazioni
sessuali alle schiave, non importa se sposate o madri o 

bambine. Il corteggiamento e "quel sottile gioco che si
chiama Eros" richiedono un rapporto alla pari, tra pari,
che non può esserci tra re e suddita, tra produttore e
attrice, tra datore di lavoro e dipendente, tra padrone e
schiava. Questo è il significato del movimento americano
#MeToo e la manifestazione delle attrici americane che,
alla consegna dei Golden globe a Los Angeles, si sono
vestite tutte di nero per solidarietà alle donne oggetto
di molestie sessuali. Non lascia adito ad alcun dubbio
anche il fatto che l'appello sia stato firmato in
concomitanza con questa "protesta". Questo non mi
impedirà di apprezzare la grandezza, se non della donna,
dell'attrice nel film di Bunuel "Belle de jour". Mi è piaciuta e 

sottoscrivo la risposta di Asia Argento, che difendo volentieri 
in questo frangente sebbene non mi abbia mai provocato 
eccessiva simpatia, alla sortita dell'attrice francese:
"Lei e le altre firmatarie dicono al mondo come la loro 
misoginia interiorizzata le abbia lobotomizzate sino al punto di non ritorno". 
Altri la chiamerebbero "sindrome di Stoccolma".

L'ultima proposta demenziale. In galera chi non fa la differenziata.


Mi sembra di vivere in un mondo diverso quando sento qualche castelvetranese parlare della nostra città o dei suoi problemi. E mi preoccupo che sia vero e temo per la mia sanità mentale. L’ultima occasione ieri quando ho letto una proposta di Francesco Bongiorno, aspirante politico locale, per risolvere il problema dei rifiuti.
“Mandare in galera chi non fa la raccolta differenziata”. (sic)




Parte da un dato di fatto che, in realtà, non è né un dato né un fatto. Insomma non esiste. Uno che legge quella proposta senza conoscere la realtà di Castelvetrano, penserebbe che nel nostro comune esiste l’obbligo della differenziata al 100% e che i cittadini la sabotano.
Noi, invece, sappiamo che non è così. Ma niente affatto. A Castelvetrano, già dieci anni fa si è cominciato a fare la differenziata con il porta a porta. Quanti cittadini dovevano farla? Il 7 %. La stessa di oggi. Il 93% dei Castelvetranesi non deve fare la differenziata perché hanno detto loro che
non “devono”. Li mandiamo in galera?
Possibile che non mi sia accorto che la raccolta differenziata a Castelvetrano abbia raggiunto livelli che neanche la Germania…? Possibile che io, che abito in una di quelle poche vie (Garibaldi) dove vige l’obbligo della differenziata, non mi sia accorto che, invece, si fa anche nella parallela a Est (Rosolino Pilo)e in quella a Ovest (Denaro). In questo caso non se ne sono accorti nemmeno quelli del comune e della Dusty che continuano a tenere i cassonetti in quelle vie. Forse si fa la differenziata a insaputa del Commissario e della Dusty, e i cittadini, invece si ostinano a buttare i rifiuti nei cassonetti; cittadini, peraltro, incivili perché una volta riempito il cassonetto non si premurano neanche di svuotarlo, e insistono a depositare lì vicino, pensando, insensatamente,  che il Comune o chi per lui si porti via i rifiuti!! Delinquenti. In galera! Perché non portano i rifiuti nelle isole ecologiche appositamente fatte per il fabbisogno di qualche centinaio di cittadini e non per 30.000?

Cosa pensano questi cittadini? Che è compito delle istituzioni responsabili spazzare le strade, organizzare la raccolta differenziata? Non capiscono che il problema dei rifiuti si risolve con un movimento  anarchico e individuale dal basso? Non è organizzata alcuna raccolta differenziata nella loro strada? Ognuno si attrezzi per conto suo, guidato dalla personale idea di come si fa. Non lo sanno che per fare la raccolta differenziata non c’è alcun bisogno di preparazione, programma, predisposizione degli strumenti adatti alla bisogna, compresi i siti di lavorazione delle frazioni dei rifiuti? Per fare la differenziata, si sa, basta separare la plastica, il vetro, l’alluminio, la carta ed è fatta.  È così semplice!
Peccato che, a giudicare da quel che succede anche nei paesi molto più ricchi e civili del nostro,  non sia affatto così. È così difficile che si programma e si predispone il necessario a lungo termine . La Germania ha cominciato decine d’anni fa ed è arrivata al 76%. Lì ci sarebbe da mandare in galera un quarto della popolazione, quella che non fa la differenziata.
La galera si propone per i mafiosi che portano rifiuti radioattivi e no nel nostro territorio.
Per gli amministratori disonesti e fors’anche per gli incapaci.
Per questi nostri amministratori regionali che in vent’anni, senza mai trovare il tempo per programmare e fare delle scelte lungimiranti, hanno sempre scelto la dichiarazione dello stato di emergenza per mettere pezze inutili a coprire il dissesto totale. La stessa cosa che ha fatto da ultimo proprio  quello del  “Diventerà bellissima”.
Per quelli che costruiscono viadotti in Sicilia.
Non per dei poveri cittadini che fanno ciò che gli viene detto di fare, aspettandosi che lo Stato, come è giusto, faccia la sua parte.
Ma forse vivo in un mondo diverso!!
Allora avrei qualche domanda.


Perché si vuole mandare in galera me, che disciplinatamente e coscienziosamente per anni ho fatto la raccolta differenziata e che negli ultimi due anni non sono stato più in grado di fare perché la Dusty non la fa più. Plastica, alluminio ecc. che rimangono lì per giorni e settimane. Non si sa mai se l’indomani passano oppure no. E di solito no. Non si capisce perché, se il problema sono le discariche piene – quindi per l’indifferenziata -, non continui a pieno ritmo e a maggior ragione la differenziata. Il sospetto di molti è che la raccolta differenziata, almeno negli ultimi due anni, è stata tutta una finta. Per questo in passato ho proposto all'amministrazione, per fugare qualsiasi dubbio e rafforzare la fiducia dei cittadini, una “gita culturale di controllo democratico” ai siti di lavorazione dove si portano la plastica ecc. Chissà se mai ce la organizzeranno. Mi accontenterei che la gita la facesse il commissario Caccamo che poi riferirebbe. Mi fido.
Da dove è nata quest’idea del mandare in galera i cittadini che non fanno la differenziata? 
Se ci sono, chi sono? Quanti sono? Sono nelle tre strade dove c’è l’obbligo?
Sono nelle altre strade (il 93%)? Facciamoli i nomi di questi che dovrebbero fare la differenziata e, invece, non la fanno e mandiamoli in galera, dux dixit.
Insomma c’è qualcosa che io non so e che, come cittadino, dovrei sapere? 
Ditemi!!
"Sai solo criticare!" mi ha accusato l'autore della proposta demenziale. La critica è di per sé propositiva: "propone" che della cosa criticata non si faccia nulla perché è una boiata.
Non basta fare proposte per iscriversi di diritto alla categoria dei "fattivi", dei "propositivi" e non a quella dei "criticoni" come me, se poi le proposte sono delle sonore minchiate e qualcuno deve pur sempre esserci a controllare le boiate!




P.S. Oggi, giugno 2018, lo stesso aspirante politico ci comunica su facebook che lui di sua iniziativa, da oggi, farà la raccolta differenziata, perché "Che ci vuole a fare la differenziata?" OMG!

Vorrei vivere in un Stato dove non fosse necessario fare le cose inutili.

 Lo Stato, che ha 2.283.000.000.000 di debito pubblico riesce a trovare e farsi prestare per il nostro Comune sei milioni di euro, soldi dei risparmiatori italiani, dalla CDP, la Cassa Depositi e Prestiti, per ridurre in macerie 170 case abusive. Questo non è un paese mentalmente sano.
In teoria lo Stato si limiterebbe ad approntare questa somma che, poi, si farebbe restituire dai proprietari delle case demolite.
Abbiamo già visto questo film dei soldi restituiti dai proprietari per demolire le 
proprie case. Facendo un semplice conto sarebbero più di 35.000 euro a unità. 
Io non le pagherei neanche sotto tortura.
Non ho mai avuto, non ho e non avrò 
mai una casa a Triscina né ho parenti o amici che 
abbiano una casa abusiva, a scanso di equivoci.
Il risultato sarà che lo stato spenderà i soldi di tutti i 
contribuenti, anche quelli miei, che non ho casa a Triscina.
 Ai fanatici dal cervello in bianco e nero de "La legge è legge" 
ricordo che la legge prevedeva un piano regolatore 
ecc. ecc., ma nessuno è stato punito. E quando la legge punisce solo i più deboli, i cittadini, e non anche i correi non è giustizia. 
E quando si tratta di 
giustizia il "sempre meglio che niente" non funziona. Poi la legge non è giusta solo 
perché è legge. Possiamo dire che la legge Fornero è sbagliata? O mille altri 
esempi?
 Il nostro valente giornalista Egidio Morici sostiene che non si può dire che quei tre milioni potrebbero essere spesi 
per altro, io direi in maniera più "costruttiva", perché sono destinati
esclusivamente a quello scopo. Come se questo rendesse meno grave la scelta. 
Non mi risulta che lo Stato abbia mai pensato di destinare, 
invece, sei milioni di euro (il costo di abbattimento 
delle 170 case "fuorilegge") all'inizio dei lavori per 
dotare Triscina di fognature e condotte idriche per risolvere il problema più grave della borgata e che, 
prima o poi, scoppierà come una bomba ecologica.
E poi, perché, invece di ricorrere alla Cassa depositi, in tutti questi anni non ci si 
è fatti dare quei 35.000 euro dai proprietari? Temo di conoscere la risposta: Eh!, 
sì vabbè, campa cavallo". E come si pensa di averli dopo?
E, infine, lascio la parola al dott. Caccamo. "
Alla domanda di un intervistatore, se questo risanamento a macchia di leopardo 
possa servire a qualcosa, il Dott. Caccamo ha risposto: “Non ha alcun senso. 
L'abbattimento a macchia di leopardo non ha alcun senso.” e però, ha aggiunto, sarà sua premura 
di intravedere la possibilità di un piano di recupero per le zone interessate”. 
Capito? Nonfarà” o “appronterà” o “farà redigere”, magari prima 
dell'abbattimento, 
ma “intravedrà la possibilità” di un piano di recupero, dopo.
E ancora: "Laddove c'è una violazione, 
ci sono degli abusi, soprattutto reiterati 
nel tempo, nei confronti dei quali 
non si è adottato alcun provvedimento, mi pare 
che sia compito principale, soprattutto di chi oggi rappresenta lo Stato a 
Castelvetrano, applicare le leggi e i regolamenti. Un compito difficile ma 
necessario". 
Riepilogando: "È una cosa inutile ma è necessario farlo".

Vorrei vivere in uno Stato dove non fosse necessario fare le cose inutili.

Vorrei una Sicilia dove la raccolta differenziata funzionasse al 90%.

Io vorrei una Sicilia dove la raccolta differenziata funzionasse al 90%, dove non fosse necessaria alcuna discarica, dove non ci fossero, e ci sono, discariche mafiose di materiali radioattivi fuori della porta di casa, dove non ci fosse mafia, dove non fosse necessario alcun termovalorizzatore, dove masse di turisti ci portassero quella ricchezza che da sempre costituisce un'utopia, dove l'agricoltura fosse uno dei perni della nostra economia, e non, come da 60 anni, la cenerentola dell’interesse della politica, dove i siciliani non fossero costretti a fuggire per fame.

Invece siamo l'ultima regione italiana sotto quasi tutti gli aspetti. Si salva solo ciò che non dipende da noi: il sole e il mare (e anche quest'ultimo si avvia a essere solo un catino di immondizie, petrolio e migranti naufragati).

Con la merda fino agli occhi, con la raccolta differenziata al 90% lontana vent'anni, ci permettiamo
però il lusso di fare gli schizzinosi contro i termo valorizzatori. D'altronde a Brescia o a Rothensee, una città del Magdeburgo a pochi chilometri da Berlino, si sa, sono un po' tonti, non sono svegli come noi ed è per questo che si fanno fottere e si fanno costruire i termovalorizzatori fuori della porta di casa. Noi, modestia a parte, non ci facciamo fregare da nessuno, siamo troppo intelligenti. In dialetto sud-islandese dicono "Scarsi e superbi".

Successe anche quasi mezzo secolo fa con le centrali nucleari, quando la coscienza ambientalista cominciava a trovare posto nella testa di tanti giovani come me. Anch'io facevo parte di quel movimento d'opinione di sinistra contrario alle centrali. Anch'io votai contro il nucleare nel 1987, un anno dopo Chernobil.

Se, però, rifletto su ciò che ha prodotto tale posizione, che risultò vincente con il 70% dei voti, mi dico che c'è qualcosa di sbagliato. Ci siamo ritrovati, senza volerla fare troppo lunga

  • ·          Senza fonti di approvvigionamento energetico.
  • ·         Con le centrali nucleari dei paesi vicini spesso costruite vicine al nostro confine, quasi dentro casa nostra.
  • ·         Con tutto ciò che questo comporta in termini di rischio per i paesi padroni delle centrali così come per il nostro, che pur non ha centrali. Vi ricordate che dopo l'incidente di Chernobil neanche a Castelvetrano si potevano mangiare verdure e fragole ecc.? Le centrali nucleari, quando qualcosa non va, non distinguono il padrone dagli estranei. Se un incidente dovesse accadere a uno dei ventotto reattori che incombono sull’Italia, in Germania, Svizzera, Francia o Slovenia noi, che abbiamo scelto di non costruirne, saremmo colpiti esattamente come gli abitanti di quei paesi.
  • ·         Con la necessità di comprare l’energia proprio da quei paesi che, oltre a “minacciarci” con le loro “bombe” – le centrali – ci spillano dei bei soldini. Noi compriamo dalla Francia e co. dal 10 al 37 % del nostro fabbisogno. L’80 % dell’energia che compriamo dalla Francia proviene dai suoi reattori nucleari.
  • ·         E, infine, ma non ultimo, sarebbe davvero un’ironia crudele se scoprissimo che sottoterra,  da qualche parte nel nostro territorio, ci fossero proprio le scorie radioattive prodotte dai paesi nuclearizzati.



Per sapere come funziona a Rothensee vi rimando al mio articolo su Prima Pagina Castelvetrano 


La "panna" vegetale fa schifo.

Mi trovo a combattere contro la sempre maggiore difficoltà che incontro nel trovare nei supermercati la panna vera da montare. In molti si trova solo quella da cucina. Siamo arrivati al punto che la gente pensa che la famosa Hoplà sia panna anche se le somiglia solo vagamente. Quando chiedo, ironicamente, se c'è della panna vera mi fanno subito vedere quell'obbrobrio che viene definito "prodotto dolciario a base vegetale", non potendo, giustamente, neanche fregiarsi del nome di panna. "Intendevo della panna vera, di latte", faccio. Sguardo interrogativo del commesso! "La panna di latte", aggiungo. "Ah! Non ne abbiamo" il ragazzo dell'eurospin. 
Quello che la "ggente" non sa è che, nonostante i bugiardi la presentino con parole tipo 
"leggera", "100% a base vegetale", "versatile", "naturale" - come se la vera fosse innaturale - 
in realtà ha lo stesso identico carico di grassi di quella vera - se no non monterebbe -, 
ma, per giunta, si tratta di grassi di cattiva qualità, grassi idrogenati saturi - 
tipo olio di palma per intenderci. 
Un grammo di grasso, vegetale o animale che sia, sempre 9,3 kcal contiene. 
La parolina "vegetale" fa il miracolo. 
È, come se il resto non bastasse, anche zuccherata! Se leggete attentamente l'etichetta, al "prodotto dolciario a base vegetale" vengono aggiunti 11,5 g/100 di zucchero, l'equivalente di quasi un cucchiaio per 100 grammi.
Noi la panna "vegetale" con tutti quegli additivi la lasciamo volentieri ai mangiatori di cibo spazzatura.
Ma, poi, vuoi mettere il sapore della panna e quello inesistente del "prodotto dolciario a base vegetale"?


Degli incapaci ci hanno preso in ostaggio.

Una vita che si aggira  a Palazzo d'Orleans, una vita che fa politica, ma, dopo aver promesso mirabilie e drastiche operazioni di chirurgia estetica (Diventerà bellissima), ha avuto bisogno di essere eletto Presidente per sapere le condizioni economiche disastrose della nostra regione. Alzi la mano chi non le conosceva! Solo lui, sembra . E da chi si fa fare i conti? Da Gaetano Armao quello che Berlusconi voleva alla guida della regione. L'uomo per tutte le stagioni e per tutti gli schieramenti: Gesuita, demitiano, mattarelliano, leoluchiano, autonomista, di destra, cammaratiano, lombardiano e con Lombardo
responsabile del disastro del suo governo, fondatore di "Palermo avvenire", fondatore di "Sicilia nazione" (0,0% alle elezioni), fondatore di "Movimento Nazionale Siciliano" e, recentemente, fondatore del "Movimento Siciliani Indignati", cuffariano, abusivo del titolo di Professore, in quanto solo Professore aggregato all'università di Palermo. Ora, noi sappiamo che il governo Crocetta è stato tra i peggiori della storia siciliana, guidato da un narcisista inetto e sbruffone. Ma sappiamo anche che la voragine che sembra volerci risucchiare si è cominciato a scavarla diversi governi fa. Armao ne fece parte con una infinità di incarichi: consigliere giuridico dal governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, consigliere giuridico anche per il sindaco di Palermo, Diego Cammarata. Quando fu assessore al bilancio del governo Lombardo  la legge finanziaria che presentò fu impugnata in ottanta articoli dal Commissario dello stato, quasi tutta: un record.


Adesso il fascionesto Musumeci
l'ha messo di nuovo all'assessorato al bilancio e ci viene a raccontare che la situazione è disastrosa, che ci sono otto miliardi di debiti che ci costano annualmente 360.000.000 di interessi, che non si conoscono i debiti fuori bilancio e "“Con un bilancio come quello illustrato oggi noi non possiamo farci troppe illusioni, almeno per i prossimi tre anni, questa situazione contabile peserà assai sull'attività del governo. Abbiamo il dovere di dirlo per non alimentare aspettative." Dopo avere, per mesi, gridato che la Sicilia con Musumeci sarebbe diventata bellissima e avere alimentato aspettative e speranze impossibili dei siciliani, adesso mettono le mani avanti, e ci dicono che forse dobbiamo rimandare la riedificazione estetica e morale della nostra terra a fra almeno tre anni. E la chiamano "operazione verità". Abbiamo aspettato tanto, aspetteremo tre anni e vedremo se l'assessore al bilancio Armao, in parte responsabile e partecipe delle estreme ristrettezze
della nostra economia sarà illuminato sulla via che dovrebbe portare al risanamento della regione.
Vi aspettiamo e vi controlliamo.
Vedremo se la tanto sbandierata onestà di Musumeci, che poi non si sa in cosa sia mai consistita, riuscirà a essere la cifra del suo governo. Vedremo!




La legge dei sacchetti ritagliata su misura per i ricchi inquinatori.

La cosa che scassa di più le palle è che non ti lasciano scelta. O paghi o paghi!
Non sono, certo, quei due-tre centesimi che, sebbene stra-arricchiranno gli amici di Renzi, ci suscitano istinti "sputerecci". Non ci impoveriranno né ci avrebbero arricchito.
Quando, nel 2010, fu introdotto l'obbligo dei sacchetti biodegradabili ci fu un atteggiamento di comprensione per il legislatore.
Eppure ci  veniva a costare molto più di adesso.
Ma ci sembrava ragionevole che si volesse scoraggiare l'uso di tanta plastica.
Ci sembrò saggio tornare alla vecchia borsa della spesa da usare e riusare.
Siamo o non siamo ecologisti? Forse solo Trump non lo è.
Sgombriamo quindi il campo da facili equivoci, su cui i fanatici sono maestri.
legge sacchetti, renzi, fake news, novamont, legambiente, riuso, inquinamento
Noi  siamo favorevoli a iniziative che vadano in direzione di un ambiente più vivibile, ci mancherebbe. Ma, dio mio, si potranno criticare anche le leggi pro ambiente? O no? Se uno ravvisa nelle modalità di stesura e di applicazione della legge delle cose sbagliate potrà dirlo senza essere accusato di leso ambientalismo? O, forse, basta definire una legge pro-ambiente per blindarla contro ogni critica? Ma l'amore per l'ambiente è esclusiva di Legambiente? L'unica, peraltro, a difendere a spada tratta il governo renzuloni. Le altre associazioni ambientaliste? Se l'ambientalismo fosse una cosa semplice e scontata ci sarebbero così tante associazioni? Così tanti punti di vista sulla stessa cosa?
Noi questo diritto di critica ce lo prendiamo, almeno finché Renzi non si proclamerà duce.
Da quando il ruotafortunista Renzi (ma ha vinto alla fine da Mike Bongiorno?) ha scoperto che le fake news non sono solo le sue, ad ogni critica al suo operato oppone la parolina magica: fake news. Ma lui è proprio insuperabile. E cerca di ristabilire la verità con altre fake-news.
Chi ha fatto della menzogna la sua cifra politica e personale è come il lupo: perde il pelo...
legge sacchetti, renzi, fake news, novamont, legambiente, riuso, inquinamento
Vediamo allora questa baraonda di equivoci creati ad arte dai renzichenecchi.
Qualcuno esprime la sua contrarietà alla legge sui sacchetti? Ecco pronto un post di un ronzino: una spiaggia invasa di plastica (non si sa se biodegradabile o no, ma fa niente) e il commento acido: ecco la vostra plastica non biodegradabile! Come se qualcuno avesse detto di essere favorevole alla plastica non biodegradabile! Se uno è contro la legge è per la distruzione dell'ambiente.
Ci sono poi quelli che giocano sul valore intrinseco di ciò che il cittadino è costretto a pagare: due centesimi. Eh! Come fate per due centesimi! L'ambiente vale molto di più di due tre cents! Si tratterebbe, per loro di una tassa minima e giusta. La benzina aumenta di pochi centesimi per volta e ogni volta sembra che non ti impoveriscano, mentre ogni volta producono ricchezze indicibili per i padroni del mondo, i padroni dell'energia.
Questi due tre cents garantiranno agli industriali della plastica cifre che noi comuni mortali non sappiamo neanche leggere - fino a centomila, un milione un'idea riusciamo a farcela.
Per Legambiente questi industriali che producono, ricordiamolo, plastica, quella stessa che va a finire nelle discariche e negli oceani e nello stomaco di pesci e tartarughe, sembrano dei benefattori dell'umanità. No, sono gli inquinatori del mondo. Sarebbe giusto che un po' della spesa pro ambiente la pagassero loro? No, ha detto il governo renzuloni. La devono pagare i cittadini, solo i cittadini. Ma neanche uno dei due centesimi che costa il sacchetto potremmo fargli pagare? No, solo i cittadini.
Ma, dicono i finti ambientalisti, i sacchetti sono biodegradabili. Svegliatevi! Se fossero
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biodegradabili perché tutto questo casino per ridurne l'uso? Lo so soltanto io che i sacchetti cosiddetti "biodegradabili" lo sono soltanto al 40, massimo 50%? È per questo che bisogna farli pagare. Per scoraggiarne l'uso. E per scoraggiarne l'uso cosa prevede la legge? Che non si possano riusare!
"Non è vero che non si possono riusare! Questa è una fake news", si affretterano ad obbiettare  legambientisti e renzisti.
Primo, le fake news non possono confondersi con le inesattezze, così come non si possono far passare per fake news le interpretazioni diverse di una legge. Ormai i Renzisti bollano come fake news qualsiasi opinione contraria al governo. Ma le fake news sono false notizie, fatti non veri, non possono esserlo le opinioni o le interpretazioni.
E perché non sarebbe vero che non si possono riusare? Perché, ti correggono, li puoi ancora usare! Sì, oltre che per portare la spesa a casa li puoi ancora usare, sia pure per l'ultima volta, per l'organico o umido. Ah! che grande differenza!
Se, per comprare frutta e verdura mi portassi da casa tre quattro sacchetti lavabili, e li riusassi tutte le volte per la stessa cosa, quanti sacchetti di plastica in meno si immetterebbero nell'ambiente. Devo
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per forza farvi i conti? Io , dopo un anno, immetterei nell'ambiente quattro sacchetti, vogliamo fare dieci? Facciamo venti! Così come è congegnata la legge io solo immetterei nell'ambiente centinaia e centinaia di sacchetti di plastica sia pure degradabile. Ricordiamola la differenza: quando tu, incoraggiato dal fatto che si chiamano "biodegradabili", consumi due sacchetti è come se ne avessi consumato uno non biodegradabile. Inquini per metà, cioè. "E ti pare niente?", subito obbietterebbero i legarenzisti. Sì mi pare niente. È come l'ubriacone che beve un litro di vino annaffiato, però, con un litro d'acqua pensando così di bere meno. Mi pare niente soprattutto perché questo dimezzamento dell'inquinamento non c'è in pratica, grazie proprio al divieto di riuso indefinito e perché, come già accennato, la falsa biodegradabilità dei sacchetti "biodegradabili", indurrebbe la "ggente" a essere meno attenta. Tanto è biodegradabile!! Come se alla tartaruga importasse se il sacchetto che ingoia e la soffoca sia bio o no. Vuoi mettere morire per un sacchetto bio!
legge sacchetti, renzi, fake news, novamont, legambiente, riuso, inquinamentoSempre per evitare di essere accusato di fake, affrontiamola meglio questa storia del divieto di riuso. Nella legge questo è l'unico punto non chiaro. Sembra che a questa possibilità del riuso si siano opposte fermamente le catene di supermercati mentre «la circolare del Ministero dello sviluppo economico del 7 dicembre 2017 ammette la possibilità di usare borse riutilizzabili, anche se rimanda per il benestare definitivo a un parere del Ministero della salute che dovrebbe valutare gli aspetti
igienici e quelli sanitari». Lasciamo stare il fatto che questo parere si sarebbe potuto avere prima dell'entrata in vigore della legge, mi chiedo quali possano essere i motivi contrari al riuso: improbabili ragioni di igiene? Sono sacchetti che io ho lavato a casa e mi riporto a casa dove li laverò di nuovo. E se anche non volessi lavarli a chi nuocerei se non a me stesso e per scelta. O forse, d'ora in poi metteranno un poliziotto, spero non Paolo Forlani, a impormi la necessaria igiene personale? Non hai lavato il sacchetto biodegradabile! E giù botte da orbi alla Paolo Forlani!
Altra accusa di fake i renzilegambientisti la muovono alla notizia che un'amica di Renzi e del PD si arricchirebbe per questa legge. E quella vera quale sarebbe?
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Che non è vero che si arricchirebbe solo lei! Una decina d'industrie si arricchirebbero! Questa quindi non è notizia fasulla. Solo incompleta. Ma vaglielo a spiegare ai renzisti così abituati a vivere con le menzogne di Ronzino nel cervello, cos'è vero e cosa no! È vero, non sarebbe solo Catia Bastioli ad arricchirsi con questa legge; ce ne sono un pugno d'altri. Ma è concesso aggiungere che lei, padrona dell'azienda leader in Italia per la produzione di prodotti inquinanti, la plastica, sarebbe quella che trarrebbe maggiore vantaggio da questo scarabocchio di legge alla Renzi?
I legarenzisti, non riesco a capire perché, partono dall'assunto tutto da dimostrare, che a pagare per l'ambiente debbano essere i cittadini.
Vero è che una legge fosse necessaria perché "ce lo chiedeva l'Europa". Ma l'Europa non ci ha imposto di fare pagare il prezzo della sostenibilità ambientale ai soli cittadini e non anche alle catene di supermercati o/e alle industrie che producono plastica, che, bio o non bio, sempre inquinante è! Niente l'Europa ci ha detto sul riuso dei sacchetti. Queste sono cose pensate in autonomia da Renzuloni. E sono queste cose che non vanno a genio a noi che siamo nati ambientalisti, e che vorremmo delle leggi giuste, ma soprattutto efficaci, ma davvero, per "Gaia".
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Infine, che tristezza vedere Legambiente che va appresso a Novamont. Inedita alleanza tra ambientalisti e inquinatori. Non c'è però tanto da meravigliarsi. Basta osservare come i patrocinatori dell'ambiente sembrano essere, ormai, le industrie che più inquinano, che, al costo di milioni di pubblicità, si ripuliscono l'immagine e la coscienza. E ci tocca sentirci dare lezioni di ecosostenibilità dalle industrie che producono sostanze inquinanti. Sono tutte per l'ambiente. Come no!

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