Lo Stato che deve farsi comprare
i defibrillatori e la carta igienica dai cittadini
è uno stato insolvente economicamente
e moralmente.
Questa è la società democratica?
Questa è lo stato di povertà della
nazione tra le più ricche al mondo?
Dov'è il benessere promesso se le ville si tengono chiuse perché non ci sono soldi per pulirle e quelle che non si possono chiudere sono una vergogna?
Se la cura delle aiuole si è costretti ad affidarla al lavoro e al buon cuore dei cittadini?
Se si è costretti a chiedere a cittadini con competenze specifiche di lavorare gratis per lo Stato, perché quelli pagati dal comune non sono sufficienti o adeguati?
Un plauso va, certamente, ai privati cittadini che, in cambio di uno spot pubblicitario, offrono la loro opera per il bene comune, quel bene trascurato dallo Stato, in stato comatoso, soprattutto da quando le destre sono al governo, da sempre cioè.
Giusto per inciso, quelli che si adoperano per il bene della comunità, che regalano defibrillatori agli ospedali e calendari ai carcerati e si fanno fotografare in posa insieme con le autorità locali, tra le quali il sindaco, a "perenne memoria" non sono forse le stesse persone timorate di Dio, quella stessa borghesia seria e laboriosa che predica che la beneficenza è silenziosa? Non c'è nelle chiese una sola panca che non rechi una targhetta con il nome di chi l'ha donata. Ma questo è un altro discorso. Ordinaria ipocrisia?
D'altronde sono convinto che anche la beneficenza "urlata" va bene e "fa" bene. Come non si può apprezzare il lavoro di quelli che hanno adottato le aiuole della rotonda sotto l'uomolivo di Pino Mazarese. Tenute davvero bene. E, in definitiva, per una piccola menzione sul giornale locale, si sono accollati un bel lavoro.
Non è questo il punto.
In uno Stato che funzioni, i cittadini pagano le tasse e i proventi li si utilizzano per le infrastrutture e i servizi.
Da noi si è rotto qualcosa in questo meccanismo virtuoso.
Da anni ci siamo infilati in un vorticoso e inarrestabile circolo vizioso: lo Stato non ci "restituisce" le tasse e noi non le paghiamo. Ed è come l'uovo e la gallina. Siamo ridotti così perché lo Stato non adempie ai suoi doveri o perché i cittadini non pagano? Per ovviare a questo cosa si fa?
Si aumentano le tasse per i milionari? Ma figurarsi! Non succederà mai che i ricchi, i quali, per interposti politici, comandano, si tassino adeguatamente.
Lodevoli adozioni di aiuole |
Ma se già sono i ricchi quelli che evadono le tasse, le stesse che vengono imposte anche ai poveri!
Si cerca di recuperare l'evaso dei ricchi imprenditori?
Neanche per sogno. La lotta all'evasione è eterna e perdente per lo Stato, da sempre, per la corruzione diffusa che caratterizza il meridione in particolare. Per noi, in specie in Sicilia, lo Stato non è quello che ci fa gli ospedali, ché anzi ce li chiude, non è quello che fa e ripara le strade ché anzi sono un colabrodo, che tiene pulita la città anche fuori le porte, che ci fornisce la carta igienica negli asili o i buoni pasto per i bisognosi: non dovrebbe vergognarsi uno Stato giusto di avere cittadini così bisognosi da non avere di che mangiare? Meno male che ci sono i privati?
Allora chi rimane da far pagare: i dipendenti pubblici e i poveracci.
Quindi non mangerebbero i bambini senza la generosità di questi privati? |
A livello nazionale ma, soprattutto, a livello locale, si conoscono nomi e indirizzi dei ricchi imprenditori che non pagano le tasse. Non ci sarebbe bisogno di nessuna task force. Applicare la legge non lo richiede.
Basterebbe chiedere al consigliere Pietro Craparotta, credo nelle file della maggioranza, il quale sosteneva prima di essere eletto che è lo Stato il vero evasore e non pensava che il 50% dei castelvetranesi non paghi le tasse.
Chissà se adesso si è informato. Magari ci spiega perché c'è bisogno di una task force per far pagar lo Stato e se i cittadini le pagano.
Sono sicuro che i ricchi "contribuenti", con i soldi sottratti allo Stato, sapranno pagare gli avvocati per dilazionare e postergare e forfettizzare o evadere lo stesso.
Rimane John Cecè, a cui la task force richiederà la licenza per la sua agenzia pubblicitaria itinerante, rimangono gli ambulanti da fare sfollare a piazza Regina Margherita, mentre ai fissi si regalano intere piazze (tre!). Rimangono gli insegnanti, gli infermieri, gli impiegati pubblici.
Almeno i grillini erano in dissesto economico! Che ricorressero ai "volontari" aveva un motivo preciso, ma adesso?
Nella recente polemica sugli "esperti" "aggratissi" il sindaco, nel rispondere a chi legittimamente protestava, si è nascosto dietro una legge che permette questo sfruttamento.
Il fatto che ci siano quelli disposti a non farsi pagare non evita che altri potrebbero aspirarvi e legittimamente pretendere di essere pagati.
È un po' come in guerra o nelle fabbriche: si trovano sempre dei crumiri o dei collaborazionisti.
È permesso dalla legge ma ...
A me hanno sempre insegnato, che il lavoro bisogna pagarlo! Mai "aggratissi"!
Inoltre, la saggezza popolare mi insegna che non c'è peggior lavoro di quello fatto gratis. E, per il verso del datore di lavoro, non si potrà neanche protestare per un lavoro malfatto o pretendere che sia fatto bene, perché "a caval donato ...!"
Persino agli psicanalisti è, convenientemente per loro, fatto divieto di operare gratis, pena la mancata efficacia della cura. Insomma neanche le cose che ci piacciono sappiamo apprezzare se sono gratis.
"Senza sordi 'un si nni canta missa!"