Un successo la manifestazione enogastronomica 'Castelvetrano è', nella giornata di Sabato 23 Novembre. Si prevede che sarà ancora meglio stasera Domenica, grazie anche al tempo bello.
Mi dicono che è una cosa "carina".
Uscite, stasera, per una passeggiata e farete contento il sindaco che si propone di scuotervi dal vostro torpore inducendovi, con queste ed altre iniziative, a "riempire le strade e le piazze della città".
Un modo divertente - dice il sindaco - per combattere anche quella percezione della paura che sembra essersi impadronita di Castelvetrano.
«Riportare le persone a vivere la città, vivere le strade , le piazze, a godere dei nostri monumenti, a godere degli incontri, delle nostre proposte anche gastronomiche, ad apprezzare ciò che il territorio, la città, le persone riescono a darsi vicendevolmente».
Io dico che sarà dura.
Quando i castelvetranesi escono di casa - proprio un marchio culturale - lo fanno per uscire da Castelvetrano.
Anche quando avevo vent'anni, si andava a Mazara a ballare o a giocare a bowling, da noi detto buling. È passato più di mezzo secolo ed è ancora così.
I mazaresi, nonostante abbiano la stessa mafia, la stessa piccola criminalità, nonostante abbiano un numero enormemente maggiore di immigrati, la maggior parte dei quali, peraltro, ben inserita, e grazie, però, ad un'economia molto più florida di quella castelvetranese, non hanno paura di uscire la sera e le piazze sono sempre state piene e i ristoranti pure. È una caratteristica di popolo. Il mazarese è un popolo di mare, più aperto, più socievole, più intraprendente e quindi più ricco e perciò più ottimista. O tutto al contrario! È ricco perché ottimista oppure ottimista perché ricco. Niente a che vedere con il "tipo" castelvetranese, il "contadino" - parlo anche dei grossi imprenditori terrieri e di quelli venuti fuori dalla profonda campagna per darsi ad altro, ma con la testa del "contadino" - chiuso ai rapporti sociali, diffidente, radicato, come gli olivi che coltiva, nel suo conservatorismo e nella paura del cambiamento. Per noi contadini divertirsi è divellersi, sradicarsi per andare altrove, lontano dagli sguardi impiccioni degli abitanti del borgo contadino. Preferiamo Palermo o Mazara. Non sarà un compito facile quello di riportarci per strada. O diventiamo più ottimisti o più ricchi per riempire i ristoranti. Le sagre ancora ancora, forse, ...
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