A
volte le scelte nascono dal cuore piuttosto che da laboriose e
difficili analisi razionali e, metodologicamente, scientifiche oppure da una sintesi cuore-cervello. E
questo succede, spesso, a scapito della globale coerenza della tua
idea politica. Da anni adotto questo sistema di rifiutare l'amicizia
di quegli sconosciuti che ad un controllo anche sommario sul loro
profilo mostrano clamorose prove del loro fascioleghismo. Così si
evitano i più esaltati. Per altri è più difficile e, quindi, ti
capita di accettare, inconsapevole, l'amicizia di uno di Riva Destra. Ma non dura
molto, perché e difficile, tranne che se si usa fb come spioncino
sugli altri, che non ci si riveli per quello che sono i nostri
principi, credenze. Allora, di solito, si pone, senza indugio, fine
al rapporto.
Però, mi è anche successo di tenermelo uno che ho
scoperto solo dopo essere fascista. Perché sono rimasto conquistato
dal garbo, dalla mitezza del loro atteggiamento, dalla loro
disponibilità al dialogo. Più di uno.
Non
parliamo di quelli tra i contatti che sono parenti, figli di parenti,
vecchie conoscenze familiari, nel rapporto con i quali, come è
normale, la politica non rientrava nelle interazioni. Anche lì
possono esserci delle sorprese, come la partannese trapiantata al
nord leghista e anti-immigrati, lei immigrata al nord. Lì non ho
avuto esitazioni, sebbene si trattasse di figlia di parenti cari.
L'assoluta mancanza di un precedente rapporto personale con lei mi ha
facilitato il compito.
Fatti
salvi i parenti e quelli con cui hai avuto solo rapporti
professionali, rimangono i vecchi fascisti contro cui hai combattuto
in giovinezza a causa delle idee.
Con
questi è difficile rompere i rapporti e, in un certo senso, sarebbe
pure doloroso e non per un solo motivo.
Uno
potrebbe essere che abbiamo condiviso un sacco di cose. Ci muovevamo
negli stessi spazi, ci dividevamo per gli stessi problemi,
frequentavamo gli stessi luoghi, gli uni da contestatori, gli altri
da reazionari. C'erano i gruppi di amici di sinistra e di amici di
destra. Non ci si amalgamava mai, ma ci si incrociava in
continuazione, a scuola e altrove. Erano reciprocamente impermeabili,
ma si mescolavano in attività estemporanee, culturali, ricreative o
sportive. Poteva succedere che io giocassi a pallacanestro, niente di
meno, con la "Fiamma MSI" di Cvetrano, quando si facevano
piccoli tornei locali. Persone con le quali, nel corso di una vita,
si sono sviluppati dei modi amichevoli e cordiali di rapporto. Ce ne
sono diversi tra i miei contatti.
Un
altro è che, in qualche modo e misura, noi siamo, nella
competizione, "definiti" dall'avversario. Proviamo, quindi,
gratitudine per la persona che ci ha permesso di "lottare".
Infine,
ma forse è lo stesso del punto precedente, i momenti del passato
vivono nei nostri ricordi non come autoritratti, ma come contesti
fisici e umani. Per l'integrità dei nostri ricordi, è necessaria la
presenza di tutti nel quadro. Se aggiungi che si tratta della nostra
vita da giovani, si è disposti a rimpiangere anche le cose negative.
E anche i nostri avversari di allora, che hanno condiviso con noi la
giovinezza.
Poi
su cosa basino le loro idee i miei amici fascisti non lo so e,
d'altronde, non l'ho mai capito.
Di
sicuro usare la politica come unico criterio per giudicare le persone
può essere piuttosto fallace oltre che ingiusto.
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