Il
nazifascismo è il peto più puzzolente e letale che sia mai
esistito e mai si solleverà alla dimensione di "Ideale".
Piuttosto è destinato a finire nel buco nero delle fogne, il suo
posto, da dove periodicamente, ne siamo consapevoli, cercherà di uscire.
Non
è paragonabile a una qualsiasi "Idea"!
Per
quel che riguarda il comunismo, il discorso è leggermente più
complicato, ma neanche tanto.
Nessuno
si sognerebbe di giudicare la grande idea del cristianesimo per il
numero di morti che ha causato nella storia o per il comportamento di
stati cristiani che di volta in volta, nel tempo, hanno compiuto
stragi ed eccidi e altre abominevoli cose. Non la si giudica per le
sue aberrazioni, per le "sante" crociate che tanti morti
causarono. Non la si giudica per le stragi di Sabra e Chatila. Non la
si giudica per il terrore e le morti causate dalla "santa"
inquisizione. Non la si giudica per il rogo dei libri proibiti. Non
la si giudica per i dodici milioni di ebrei e altri uccisi dalla
cattolica Germania al grido "Got mit uns" (Dio è con noi!). Neanche per gli
eccidi perpetrati in Africa dal cattolico Belgio coloniale.
Neanche
il capitalismo, un'idea di sistema economico, si giudica dai morti
sul lavoro che ha causato in ogni paese in cui sia stato adottato o
dalle sofferenze inflitte a masse di lavoratori sfruttati e tenuti
nell'indigenza, senza casa, senza diritti, senza riposo, senza...!
Non lo si giudica per le azioni e i misfatti di tanti paesi
capitalistici. Non lo si giudica per l'Europa e l'America
capitalistici che hanno decimato e sfruttato la popolazione locale in
Africa e in Australia. O per il genocidio compiuto dai capitalistici
Stati Uniti d'America a danno dei nativi americani o per l'operazione
"condor" che tante dittature ha prodotto e sostenuto nel
sud America.
L'Islam
è una fede antica e radicata nel mondo. È il legame che unisce al
loro dio due miliardi di persone, che in esso trovano sollievo alle
sofferenze, guida morale e pratica nel quotidiano, speranze per la
vita e pace per il futuro estremo, come i cristiani.
Nessuno
si sognerebbe, sano di mente, di giudicare l'Islam per i morti
causati dalla loro avanzata verso ovest, per i morti e per le guerre
causati da paesi musulmani. Nessuno, con un minimo di cervello,
potrebbe mai giudicare l'Islam dalle gesta dei terroristi o
dell'ISIS.
Il
Cristianesimo e l'Islam non sono i loro fondamentalismi, anche se i fondamentalisti da loro gemmano e con loro variamente si
intrecciano.
Nessuno
ardirebbe paragonare, sulla sola base dei lutti e sofferenze
provocate, il Cristianesimo o l'Islam al Nazifascismo, nonostante
ambedue abbiano avuto un ruolo negativo anche lì.
Nessuno
lo farebbe perché l'Idea è sempre cosa diversa dai tentativi di
concretizzarla, materializzarla, soprattutto se si tratta di un'idea
complessa e strutturata di principi e insegnamenti, che ruotano tutti
attorno a solidi perni filosofici e morali.
È
come imputare la colpa di un assassino, quali che siano le
circostanze, alla sua religione. L'assassino è un Italiano? Allora
il cattolicesimo ha armato la sua mano. Sarebbe sbagliato anche se
l'assassino sventolasse, a motivazione del suo gesto, la religione
cattolica. Non esiste cosa più democratica delle idee e della fede.
Possono colpire chiunque, un mafioso, un onesto, un delinquente. Poi,
qualsiasi cosa ne faccia il delinquente o il genio è affar loro non
dell'idea.
Problemi
seri sorgono quando si arriva alla definizione e descrizione del
nazifascismo, perché il nerbo di questa proposta di governo sembra
solo essere l'essenzialità e l'imprescindibilità della forma
dittatoriale assoluta, e poco altro dal punto di vista economico e
sociale se non la difesa aberrata e aberrante della identità
nazionale, il suo anti-capitalismo e anti comunismo, e quella grande
porcata del corporativismo.
Il nazifascismo non ha mai animato né
agitato i cuori degli uomini per una società più giusta per tutti.
In tutti i paesi in cui si è sventolata la bandiera del nazifascismo
solo lutti e stragi hanno causato, dove è stato applicato e dove
non. In Italia il fascismo non si è limitato a causare guerra e
morte, persecuzioni e terrore, ma ha continuato a seminare lutti e
stragi nell'Italia del dopoguerra a preparare e tentare colpi di
stato a mettere bombe preferibilmente nei posti affollati dove si
potessero mietere più vittime, nelle stazioni e sui treni, ma non disdegnavano chiese e piazze, e fino ai nostri giorni costituisce un
pericolo nero difficile da eliminare, della serie "l'erva tinta
'un mori mai".
E tutto in nome di che? Di una società equa, dei
diritti per tutti e del diritto alla propria libertà personale e
collettiva? In nome della ribellione all'oppressione statale? No! In
nome, al contrario, dell'oppressione statale, dell'intromissione
nelle scelte private dei cittadini, quanti figli ( di più in guerra
per poterli mandare a morire per la patria), se non ti sposi non hai
futuro (niente carriera e tassa del celibato). Quanto oro per la
guerra! La ghettizzazione degli indesiderati, ebrei o colonizzati.
Chi sposare e chi no, niente africani coloni, pena fino a cinque anni
di reclusione. Le bimbe colonizzate ("native") schiave
sessuali erano liberamente disponibili per gli ufficiali tramite un
"matrimonio".
Ora,
ditemi voi se questa è un'idea! È solo una porcata!!!
Com'è
strano invece il destino del comunismo.
Ha
costituito un faro, una luce di speranza per miliardi di persone. Ha
agitato e animato i cuori di miliardi di uomini sul pianeta.
Non
esiste paese in cui la sua bandiera non sia stata sventolata come
simbolo di uguaglianza, di pace, di giustizia sociale.
In
Italia, come in Europa e in America, ha guidato masse di uomini
contro le dittature fasciste, contro l'oppressione dei poveri da
parte dei ricchi. Se non fosse stato per il comunismo, un grido di
giustizia sociale, saremmo ancora in quella triste società che il
capitalismo industriale e selvaggio aveva creato. Padroni con tutti
i guadagni e lavoratori morti di fame a 16 ore al giorno senza
protezioni e tetto.
In
Italia, in nome del comunismo, si ebbero le più notevoli conquiste
sociali. Quante lotte per avere un orario di lavoro umano, un po' di
sicurezza sul lavoro, una pensione, il diritto di sciopero, la
libertà sindacale, il diritto alla salute.
Solo
nel 1970 (ieri per me) arrivò, dopo due secoli di lotte, in Italia
la legge n. 300/1970 meglio nota come "Statuto dei
lavoratori", "in materia di lavoro, senza dubbio, la fonte
normativa più importante nel nostro ordinamento dopo la
Costituzione, che ha fissato i principi fondamentali della materia."
E
tutto nel nome del comunismo. In un paese capitalista e democratico.
Questa
è la particolarità del comunismo, se non si tiene conto della
quale, non si può dare un giudizio complessivo sulla sua validità.
Il
comunismo, paradossalmente, ha apportato più benefici nei paesi in
cui si voleva il comunismo ma non c'era, che nei paesi dove il
comunismo c'è stato ma ha costituito un ulteriore elemento di
compressione delle libertà individuali, anche dei lavoratori e si è
rivelato un moloc di diritti e libertà individuali.
Ma
condanneremo, a causa della tragica applicazione di esso nell'Unione
sovietica di Stalin, l'idea di uguaglianza e giustizia sociale
propugnata dal comunismo?
Forse
che condanniamo il capitalismo per la cattiva applicazione che di
esso si fa negli Stati Uniti (lehman brothers, multinazionali
petrolifere, le ingorde e senza remore morali case
farmaceutiche, armi, muri messicani) o nella Russia di Putin dove chi
lo contraddice o minaccia di intaccare la sua personale e indicibile
ricchezza o il suo potere, muore?
Ci
siamo mai sognati di condannare il capitalismo e equipararlo al
Nazifascismo per come sembra abbia ridotto molti paesi, sull'orlo del
baratro economico come l'Italia, o la Grecia che in quel baratro ha
spinto?
Condanneremo
o equipareremo l'Islam al nazifascismo per l'abominevole applicazione
che se fa in Iran?
No.
Non si possono confondere le idee con i tentativi di realizzarle.
Le
idee si prestano sempre a tutti i tentativi di realizzazione. Tante
volte, come nel caso del comunismo, sono più benefiche quando non si
realizzano e producono stupefacenti effetti quando sono lotta e
stimolo e analgesico della dolorosa vita in paesi capitalistici ma
liberi.
Purtroppo
anche le “idee” di morte e sopraffazione e disuguaglianza si
prestano a essere realizzate ripetutamente. Sono più i paesi
dittatoriali che le democrazie.
Per
questo non bisogna mai abbassare la guardia, stare sempre all’erta,
perché la probabilità di un rigurgito fascista e dittatoriale è
alta, in Italia più che altrove.
Per
questo è doveroso che ognuno di noi si faccia portatore di una
verità: comunismo e nazifascismo non sono uguali. No!!!
Il
nazifascismo non ha dignità di idea. È un rutto!
Potete leggere la prima parte di questo post Qui
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