La mafia non esiste (parte terza). “Matteo Messina Denaro non è il primo dei nostri problemi”

Insomma nei '70, quelli dei miei vent'anni, l'argomento mafia era tabù. Chi parlava contro la mafia o
era pazzo o non aveva più voglia di vivere. Come posso dimenticare la vicenda del primo pentito nella storia della mafia, Leonardo Vitale. A causa di problemi di depressione di cui soffriva dalla prima esperienza di carcere, la sua attendibilità veniva messa in dubbio e i processi ai mafiosi, arrestati in seguito alle sue rivelazioni, 
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Leonardo Vitale
il primo pentito di mafia

si conclusero con l'assoluzione di quelli che accusava e con la sola sua condanna, e dello zio. Finì in manicomio e quando ne uscì la mafia certificò infine l'attendibilità della sue dichiarazioni assassinandolo mentre tornava dalla messa. 

 

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Peppino Impastato, figlio di mafioso,
ormai simbolo della lotta alla mafia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma forse che oggi non è più tabù? Cos'è cambiato oggi rispetto ad allora?
Non mi sento affatto di dire che non sia cambiato nulla. Non sarebbe la verità.
Senza togliere nulla al valore del sacrificio di tutti quei servitori dello stato e cittadini che ho prima elencato, una svolta che, a mio avviso, ha anche segnato un punto di non ritorno, furono le figure di personaggi come Impastato, Falcone, il Generale Dalla Chiesa, Borsellino, e il loro martirio prevedibile e previsto che riuscirono a fare breccia, e per sempre, nell'immaginario della gente di Sicilia che aspirava e aspira a qualcosa di meglio per la propria terra che non questa barbarie.
Padre da poco quando morirono ammazzati Falcone e Borsellino, provai dolore, incredulità, indignazione quanto mai prima. E poi, di fronte a quella reazione in massa dei Siciliani, soprattutto i giovani, provai anche sollievo, speranza e orgoglio.
Fu una sorta di primavera del sentimento antimafioso.
 Ma, purtroppo, a quella "Primavera", invece che l'"Estate", seguì l'"Autunno" quando di quel sentimento genuino di molti giovani si impossessò, snaturandolo, il potere istituzionale. E allora quello che sembrava il seme che avrebbe portato alla fioritura di una nuova coscienza antimafia, si lasciò che infradicisse nella melma della burocrazia e dell'Antimafia formale e vuota delle istituzioni.
È vero, comunque, che la sensibilità della generalità dei giovani è sicuramente aumentata. Si parla un po' più liberamente del fenomeno, pur con molte resistenze che tuttora persistono.

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Falcone e Borsellino
C'è una maggiore consapevolezza della pericolosità e della pervasività della mafia.
Tuttavia non posso nascondere la mia delusione per la pochezza dei risultati nell'arco della mia vita.
È effettivamente scoraggiante per uno che corre verso una meta non riuscire mai neanche a intravederla e la strada mi sembra ancora lunga. I cambiamenti socio-culturali avvengono con una lentezza che rendono una presa di coscienza collettiva un processo di gran lunga più faticoso e difficile di un percorso individuale.

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Il Gen. Dalla Chiesa
Una delusione che si acuisce quando penso come, ancora, trovino diritto di cittadinanza nella nostra società di oggi, tutte quelle posizioni di sottovalutazioni ma anche di diniego (consapevole o no) della mafia.
Ora, lasciamo per un attimo da parte le affermazioni di Riina circa i comunisti Violante e Caselli, colpevoli di essersi inventati la mafia.
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Berlusconi e
il suo braccio destro Dell'Utri
E lasciamo da parte l'affermazione di Marcello Dell'Utri, per anni braccio destro di Berlusconi, creatore di Forza Italia, amante e collezionista di libri, oggi in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, secondo cui la mafia non esiste.
E neanche vogliamo considerare le affermazioni di Berlusconi secondo il quale, la mafia sì esiste, ma viene troppo sopravvalutata a causa della circolazione di serie tv e film e libri come Gomorra che ne ingigantiscono l'importanza.

E, però, a Castelvetrano, città di MMD, un candidato sindaco  se la prende con le forze dell'ordine, "che condannano la nostra città per cercare uno (MMD)  che non si sa nemmeno se esiste o non esiste" per poi affermare che "la mafia è un marchio d'infamia inventato per costruirci sopra l'antimafia”. A sua parziale discolpa per la prima affermazione bisogna dire che effettivamente dopo tanti anni che, invano, gli si da la caccia è lecito dubitare della sua esistenza!

E, però, a Castelvetrano, città bollata come mafiosa dalla stampa, ma soprattutto dai Carabinieri, che da anni arrestano, ogni anno, decine di mafiosi, possiamo sentire l'ex sindaco Errante fare affermazioni del tipo: Matteo Messina Denaro non è il primo dei nostri problemi. Parole del tutto prive di significato e azzardate per
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Articolo di Egidio Morici su Tp24.it
un uomo delle istituzioni: se si riferisce al latitante allora non solo MMD non costituisce il primo problema, ma non deve affatto essere un problema di pertinenza del sindaco: da quando in qua i sindaci vanno a caccia di latitanti? Se invece si riferisce al MMD che anche nel nostro territorio detta legge con una rete di conniventi, complici, simpatizzanti, uomini nelle istituzioni e nelle burocrazie in tutti i settori e che ha un assoluto controllo del territorio allora dovrebbe costituire, sì, il primo problema di Castelvetrano. In una economia da terzo mondo dove tutti i rapporti commerciali sono inquinati dal controllo mafioso, nessun cittadino riceve beneficio di sorta, al contrario di quel che pensa il mio barbiere: “Almeno la mafia i soldi che si fa, un poco li riversa nel territorio dando lavoro, non come i politici che i soldi se li mettono tutti in tasca”.


Continua... La mafia non esiste (parte terza). “Matteo Messina Denaro non è il primo dei nostri problemi”                                                                                   


























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