Insomma
nei '70, quelli dei miei vent'anni, l'argomento mafia era tabù. Chi
parlava contro la mafia o
Leonardo Vitale il primo pentito di mafia |
si conclusero con l'assoluzione di quelli che accusava e con la sola sua condanna, e dello zio. Finì in manicomio e quando ne uscì la mafia certificò infine l'attendibilità della sue dichiarazioni assassinandolo mentre tornava dalla messa.
Peppino Impastato, figlio di mafioso, ormai simbolo della lotta alla mafia |
Non
mi sento affatto di dire che non sia cambiato nulla. Non sarebbe la
verità.
Senza
togliere nulla al valore del sacrificio di tutti quei servitori dello
stato e cittadini che ho prima elencato, una svolta che, a mio avviso, ha anche segnato un punto di non ritorno, furono le figure di
personaggi come Impastato, Falcone, il Generale Dalla Chiesa, Borsellino, e il
loro martirio prevedibile e previsto che riuscirono a fare breccia, e
per sempre, nell'immaginario della gente di Sicilia che aspirava e
aspira a qualcosa di meglio per la propria terra che non questa
barbarie.
Padre
da poco quando morirono ammazzati Falcone e Borsellino, provai dolore, incredulità, indignazione quanto mai prima.
E poi, di fronte a quella reazione in massa dei Siciliani,
soprattutto i giovani, provai anche sollievo, speranza e orgoglio.
Fu
una sorta di primavera del sentimento antimafioso.
Ma, purtroppo, a quella "Primavera", invece che l'"Estate", seguì l'"Autunno" quando di quel sentimento genuino di molti giovani si impossessò, snaturandolo, il potere istituzionale. E allora quello che sembrava il seme che avrebbe portato alla fioritura di una nuova coscienza antimafia, si lasciò che infradicisse nella melma della burocrazia e dell'Antimafia formale e vuota delle istituzioni.
Ma, purtroppo, a quella "Primavera", invece che l'"Estate", seguì l'"Autunno" quando di quel sentimento genuino di molti giovani si impossessò, snaturandolo, il potere istituzionale. E allora quello che sembrava il seme che avrebbe portato alla fioritura di una nuova coscienza antimafia, si lasciò che infradicisse nella melma della burocrazia e dell'Antimafia formale e vuota delle istituzioni.
È vero, comunque, che la sensibilità della generalità dei giovani è sicuramente
aumentata. Si parla un po' più liberamente del fenomeno, pur con
molte resistenze che tuttora persistono.
Falcone e Borsellino |
C'è
una maggiore consapevolezza della pericolosità e della pervasività
della mafia.
Tuttavia
non posso nascondere la mia delusione per la pochezza dei risultati
nell'arco della mia vita.
È
effettivamente scoraggiante per uno che corre verso una meta non
riuscire mai neanche a intravederla e la strada mi sembra ancora
lunga. I cambiamenti socio-culturali avvengono con una lentezza che
rendono una presa di coscienza collettiva un processo di gran lunga
più faticoso e difficile di un percorso individuale.
Il Gen. Dalla Chiesa |
Una
delusione che si acuisce quando penso come, ancora, trovino diritto
di cittadinanza nella nostra società di oggi, tutte quelle posizioni
di sottovalutazioni ma anche di diniego (consapevole o no) della
mafia.
Ora,
lasciamo per un attimo da parte le affermazioni di Riina circa i
comunisti Violante e Caselli, colpevoli di essersi inventati la
mafia.
Berlusconi e il suo braccio destro Dell'Utri |
E
lasciamo da parte l'affermazione di Marcello Dell'Utri, per anni
braccio destro di Berlusconi, creatore di Forza Italia, amante e
collezionista di libri, oggi in carcere per concorso esterno in
associazione mafiosa, secondo cui la mafia non esiste.
E
neanche vogliamo considerare le affermazioni di Berlusconi secondo il
quale, la mafia sì esiste, ma viene troppo sopravvalutata a causa
della circolazione di serie tv e film e libri come Gomorra che ne
ingigantiscono l'importanza.
E, però, a Castelvetrano, città di MMD, un candidato sindaco se la prende con le forze dell'ordine, "che condannano la nostra città per cercare uno (MMD) che non si sa nemmeno se esiste o non esiste" per poi affermare che "la mafia è un marchio d'infamia inventato per costruirci sopra l'antimafia”. A sua parziale discolpa per la prima affermazione bisogna dire che effettivamente dopo tanti anni che, invano, gli si da la caccia è lecito dubitare della sua esistenza!
E,
però, a Castelvetrano, città bollata come mafiosa dalla stampa, ma
soprattutto dai Carabinieri, che da anni arrestano, ogni anno, decine
di mafiosi, possiamo sentire l'ex sindaco Errante fare affermazioni
del tipo: “Matteo
Messina Denaro non è il primo dei nostri problemi”.
Parole del tutto prive di significato e azzardate per
un uomo delle istituzioni: se si riferisce al latitante allora non solo MMD non
costituisce il primo problema, ma non deve affatto essere un problema
di pertinenza del sindaco: da quando in qua i sindaci vanno a caccia
di latitanti? Se invece si riferisce al MMD che anche nel nostro
territorio detta legge con una rete di conniventi, complici,
simpatizzanti, uomini nelle istituzioni e nelle burocrazie in tutti
i settori e che ha un assoluto controllo del territorio allora dovrebbe costituire, sì, il primo problema di
Castelvetrano. In una economia da terzo mondo dove tutti i rapporti
commerciali sono inquinati dal controllo mafioso, nessun cittadino
riceve beneficio di sorta, al contrario di quel che pensa il mio
barbiere: “Almeno la mafia i soldi che si fa, un poco li riversa
nel territorio dando lavoro, non come i politici che i soldi se li
mettono tutti in tasca”.
Continua: La mafia non esiste e se esiste dormivo. Parte finale
Articolo di Egidio Morici su Tp24.it |
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