Elvis Presley, il re del rock. Ascoltate mentre leggete. In fondo le parole con traduzione. “Are you lonesome to-night” – allora si scriveva ancora col trattino -, scritta da Roy Turk e Lou Handman nel 1926, fu registrata da Elvis Presley nel 1960 e fu subito successo. Fu uno dei singoli più venduti quell’anno. Rispetto alla sua produzione prima della leva militare costituisce, certo, uno strappo e segna uno stacco dal genere rock scatenato che lo aveva consacrato nei ’50. Elvis. Una ballata gentile e amorevole, lenta e cantata meravigliosamente bene con quella sua voce piena, profonda, pastosa, sensuale. Pare che la parte parlata che divide a metà la ballata ci fosse sin dalla prima incisione. Parole liberamente ispirate a quelle pronunciate da Jacques nella commedia di Shakespeare “As you like it – Come vi piace”, Atto II, scena VII: “Tutto il mondo è un palcoscenico, e gli uomini e le donne, tutti, non sono che attori. Hanno le loro uscite e le loro entra
Il cretto di Burri abbandonato per trent'anni. Il servizio di Irene Fioretti per il Tg3 delle 14:20 del 12 agosto 2018. Guardatelo, se ne avete voglia. Lasciamo i toni agiografici della nostra informazione ufficiale a chi deve camparci. Io ho sempre trovato inquietante il cretto di Burri. Questa colata di cemento in piena campagna è figlia del suo tempo, gli anni del dopoguerra, quando la campagna, che già dava poco o niente, fu del tutto abbandonata, e lo è tuttora, per passare al cemento delle città e, finalmente, al pane bianco. Ricostruzione, cemento e cemento. E cemento anche per la Gibellina nuova e per le sue "opere d'arte", cemento armato per la Stella di Consagra e cemento in quantità "industriale" per la Gibellina distrutta dal terremoto per un'idea artistica discutibilissima. Quel brulicare di vita all'interno di quella desolazione, del cemento non della campagna, non c'è mai. Questa era un occasione "organizzat
Al Pacino e Gabrielle Anwar Profumo di donna. Ogni anno celebro il Giorno del Ricordo ascoltando questa poesia composta e cantata da Leonard Cohen, poeta, scrittore e compositore canadese, considerato uno dei più celebri, influenti e apprezzati cantautori. Anche quest'anno non voglio rinunciare alla buona consuetudine e alle poetiche note della canzone. Però, quest'anno sono costretto, tristemente, a rovesciare l'ottica solita e dedicarla alle vittime del genocidio dei nostri giorni, quello dei Palestinesi ad opera delle ex-vittime di quell'altro del secolo scorso, gli ebrei di Israele. La poesia di Cohen, d'altronde, è una metafora dell'amore, quello che, solo, potrà restituire un po' di pace al mondo, ma anche l'amore come somma di tutte le passioni, anche quelle estreme dell'auto-dissoluzione. Ascoltate mentre state leggendo. Cliccate sul video. Holocaust Orchestra by Soren Aveva le
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