Chi vuole fare politica, in un sistema democratico deve avere, semplicemente, un'idea di società. Basta.
È normale un capo della polizia al governo di un paese democratico?
Franco Gabrielli, ex capo della Digos di Roma, capo del Sisde, responsabile della Protezione civile, prefetto, capo della Polizia, che ci fa come sottosegretario alla presidenza? Perché il capo della polizia sottosegretario in un governo democratico, in un paese democratico.
Noi ce lo ricordiamo bene il suo comportamento durante lo sciagurato anno di Salvini al ministero dell'interno. La polizia era, praticamente agli ordini e al seguito di Salvini.
Con il silenzio e le giustificazioni di Gabrielli, Salvini poté permettersi di tutto, fare picchiare dai poliziotti giornalisti che esercitavano il loro diritto di cronaca durante manifestazioni contro il ministro delle interiora, mandarli dentro le case di privati cittadini senza mandato a rimuovere striscioni che recitavano "Ama il tuo prossimo" o "Siamo umani", fare identificare o, peggio, fermare cittadini che manifestavano pacificamente il loro dissenso contro il baciasalumi, fino a fare fare un giro al figlioletto sulla moto d'acqua dei poliziotti.
![]() |
Mai si era visto un tale dispiegamento di forze a difesa e scorta di un ministro dell'interno. Fu allora che si notò il nerbo democratico e la sua volontà di difendere la costituzione, violata quotidianamente dai poliziotti, dalla digos e da Salvini, del "muto" Mattarella. Non una parola, non un richiamo, neanche un buffettino a Salvini. Non ritenne, quando persone democratiche esprimevano la loro preoccupazione per la piega fascista che aveva preso la gestione del ministero dell'interno, nemmeno di convocare, non dico richiamare all'ordine, il capo della polizia per avere delle spiegazioni sull'uso improprio delle forze dell'ordine da parte di un ministro contro i cittadini. Muto!
Adesso, grazie al suo "capolavoro", la nomina di Draghi, longa manus dei poteri economici europei, Gabrielli viene promosso sottosegretario.
La nomina di Draghi ce la spieghiamo benissimo con la sua idea politica di europeista fino all'osso. Non aveva, d'altronde, rifiutato (incostituzionalmente) di nominare ministro Savona che aveva il solo torto di pensare l'Europa in maniera critica?
Fautore del pensiero unico.
O si è europeisti o non si può fare il ministro della repubblica e, quindi, politica: gli antieuropeisti sono cittadini di serie B. Come se la regina Elisabetta si fosse rifiutata di nominare primo ministro la May contraria all'unione europea, perché "metteva a rischio i risparmi dei cittadini"; così si giustificò Mattarella, con questa affermazione tutta da dimostrare!!
Ma noi non abbiamo certo la stessa tradizione secolare di democrazia della Gran Bretagna. Noi ancora, nel 2021, grazie al Capitone e alla pescivendola, gridiamo "viva il duce", in Italia.
Il rifiuto della nomina di Savona fu un atto contro la costituzione e come tale passibile di impeachment. Non ci si rifiuta di nominare un ministro perché sull'Europa non la pensa come te. Non convenne a nessuno seguire la strada dell'impeachment, perché i grillini smaniavano per prendere subito il potere e aprire una diatriba di tale portata avrebbe allungato i tempi. Ma l'avrebbe senz'altro meritato l'impeachment.
In Italia non si può parlare male del Presidente della Repubblica. Per questo si vede presso tutta la stampa e la politica questo indegno strisciare davanti a qualsiasi decisione o, più spesso, discorso di Mattarella. Non so come sia negli altri paesi ma di certo negli Stati Uniti del Presidente si può dire e scrivere che è un bugiardo, un pagliaccio, un pericolo per la democrazia, un demente, un narcisista sociopatico, un asshole, uno stronzo senza dover temere conseguenze di nessun tipo.
In Italia, invece abbiamo il reato di "Vilipendio al Presidente della repubblica"! Un po' come l'infallibilità del Papa.
Ma come si spiega la nomina di un capo della Polizia come sottosegretario alla presidenza del consiglio? E sarebbe meno grave se non avesse ricevuto anche la delega ai servizi segreti. In pratica due ministeri chiave a un poliziotto ex capo della Digos. Queste cose non dovrebbero succedere in un paese democratico. In tutti i paesi democratici le forze dell'ordine, per il compito vitale che svolgono per la stessa democrazia, per la posizione di detentori delle armi, che gli consentirebbero di rovesciare dall'oggi al domani il sistema democratico, come tentò di fare il generale De Lorenzo, devono essere tenute in grande considerazione democratica, ma al contempo, ben separate dai tre poteri sovrani.
La delicatezza della questione deriva anche da una peculiarità delle forze dell'ordine in tutti i paesi del mondo. Dovunque esse non rappresentano, politicamente, uno specchio della società. Rappresentano sempre in grande maggioranza (in Italia il 70%) le pulsioni autoritarie e fasciste della società. Basti pensare al comportamento di gran parte delle forze dell'ordine nel recente attacco fascio-trumpiano al Campidoglio, in cui quelli che lo dovevano difendere hanno incoraggiato fino a unirsi ai rivoltosi.
Basti pensare all'effetto che ha sulle forze dell'ordine la presenza al comando di uno come Trump o Salvini. Neri e immigrati vittimizzati e torturati, sovranisti protetti ecc.!
Per questo le forze dell'ordine meritano un occhio di riguardo, sì, ma anche un controllo e un'educazione democratica che spesso si trascura sottovalutando il pericolo che da tale atteggiamento discende.
Non dovrebbero stare poliziotti o generali in attività al governo: devono pelare altre gatte.
Comunque, grazie, Mattarella, per quest'altro regalo.
L'ultimo chiodo sulla bara delle mie speranze.
Da vent'anni ho perso totalmente qualsiasi residua fiducia nelle magnifiche sorti e progressive del nostro pianeta. Tanto che mi meraviglio come ancora abbia voglia di lottare e battermi per il cambiamento. È, capisco, solo inerzia. La forza dell'abitudine, senza nemmeno la necessità di un pungolo di speranza.
Ma perché solo vent'anni fa? Eppure il mondo aveva sempre, sin dagli esordi, mostrato segni inequivocabili di irredimibilità. Da sempre il mondo è governato da pagliacci psicopatici, da Pilato a Nerone, da Caligola al Principe Carlo D'Aragona, da mussolini e Hitler a Bolsonaro, da Trump a Grillo e Renzi, da Pol pot a Mao, da Boris Johnson a Kim Jong Un, da Bokassa a Robespierre, da Stalin a Breznev fino a Putin. Da sempre la verità risulta di difficile presa. Da sempre esiste una verità e i suoi negazionisti: "le camere a gas dei lager tedeschi" e "No non è niente vero, è solo un'invenzione", "la spagnola con i suoi cinquanta milioni di morti" e "Il covid non esiste!", "Le torri gemelle abbattute dagli arabi" ma anche no, "Furono gli americani". A volte ci prende il dubbio che noi in realtà non esistiamo e siamo solo un'invenzione. Ma, si sa, la speranza è ciò che ci fa sopravvivere.
Ma ciò che successe vent'anni fa ha piantato l'ultimo chiodo sulla bara delle mie speranze.
Nessuna guerra, nessuna catastrofe, nessun dittatore, vent'anni fa furono due festeggiamenti a farmi perdere fiducia nella redimibilità degli uomini.
Due feste per accogliere il nuovo millennio. Ma un nuovo millennio non può iniziare due volte. Un millennio inizia una sola volta come tutte le cose. Non c'è nessun "Ciac, si rigira!"
Eppure è questo che successe. Si festeggiò il 21esimo secolo, il terzo millennio due volte. L'umanità decise che il terzo millennio cominciava due volte, una prima alla mezzanotte del 31 Dicembre 1999 - 1 Gennaio 2000 (all'apparizione del magico numero 2) e la seconda volta alla mezzanotte del 31 Dicembre 2000 - 1 Gennaio 2001.
Presumevo, allora, che chiunque fosse andato alle elementari potesse agevolmente, con un semplice conto, saperlo.
Mai presunzione fu così platealmente smentita. Il 21esimo secolo fu festeggiato due volte.
Non ho neanche voglia di indicare qui quale data fosse quella giusta anche se non presumo più che chiunque sia andato alle elementari possa saperlo, perché non è utile ai fini del mio discorso.
Almeno su questo tutti possono essere d'accordo (chissà, poi?): un anno inizia una sola volta e quindi si può festeggiare solo una volta.
Ora perché dovrei meravigliarmi, oggi, se c'è gente che stravede per Renzi, se Draghi riesce a fare il capolavoro di un governo di zombie disonesti che hanno portato alla rovina del nostro paese, di personaggi che speravamo mai più ritornassero dal buco nero degli anni horribiles dell'era berlusconiana, se ci ritroviamo ancora quella mezza sega di Brunetta la pugnetta e compagnia vomitando?
No, non mi meraviglio neanche un po'.
Non mi meraviglio per niente che dei duri e puri e honesti si rotolino ora come maiali nella melma del sistema che combattevano, per un ministero.
Nessuna meraviglia. Mi sarei sorpreso del contrario.
Rousseau è il fallimento della politica come guida e avanguardia del popolo.
I padroni del mondo in democrazia hanno solo il problema di tenere "viva" una sinistra finta

In questa foto vengono mostrati non i padroni del mondo, i veri pupari, ma i loro servi
I padroni del mondo hanno sempre avuto due modi di governare. Con la democrazia e con i totalitarismi. In tutti e due i casi il comando è agevole.
In democrazia hanno solo il problema di tenere "viva" una sinistra finta.
Nel caso raro che la sinistra mostri un momento di incontenibilità ricorrono al loro braccio armato, le forze armate che, con quello che si chiama un golpe, una sospensione della democrazia, rimettono ogni cosa al suo posto.
Nella creativa Italia hanno trovato un'alternativa all'uso delle armi, che, peraltro, fabbricano loro stessi: i governi tecnici.
Una soluzione che presenta diversi vantaggi, non ultimo quello che i sudditi sembrano mostrare di gradire molto, spesso con indescrivibili impeti e pulsioni di penitenza e mortificazione corporale (in fondo si tratta di prenderlo nel culo!).
Poco importa ai sudditi, che fino al giorno prima gridavano "democrazia, democrazia", che un governo tecnico sia, né più né meno, un golpe, una sospensione della democrazia, un colpo di stato, solo morbido, solo a tempo.
Se fosse vero che i tecnici governano meglio dei "politici" perché non farne un sistema, perché non sostituiamo la democrazia con un'autocrazia Mattarella-Putin, che di volta in volta "scelga" i tecnici che governino il paese?
E sì, sarebbe imprescindibile "uno" che scelga i tecnici!
Perché i tecnici non sono tutti uguali. I tecnici non sono i depositari dell'«unico» modo di governare. Ognuno la pensa in maniera "politicamente" diversa.
Basta pensare che lo stesso Mattarella si rifiutò di nominare ministro Paolo Savona, marcando un precedente pericoloso per la democrazia, perpetrando un tradimento della nostra costituzione. Ci fu chi, a ragione, voleva sottoporlo a impeachment.
Si rifiutò di nominarlo perché un delinquente accertato, perché disonorevole? Savona era uno stimatissimo economista ex ministro che aveva il solo torto di criticare l'Europa. Per questo non fu nominato, perché «sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoriuscita dell'Italia dall'euro» (Mattarella), come se essere un anti-europeista non possa avere dignità di posizione "politica"!
Dove sta scritto che solo i favorevoli all'unione europea così com'è possano fare i ministri e, in definitiva, politica? Assolutamente da impeachment!
Sì, lo so! È così gratificante poter pensare che l'unico presidente della repubblica siciliano sia considerato uno dei migliori presidenti mai, è così gradevole cullarsi, piacevolmente solleticati, all'idea che un siciliano alla presidenza sia così apprezzato da tutti gli italiani! Ma è un coro così unanime da risultare sospetto. Non conveniva a nessuno metterlo sotto impeachment e tutto passò in cavalleria. Ma se non è contro la costituzione rifiutarsi di nominare un ministro perché la pensa diversamente da te cosa è?
Eppure Savona è un "tecnico"!
Hot spot
I più letti
-
In un comune sull'orlo del fallimento, dove la comunità tutta subisce una spaventosa crisi occupazionale, in particolare giovanil...
-
Persino un Principe ci siamo andati a cercare nel nostro passato da commemorare e onorare, giusto come si fa con i Principi. Ché tutti s...
-
Mauro Rostagno, inquieto cacciatore di giustizia, ucciso dalla mafia a Trapani. Un eroe antimafia importato da Torino. È ven...














