Se devo unirmi a una compagnia "zoppa" preferisco non partecipare



"Io non sono un puparo" e subito dopo: "Le mie tre liste a Marsala" Della serie "Qui lo dico e qui lo nego"



 
Quando partecipo a un viaggio, una festa, una riunione, una marcia, una protesta attribuisco la stessa importanza all'evento che agli altri partecipanti. Se devo unirmi a una compagnia "zoppa" preferisco non partecipare. 
Materiale di riflessione per i PidDini di Castelvetrano, che sembrano perdere il pelo ma non il vizio di accompagnarsi alle persone sbagliate. La macchia di essere stati al governo con il fascista Errante è indelebile. 
Adesso, in un ingiustificato clima da caccia alle streghe contro un decente governo stellino, in un incosciente clima da "dimettetevi, al voto", voi andate al rimorchio di quell'indegno coacervo masso-fascio-musumecio-leghista che sta all'opposizione, il quale, soltanto, ha da guadagnare da nuove elezioni, che sarebbero una rovina sia per la turbolenza inutile che per il bene di una città che di tutto ha bisogno tranne che di tragedie politiche e periodi di sospensione dell'amministrazione. Non vedo alcun motivo perché i cinquini debbano dimettersi. Stanno facendo onestamente il poco che è loro concesso dall'economia comunale. Vedo. al contrario motivi di preoccupazione e inquietudine nella neo-formazione di un organismo provinciale di consiglieri (Papanescu li vuole solo se portano in dote un piccolo potere, non vuole politici semplici senza cariche, arte né parte) di tutte le tendenze politiche (forzitalioti e formatori d'angeli a Cvetrano, piddini a Mazara o così bestemmiando) che non ha nessuna idea politica, come potrebbe?, nessun programma per il bene comune, ma solo il vantaggio clientelare degli aderenti. Un movimento che, purtroppo, è destinato a vincere, considerata la forza della vecchia politica clientelare.
Non voglio parlare del resto dell'opposizione per carità di Patria. 
Un Casablanca che non si sa cosa ci stia a fare lì. 
Una brava madre di famiglia per cui la politica, di cui niente conosce, serve per calarci un piatto di pasta a pranzo, come d'altronde per il marito ex consigliere che con leggerezza da libellula passava dall'estrema sinistra alla destra più becera come un niente. 
Chi dimentico? Ah! I fuoriusciti! Velo pietoso. Su quelli che si pentono delle loro scelte ci si chiede sempre se avevano ragione prima o dopo. Poi "Il partito dell'amore o, quantomeno dell'assenza di odio" è veramente troppo!
Credo che basti per delineare i contorni di una tragedia annunciata se si mandano a casa i cinquestelle.
E voi, che non avete mai mostrato senso di discernimento (Errante docet) vi siete sciaguratamente uniti alla processione propiziatoria della tempesta sul governo.
Una tempesta da cui non avreste niente da guadagnare. Il PD da solo a Castelvetrano non ha dove andare senza un'alleanza, lo sappiamo tutti. Ma perché allearsi con i fascio-massonici di Obiettivo città? Che cos'è? Quella che in psicologia si chiama coazione a ripetere? Quell'impulso che tipicamente porta le persone a ripetere sempre lo stesso tipo di errori?
Mi sembra che vi sfugga quale grande opportunità vi si offra per distinguervi dalla becera opposizione a cui, invece, scelleratamente vi unite.
Potreste dimostrare in un momento di bisogno della città e della maggioranza che la governa che voi potete coscienziosamente governare, cancellare il ricordo di quella scelta inFelice del passato subito seguita da rifardiamento. 
Io spero che i cinquestelle trovino un modo per rintuzzare questi attacchi solo strumentali che non fanno affatto il bene della città, che riescano a trovare l'appoggio di qualche consigliere (i fuoriusciti farebbero una migliore figura se si ripentissero, perché così sono solo dei numeri nelle mani di non si sa chi e non li caca nessuno), perché, altrimenti, la vedo dura per loro.
Io, in ogni caso vedrei bene un'alleanza PD-M5S, che, a Castelvetrano, avrebbe una valenza anche migliore che a livello nazionale, considerato che i due consiglieri sono delle persone capaci e degne di stima.

L'adesione di politicanti di spessore ideologico nullo al Papa-Vìa non ci mostra nulla di nuovo


   
L'adesione di politicanti di spessore ideologico nullo al Papa-Vìa non ci mostra nulla di nuovo. Tutto già visto. Tutto già tristemente subito e sperimentato.

La conosciamo da sempre, in Sicilia, la politica del traffico sopra e sottobanco, dello scambio di favori, la politica del pacco di pasta, la politica senza ideali, la politica per il potere e vaffanculo le idee.

Al Papa-Vìa aderiscono politicanti di qualsiasi provenienza partitica dai berlusconiani di Obiettivo città di Castelvetrano, ai nécarnenépesce della lista «Da soli non si va da nessuna parte, ma se ci uniamo, anche a livello provinciale, con Papania, possiamo essere rieletti. Dai che insieme si può», dai pidioti buoni per qualsiasi cosa che gli faccia baluginare chance di potere, ai fascisti della fratella d'Italia, dagli autonomisti senza vergogna ai socialisti, che non pensavo esistessero ancora (e infatti non esistono più, purtroppo). 
Tutta gente che pensa (pensa?) che amministrare sia coprire le buche delle strade. Che si possano portare progetti degni di questo nome senza un'idea sottostante, che un fascista e un pidiota e un socialista si possano unire insieme per "fare". Perché, dicono, basta tener fermo come obbiettivo il "bene della comunità". Dimostrando tutta la loro inconsistenza politica e intellettuale. Come se un socialista, un comunista, un fascista, un forzitaliota potessero avere mai lo stesso concetto di "bene comune". Persino coprire le buche delle strade può assumere valenze politiche e ideali che vanno al di là del mero atto di manutenzione. Mettere le buche delle strade al primo o all'ultimo posto nella scala delle priorità, tenendo conto del contesto generale della situazione della comunità, è un gesto politico. Se uno è un fascista irretito in una falsa idea di "decoro urbano" è logico che preferirà mettere al primo posto la riparazione dell'asfalto piuttosto che  un sistematico piano di recupero dell'umanità sofferente che si palesa sotto forma di senzatetto, barboni, accattoni, malati di alcolismo o di Gioco d'Azzardo Patologico, poveracci che fanno chilometri in campagna per raccogliere capperi o asparagi per portare a casa qualche euro che non gli basta neanche per mangiare a sufficienza. Anzi un fascista non metterà mai mano a un progetto a favore degli ultimi, cose deprimenti che insegnava quel fuori di testa di Gesù Cristo, piuttosto adotterà delle misure contro gli ultimi e li chiamerà, falsamente, "decreti sicurezza".

Questi politicanti, che abbiamo eletto noi, non sanno nemmeno cosa significa avere un'idea di società: per loro tutto fa brodo, basta che ci sia il potere e si può fare tutto. Ma tutto che cosa? Tutto come? Tutto perché?

Non è un caso che a organizzare, dirigere, gestire da padroni queste discutibili iniziative di politica clientelare vecchio stile, siano politici di lungo corso, gente che ha campato di sola politica, che non ha mai esercitato una professione, un mestiere, tranne quello di raccoglivoti. Gente dal passato oscuro e discutibile, plurindagati, condannati per abuso d'ufficio, con legami lavorativi con mafiosi acclarati e condannati.

Ma la cosa più triste di tutte è che, purtroppo, queste cose sono destinate al successo. Perché è quello che i nostri politicanti fanno meglio, e perché la "gente" è abituata ad aspettarsi il pacco di pasta.

Vale meno che niente che qualcuno cerchi di avvertire del pericolo che si cela dietro queste tragiche buffonate. Voci nel deserto dell'anima e delle idee. I locali cinquestelle ci sono stati mandati dal cielo. Ci hanno salvato dalla tragedia della vecchia politica arruffona e arraffona.

Per un pelo, a Castelvetrano, ci siamo salvati da quello che prometteva l'aeroporto a Castelvetrano. Lo stesso che a una domanda del giornalista Egidio Morici: "Cosa pensa del sistema di clientele e corruttele emerso dalla recente operazione Artemisia" rispondeva "Non ho approfondito molto l'argomento".

Lo stesso candidato sindaco che "in 40 anni di lavoro, ho intrattenuto diversi rapporti sociali, anche di tipo istituzionale con diverse imprese a capitale pubblico. Se diventassi sindaco potrei coinvolgere vari soggetti ad investire qui." Non è diventato sindaco e, quindi, non li ha invitati a investire qui.

Ci siamo risparmiati quello che: "Apriremo un processo di collaborazione fattiva con le parrocchie che sono l'occhio e l'orecchio attento di molte sacche di povertà che in questa citta ci sono."

Quello che: "Questa città è di tutti e tutti ce ne dobbiamo appropriare nella propria storia e nella propria cultura."

Ci siam salvati dal Fratello d'Italia che voleva: "Una forte riqualificazione delle strade (scerbatura e pulizia)"

"Valorizzare le feste che già ci sono, San Giovanni e Santa Rita, ma, soprattutto attrarle nel centro storico di Castelvetrano, che non è solo il sistema delle piazze ma anche il Corso."

"Non è il momento di ricostituire vessilli del passato che appartengono alla storia." (Lui, il fascista. "No ai vessili del passato!")

E che dire dello scampato pericolo di quello che per turismo e agricoltura proponeva un "Percorso turistico che va dalla stazione, attraverso la via V. Emanuele, al sistema delle piazze, al Museo civico e alla chiesa di San Domenico." e prometteva che: «Cvetrano sarà un "centro di vitalità, all'interno del quale ci possa essere una presenza giovanile importante, i turisti che invadono la città, essendo orgogliosi perchè contenti di visitare una città bellissima, perché la nostra è davvero una città bella.» E questo era il più "competente" ed "esperto".

E l'altra candidata che oltre ai soliti tour per chiese, ci avrebbe regalato un Centro sportivo federale in collaborazione col Coni e avrebbe favorito "un progetto privato esistente di una piscina" e si sarebbe "attivata come comune perché "vada in porto". Un progetto privato!!!
 

Di quell'altro ci hanno liberato i Carabinieri. Quello che mandava lettere di delazione al Ministro dell'Interno Salvini sull'orientamento politico dei commissari di Castelvetrano dopo avere spiato i loro post e i loro like su facebook, accusandoli di essere dei comunisti. Una cosa vergognosa indegna di un cittadino, figuriamoci di un uomo delle istituzioni "democratiche".

Insomma se non ci fossero stati gli stellini si sarebbe dovuto inventarli.

Falsi miti sulla base di sensazioni e nostalgia per tempi che di buono hanno solo la nostra giovinezza e ... nient'altro.


 
Come la nostra mente costruisce "miti" del tutto falsi sulla base di sensazioni e nostalgia per tempi che di buono hanno solo la nostra giovinezza e ... nient'altro.

«IN PAESE: Carrozze dalla stazione e dalla Chiesa Madre conducevano per ogni dove...
Sotto il Municipio, con la distinzione e l'eleganza impeccabili, si trovavano gli autisti di piazza ... Impeccabili, con cravatta e giacca (e qualcuno addirittura a fumar da sigaretta con il bocchino in mano)...
...i profumi irresistibili di iris (dette ines😄) e muscardini...
tre cinema con l'imbarazzo della visione...
1964
Storie di una Castelvetrano in decollo, oggi atterrata, con un'ala spezzata!
[Vincenzo Basile ricordi di bambino]»

"...Tre cinema con l'imbarazzo della visione" (sic). 
"Castelvetrano la porno" la chiamavano!
Quando la mafia teneva in pugno la città. Quando notai venivano ammazzati dalla mafia. Quando i mafiosi erano l'istituzione più vicina al cittadino. 
Quando la mafia non aveva il volto di un "camperi" ma quello di imprenditori ossequiati e potenti. 
Quando l'unico svago era la passeggiata nel corso mangiucchiando simenza e nuciddi e l'orrenda calia, fimmini davanti e masculi darrè e sguardi intensi al dietrofront. 
 Quando dappertutto era un fermento mafioso. Quando Giuliano veniva ammazzato e posto in un cortile. 
Quando a portella della ginestra venivano uccisi undici contadini e altre ventisette persone ferite. 
Quando la povertà era tale che i bambini giocavano per strada e le bande di ragazzini dei vari quartieri si prendevano a sassate in rituali battaglie quotidiane. 
Quando i bambini si attaccavano alle carrozze tirate dai cavalli per lasciarsi trasportare e c'era sempre qualcuno che avvertiva "'nna zuttata, gnuri!" E i bambini si divertivano a costruire dei fili con all'estremità un "croccu" per "pescare" un grappolo d'uva dai carri che passavano. 
Quando le strade non erano affatto pulite e impeccabili, piene com'erano di cacche di muli, cavalli e asini. Nella vicina Salemi ancora si gettava la piscia dalla finestra senza vetro per strada. Mancavano le fognature e l'acqua corrente era in pochissime case. 
Quando l'imprenditoria castelvetranese era pressoché tutta in odore di mafia. 
Ma che nostalgia si può provare per quei tempi contrassegnati dalla paura e dall'omertà, questa identica anche oggi? 
Le donne costrette a casa. Velo nero della vedovanza per le sfortunate che sopravvivevano ai loro mariti e costrette a una clausura totale per tutta la vita senza alcuna possibilità di rifarsi una vita o semplicemente continuarla. 
Quando i bambini si educavano a suon di ceffoni e tuttora tanti pensano che sia un modo proficuo e legittimo di educare i bambini. Quando c'erano due strade asfaltate e il resto in terra battuta. Altro che strade pulite e impeccabili; d'estate per evitare che la polvere che si alzava dalle strade ci soffocasse il comune faceva passare un'autobotte che spruzzava acqua sullo sterro "impeccabile". Quando un anno sì e un anno pure c'erano degli omicidi di mafia. Quando Carnevale, l'unica occasione per ballare e stricarsi pubblicamente con l'amata e l'amante, si trasformava anche in una opportunità per regolare, dietro la maschera, con il coltello, qualche conto in sospeso tra piccoli e grandi criminali.
Nelle mani della mafia eravamo allora e nelle mani della mafia siamo oggi.
Ah!, la memoria selettiva!
Si ha nostalgia di quella Castelvetrano così come si ha nostalgia dei ceffoni. Mio padre non me ne dava. Sarà per questo che non ho nostalgia?

Queste persone non sono polvere da nascondere sotto il tappeto, ché deturperebbero l'arredo urbano

 



Dopo l'incidente a Marinella in cui un ragazzo è stato portato all'ospedale per trauma cranico, tutti a reclamare punizioni corporali, giogo, galera per tutti, proprietari di locali e avventori, e chi più ne ha più ne metta. 
Poi, dalla maggioranza, l'assicurazione che, basta, d'ora in poi si adotterà il Daspo urbano:
"La misura in oggetto servirà a sanzionare certe condotte quali bivacchi non autorizzati, accattonaggio, comportamenti molesti da parte di soggetti in stato di ubriachezza, persone violente e che deturpano il decoro urbano. I vigili urbani fino alle 2 di notte controllano in collaborazione con i carabinieri."

Anch'io vorrei dire la mia.
Una cosa sono i comportamenti molesti, le persone violente, che, da che mondo è mondo, non hanno avuto mai bisogno del daspo urbano per essere puniti. Tutt'altra sono l'accattonaggio, gli ubriachi innocui, i senza tetto, i barboni che, a buon diritto devono fare parte dell'arredo urbano, visto che sono il prodotto dei fallimenti della nostra società.
Queste persone non sono polvere da nascondere sotto il tappeto, ché deturperebbero l'arredo urbano. Ci mancherebbe. Questi sono argomenti da fascisti. Non per niente queste misure fanno parte del decreto sicurezza che il putiniere Salvini ha emesso insieme ai cinquini e che costituisce una vergogna per un paese civile. Un paese civile non nasconde le persone sotto il tappeto in nome di un irricevibile e falso senso del decoro, per cui basta che i poveri e i senzatetto e gli alcolisti stiano lontano dal centro e "tutto va bene madama la Marchesa". Un paese civile risolve questi problemi, non li nasconde. È troppo facile così!
È come la storia degli ambulanti che rovinavano il decoro dei due ingressi principali alla città e che sono stati dispersi qua e là, mentre si sono lasciate tre piazze di Castelvetrano, Piazza Rosolino Pilo, Piazza Dante e piazza Cappuccini in possesso concessionario a degli ambulanti fissi con le loro orrende baracche da terzo mondo.In base a quale principio a questi "ambulanti fissi speciali" è stato concesso a prezzo simbolico l'uso di due piazze deturpate dalle loro baracche e agli altri ambulanti veri è stato proibito di esporre la loro povera mercanzia nei loro treruote dignitosissimi e solo per poche ore al giorno? Chiunque guardi quelle piazze, così come la piazza dei Cappuccini, si accorge che c'è del marcio a Berlino. Non possono come tutti gli altri commercianti comprarsi o affittarsi un locale per il loro commercio? Che cos'hanno in più per meritarsi questo trattamento che giova solo a loro a detrimento di tutta la comunità?

L’obiettività è ipocrisia, presunzione

 



Vediamo quanto resisteranno tutti questi nuovi amici stellini che, da quando mi scaglio contro l'opposizione e timidamente difendo l'amministrazione, mi trovano più "obbiettivo"! Quando parlo male di loro sono prevenuto. Quando parlo male degli altri sono "obbiettivo"! Loro, tutti quelli che adesso figurano tra i miei contatti facebook, l'hanno sempre saputo e lo sanno che io non sono al servizio di nessuno, solo delle mie idee. E sono avvertiti e consapevoli che se qualcosa che fanno loro non mi piace non ho peli sulla lingua né auto-censure. Poi non vorrei che mi si scambiasse con una giornalistuccia locale che si vanta che "quando scrivo, oltre a essere imparziale sono anche molto obiettiva". "Molto obiettiva"! Come se obbiettivo avesse un superlativo. Come dire "molto incinta". Come se imparziale non significasse "obiettivo"! Una "giornalista".
Io non sono affatto obbiettivo! Né mi preme esserlo! Se esiste un dio l'obbiettività è sua e solo sua.
Altra cosa è guardare un fatto, un problema nei suoi tanti aspetti per avere più elementi di giudizio, ma il punto di vista è sempre e solo mio. Io non ci tengo a giudicare con obbiettività, una impossibilità che lascio alle finte giornaliste, mentre mi preme usare i miei criteri, i miei vagli, le mie idee per giudicare la realtà.
In questi giorni mi è capitato di ripetere alcune cose che penso dei grillini a livello nazionale e, già, i like e i plausi sono diminuiti a vista d'occhio.
Chissà se resisteranno alla tentazione di bannarmi quando non risponderò ai loro criteri di obbiettività? Chissà?
Faccio mie le riflessioni sull'obiettività di una grande giornalista, grande anche quando scriveva cose opinabili, Oriana Fallaci.

«E “ciò non piacerà ai cultori del giornalismo obiettivo per i quali il giudizio è mancanza di obiettività», diceva nel 1963 Oriana Fallaci nella premessa a Gli antipatici. «Ma la cosa mi turba pochissimo», continuava. «Quel che essi chiamano obiettività non esiste. L’obiettività – scriveva ancora la Fallaci – è ipocrisia, presunzione: poiché parte dal presupposto che chi fornisce una notizia o un ritratto abbia scoperto il vero del Vero. Una notizia, un ritratto non prescindono mai dalle idee, dai sentimenti, dai gusti di chi fornisce la notizia o il ritratto. […] Esiste, può esistere dunque, solo l’onestà di chi fornisce la notizia o il ritratto».

Da Campobello a Campobello-Cave di Cusa. Voli Pindarici all'indietro nel tempo.


Campobello pare voglia cambiare il proprio nome in Campobello-Cave di Cusa.
«... consentirebbe di legare il nome della città ad un Sito Archeologico conosciuto nel mondo...» Sì, Come no! Conosciuto da dieci persone, in tutto il mondo. Ma se non conoscono neanche Selinunte nel mondo, a parte quei quattro gatti di studiosi di archeologia. Figurati le Pirrere di Selinunte.
Quando agli americani dici Parigi, nove su dieci pensano a una delle 22 Parigi che esistono negli USA, la più famosa delle quali è Paris, Texas per l'omonimo film. E se uno gli fa notare che ne esiste una anche in Europa: "Questi europei sempre a copiarci!"
Mi colpisce sempre la capacità di piccoli uomini sperduti nell'immensa provincia, anche quelli di Paris, Texas, di sentirsi al centro del mondo! Quelli che pensano che il nostro pane sia il migliore del mondo, il nostro olio non ha uguali nel globo, che il nostro mare, peraltro gelato, sia quanto di meglio esista. Ma hanno mai pensato che nella sola Europa la costa ha uno sviluppo che arriva a 100.000 Km, il doppio della circonferenza del mondo? Quante altre spiagge conoscono?

Già mi immagino:
"Di dove sei?"
"Di Campobello-Cave di Cusa!"
"Oh! Cave cosa?"
"Cusa"
"Che cusa?"
"Campobello"
"Ah! certo, la città dei "fuochi"! La città delle auto e dei portoni auto-infiammabili! Quella dove il comune viene continuamente sciolto per mafia?!"


 
 Meglio solo "Cave di Cusa", se con quest'operazione pensano di far dimenticare la mafia che ha fatto sciogliere il comune per due volte in otto anni.
Questi cambi del nome fanno ridere e piangere.
Non si capisce il vantaggio.
Certo, le motivazioni assomigliano più a esercizi di masturbazione mentale alla ricerca di un'identità perduta o mai esistita, che a dei reali sentimenti di appartenenza alla cultura greca.
"Abbinare il nome delle Cave di Cusa a Campobello consentirà di riscoprire la nostra identità strettamente connessa alla grande civiltà greca che costituisce la base della nostra cultura"
Quale identità, esattamente? Quella di cavatori dei padroni selinuntini? Bell'identità!



Non conosco nessuno che dica "Andiamo a Castelvetrano-Selinunte". Neanche sull'autobus palermo-castelvetrano compare selinunte.
Nessun giornale scrive mai Castelvetrano-Selinunte.
Né mi pare che Castelvetrano sia invasa dai turisti da quando è diventata Selinunte. Neanche Selinunte d'altronde ha mai sofferto di eccesso di notorietà.
Invece di accorciarlo perché troppo lungo lo allungano ancora.
"Castello" andrebbe bene per Castelvetrano, ma anche per una eventuale fusione con Campobello.
"Campo" è più bucolico rispetto a un Campobello che ispira suggestioni di guerra.
Manca adesso che Partanna decida di chiamarsi Partanna dei fossati, o Partanna-Stretto o Pastretto.
Provincialite cronica.




Santi in paradiso ne abbiamo? Da questo dipende la sorte dell'ospedale.





Riunione significativa e foriera di risultati concreti e operativi, ieri al Circolo della Gioventù, dove si è raccolto Orgoglio Castelvetranese.

"Oggi c’è bisogno di alzare la voce" Castiglione
"Il territorio sia unito nella battaglia"
"Non è più il tempo dell’attesa"  B. Lupo
"Dobbiamo essere più incisivi"
Perché? cosa siete stati finora? Canini?
"Mancano i politici regionali e nazionali che difendono Castelvetrano"

Una sala pressoché vuota, che nessun giornalista ha avuto il coraggio di fotografare per intero, perché il vuoto non si riprende, e le solite frasi fatte, pronunciate senza vergogna!
Francesco Saverio Calcara ha battuto i pugni sul tavolo: «O siamo nelle condizioni di portare avanti ancora la protesta, oppure alziamo bandiera bianca» e ha minacciato di restituire la tessera elettorale se ve ne fosse bisogno (si sono cacati tutti all'ARS!).




A parte il lodevole impegno di orgoglio castelvetranese, il cui unico risultato notevole ottenuto finora è stata la manifestazione anti-Caccamo contro lo Stato del 2018, nella difesa del nostro ospedale, non possiamo fare a meno di chiederci se il declassamento non sia avvenuto proprio per l'inconsistenza di questi personaggi che l'hanno difeso. 

Ce n'è uno che ha bazzicato vanesiamente per vent'anni nelle stanze del potere, i vent'anni, insieme con i precedenti venti, che hanno portato il nostro comune al disastro attuale, oltre che il primo responsabile dei delitti di odonomastica della nostra città.
Un'altra che pensa di veicolare il senso della legalità su dei bidoni della spazzatura regalati alle scuole. 

Un avvocato con ambizioni politiche, difensore di accusati di essere mafiosi, che non appena scelse la lista più consona al suo sentire, si vide arrestare il candidato sindaco per corruzione.
A quanto pare, inoltre, non godono del favore di santi in paradiso, visti i risultati sempre peggiori nonostante due anni di impegno.
Chiunque viva in Sicilia o conosca il mondo della nostra politica sa che i risultati non si ottengono con le buone intenzioni, le belle parole, il grado di impegno profuso nelle lotte. Bisogna avere entrature nelle stanze dei bottoni come ce l'hanno Alcamo (Papania), Mazara, Marsala, Trapani, i quali ultimi riescono a farsi fare un aeroporto assolutamente inutile nel loro territorio. 



Nella nostra provincia, proprio di recente si è formato una sorta di bacino raccogli-voti che risponde al nome di Vìa del deus ex machina Papania, a cui hanno aderito esponenti di Obiettivo città, Stuppia, Viola, Martire e Milazzo del cui partito non ricordo nemmeno il nome. Questi nostri concittadini hanno stabilito con il responsabile del declassamento del nostro ospedale, Razza, e con la giunta Musumeci-Lega, un "fattivo rapporto istituzionale di collaborazione" che, a loro dire, ha gia portato risultati incredibilmente buoni (sei posti letto) per il Vittorio Emanuele (quando cambieremo il nome?).
Sono intervenuti questi signori alla riunione di ieri? Solo loro possono salvarci. Non sono intervenuti? Perché? Non gli interessa una minchia del declassamento?
Sembra che da qualsiasi parte uno si giri ci sia il vuoto di idee e di proposte valide. Casablanca, la fratella d'Italia o il suo burattinaio si sono fatti vedere? Perché no, se no? Solo il sindaco Alfano difende il nostro ospedale? Quelli del PD c'erano?

Hot spot

le liste ciniche

   

I più letti