«Se devi dire la tua opinione all'1% fai una dichiarazione, non un partito»





«Se devi dire la tua opinione all'1% fai una dichiarazione, non un partito». Emanuele Macaluso a Carlo Calenda.
Parole sante. Vale anche il 2.3% di Renzi, credo.

Bisogna dire però che sbaglia il 95enne dirigente storico del PCI, sindacalista e giornalista, se davvero pensa che a Calenda interessi il partito. Non è cretino, almeno, non tanto quanto Renzi. Lui si offre sul mercato della politica come il manager che può introdurre quella "capacità gestionale che manca ai politici".
Non fa altro, su Twitter e nelle interviste e in Tv, che dire che lui è a disposizione per qualsiasi aiuto lui possa dare in una situazione drammatica come l'attuale dove si richiede "capacità gestionale", mentre si sa "che i politici in vita loro non hanno mai gestito neanche un bar". Le virgolette citano - a memoria - le parole di Calenda.

Lui è già stanco. Nel suo rilancio politico ha speso così tanto, in termini di impegno suo personale e di denaro, che si è, ormai, annoiato a urlare le sue idee e le sue soluzioni "scientifico-manageriali" su tutte le piattaforme comunicative senza che nessuno lo cachi. Figurarsi se ha voglia di imprigionarsi in un partitino al 2,3%, all'ombra del cazzaro 2. Calenda è gallo non gallina. Lui vuole responsabilità di governo subito, non fare politica e carriera in un partito, che noia! Infatti lui si appella e si rivolge a chi governa perché si decidano a cooptarlo in cambio di una vernice di managerialità e competenza da padrone confindustriale.

Sofisticate forme di comunicazione e linguaggi sconosciuti.



Oggi mi occupo di un problema "di fondo" spesso ignorato.
Quando un cane odora il didietro di un altro cane, sta raccogliendo una serie di informazioni: il tipo di dieta, il genere, il suo stato emozionale e così via.
Il dottor George Presti, del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, che studia la complessità degli odori del corpo umano e dei feromoni, nel 1975 era all'avanguardia nella "Scienza del culo del cane".
Lui e il suo gruppo esaminarono le secrezioni anali di cani e coyote

selvatici. La trimetilamina risultò il composto chimico preponderante insieme con innumerevoli acidi a catena corta dall'odore piuttosto "forte". Questo "aroma" può essere influenzato dalla genetica, dalla dieta e dall'attuale stato del sistema immunitario attraverso cambiamenti chimici nelle secrezioni.



Per evitare l'interferenza dell'odore della cacca, i cani sono dotati di un secondo sistema olfattivo nel loro ipersensibile naso, chiamato "organo di Jacobson" ed è specificamente adibito per la comunicazione chimica ed ha tutto un suo apparato di nervi che conducono direttamente al cervello. Lo stesso organo che usano i cani quando odorano la pipì di altri cani.




Fonte: https://youtu.be/PZlJ8XfwiNg

Per fortuna moriamo solo noi vecchi! Che tragedia sarebbe il contrario!!!


Tu sai meglio di me cos'è la "scienza"! In assenza di evidenze, essa è soltanto un metodo. Un metodo benedetto ,a pur sempre e solo un "metodo", non la verità. Sai benissimo che la scienza è univoca solo sui fenomeni studiati e accertati e, per essere più precisi neanche sempre. Se consideri che, tra tutte le scienze, la medicina è la cosa che meno assomiglia alla "scienza", avendo della scienza solo il metodo e basandosi piuttosto di una "scienza empirica" in cui si opera per tentativi ed errori, allora capirai perché per ogni cosa puoi trovare uno "scienziato" che dice una cosa e un altro che dice il contrario, proprio come in politica. Persino le cose ufficialmente e universalmente accettate come la semplice efficacia dell'aspirina sono vere a metà. L'efficacia dell'aspirina è di poco più del 50%.
Puoi trovare due persone che dicono una che l'aspirina funziona e l'altro che dice che no e tutt'e due dicono la verità. Non parliamo di cose di per sé controverse come immunità di gregge ecc. Anche in questi frangenti covidosi avrai notato come le nazioni abbiano affrontato diversamente l'epidemia, tutte su consiglio del loro staff "scientifico". I consulenti scientifici in disaccordo su come affrontare il covid. Come dire che nessuno scienziato, in mancanza di conoscenze, sa cosa sia giusto fare. Tentativi ed errori: proviamo con la sanificazione delle strade, chissà che non funzioni, proviamo con i lanciafiamme, non si sa mai, proviamo con l'isolamento e con il blocco, così almeno spalmiamo su un periodo più lungo e prendiamo tempo, nella speranza che non si trovi miracolosamente la soluzione o che il virus senta caldo e decida di andare in vacanza, così ci facciamo bastare gli insufficienti respiratori che la politica di tagli alla sanità di berlusconi, Monti e Renzi ci
hanno lasciato, così nascondiamo la verità della nostra inadeguatezza ad affrontare un virus che colpisce le vie respiratorie. Come anche tu puoi vedere, un consesso mondiale di scienziati in disaccordo e, soprattutto, che non sa qual'è la cosa da fare per sconfiggere il virus. Nessuna delle misure prese contro il covid ha a che fare con il tentativo di sconfiggere il virus. Solo misure di contenimento, di isolamento, di difesa, di paura. Niente che ci faccia sperare che le cose, con queste misure, andranno come vorremmo. Nessuno che ci sappia dire se dobbiamo adottarle per 15 giorni o per mesi ancora, o per anni. Per il vaccino ci vogliono, se ci rifacciamo alla storia, anni, minimo due. Dovremo stare nascosti fino a quando si sarà trovato il vaccino? Ora invocare la scienza che ci piace di più per contrapporla a quella che dice cose che non ci piacciono è esercizio inutile.
Come inutile e sovradimensionata è l'indignazione di fronte alla realtà che vuole che i vecchi siano quelli più a rischio di morire in ogni caso. Potremmo risparmiarci tutta la retorica piagnucolosa che si ribella a quello che non è un giudizio, non è una valutazione di persone o della loro importanza negli affetti e nella famiglia. È solo una realtà, amara quanto vuoi, ma la realtà. È anche naturale, e non c'è niente da indignarsi di fronte a qualcuno che, come me, dice che è, certo, meno grave se muore un vecchio piuttosto che un giovane. Ma è lapalissiano. Cosa c'è da inalberarsi e accusare di "cinismo e bestialità" chi dice che è meglio che muoiano i vecchi che i giovani. Io sono d'accordissimo. Mia figlia ha un sacco di cose da fare nella vita, mentre io la mia vita me la sono fatta, 10 giorni, un anno, tre anni in più che differenza mi fa se morire debbo, e debbo?

L'anno scorso, nello stesso periodo di gennaio febbraio e marzo, malati "gravi" ultrasettantenni e ultraottantenni, sono morti a migliaia, proprio come
quest'anno, per il sopraggiungere di una "semplice" influenza e nessuno se ne accorto o ne ha parlato. Perché quest'anno è diverso? Ma perché questo virus attacca i polmoni e le strutture terapeutiche dello Stato non son preparate e adeguate come dotazione tecnica, respiratori e rianimazioni, ad affrontare un coronavirus che che lascia asintomatici, perfettamente sani l'80% di quelli che colpisce, ma quei pochi che colpisce hanno bisogno dei respiratori che non ci sono e delle rianimazioni che i liberisti ci hanno rubato.
La distinzione tra morire "per" e "con" è essenziale per capire il problema. Altroché! Se invece tu sei interessato a sapere quanti ne muoiono ogni giorno in Italia a prescindere dalla causa, fai pure, ma non capirai mai niente. Non saprai mai la causa delle morti. Non è cinismo dire che muoiono solo ultraottantenni. Io sono un vecchio e non mi offendo se dicono così. Anzi lo dico anch'io. Per fortuna moriamo solo noi vecchi! Che tragedia sarebbe il contrario!!!

Castiglione e Catania dovrebbero essere chiamati a rispondere di...





Tutti a dire "Ma, allora, i sindaci di Partanna e Campobello hanno sbagliato tutto?", "Allora Castiglione ha fatto male a farsi aiutare dagli agricoltori?". 
Non riesco a vedere il nesso tra agricoltori e sanificazione delle strade. Addirittura la consulta agricola è scesa in campo. Ma, spiegatemi che minchia c'entra l'agricoltura con il covid. Solo perché dispongono di quei mortali e inquinanti strumenti che sono gli atomizzatori ("Come atomizzate bene!" "Per avvelenarvi meglio!")?


Va bene, sono stati generosi e si sono fatti avanti per dare una mano. Ammirevole. Ma basta così! Gli agricoltori non costituiscono un'autorità in grado di dire la sua sul covid. Già avvelenano il nostro cibo. E speriamo lo facciano nei termini di legge, cosa di cui dubito per moltissimi.

Per giunta non sanno nemmeno che le sanificazioni stradali non si effettuano, quand'anche, con gli atomizzatori. Non è che vi siete confusi con le "disinfestazioni" estivo-balneari contro le zanzare e gli scarafaggi? La pulizia delle strade riguarda le strade e i marciapiedi. Non serve per passare l'antiparassitario alle piante dei vostri balconi o per pulire le vostre grondaie. E, sempre, ricordate che le sostanze chimiche che vengono usate come estrema ratio sono dei veleni a tutti gli effetti, non è un po' di acqua di colonia e fiori. Come la candeggina, ipoclorito di sodio, che le persone un minimo informate sanno essere un potente veleno inquinante, sanno che è sconsigliato anche per le
pulizie di casa perché, dicono, è come uccidere un moscerino con un bomba. Quella candeggina che, quando alcuni troppo volenterosi sindaci si affrettavano a fare una cosa da nessuno consigliata, solo perché la ggente lo voleva, l'Istituto Superiore della Sanità si è precipitato a sconsigliare definendolo "inutile e pericoloso". Quell'ipoclorito di sodio, "inutile e dannoso", che il vostro sindaco, più realista del re, a quintali ha sparso sulle vostre case e sul vostro territorio, inquinando fogne, falde acquifere e mare. Era giustificata quest'iniziativa? Chi sono gli esperti, nome e cognome, che hanno consigliato il sindaco e come si giustificano o, comunque, come mi zittiscono (vorrei che lo facessero) alla luce del parere dell'ISS sulle sanificazioni con candeggina e, comunque, non in quella percentuale.


Castiglione e Catania dovrebbero essere chiamati a rispondere di una grande cazzata che hanno fatto e speriamo che abbiano delle giustificazioni passabili per avere inquinato il loro territorio inutilmente! Dubito fortemente che non abbiano combinato più guai (inquinamento inutile del loro territorio) che bene.
Loro dovrebbero giustificare perché hanno usato ipoclorito di sodio quando si conosceva già il parere negativo del'ISS e del Ministero della Sanità.
Andrei a guardare più a fondo sulla legittimità del rapporto di lavoro instaurato con gli agricoltori, dei privati che lavorano per il comune, sul pagamento dei relativi contributi e sulla correttezza del rapporto lavorativo.







Vorremo sapere a che titolo questi privati, con quale contratto sono stati impiegati. E se pensano ancora di aver fatto cosa buona dopo che l'Istituto superiore della Sanità ha "fortemente sconsigliato" l'uso dell'ipoclorito di sodio, definendolo "inutile e dannoso".
No!, gli atomizzatori si usano con grande cautela sempre e solo eccezionalmente in città, perché già, fanno, parlo da agricoltore da 40 anni, tanti danni alle nostre falde acquifere, alla nostra produzione agricola e alla nostra salute.

Per una volta, Viva Alfano.


Vorrei sottolineare un paio di cose. Non esiste una sola raccomandazione da parte del governo nazionale, da parte del ministero della salute, da parte dell'istituto superiore di sanità perché i sindaci facciano la pulizia delle strade con ipoclorito di sodio che fa più danni che bene. Le raccomandazioni che esistono riguardano solo la sanificazione "mirata", cioè la disinfezioni con detergenti e, anche, candeggina delle superfici pubbliche come corrimani, vetrate, maniglie antipanico, maniglie, porte, panchine e tutto quello che i cittadini possano toccare.

La sanificazione come annunciato dal sindaco Alfano è diversa da quella fatta dai sempliciotti sindaci di Partanna e Campobello, passati immeritatamente da eroi, che, invece, hanno solo inquinato il territorio con una quantità enorme di ipoclorito di sodio, fortemente sconsigliato dall'Istituto superiore di sanità, che andrà a finire nelle nostre falde acquifere inquinandole senza averci difeso dal covid. I sindaci "eroi" hanno commesso un errore di ignoranza gravissimo. Adesso che l'ISS dice che non bisogna usarli, come si giustificano questi sindaci per avere avuto questa fretta populista di accontentare le pance che vogliono i veleni spruzzati nell'aria per essere tranquillizzate?
Ci piacerebbe sapere di quali "esperti" si sono avvalsi per prendere questa decisione. Solo a me, cittadino medio e non esperto, si sono rizzate le orecchie quando ho sentito che a Castelvetrano l'opposizione, non solo in consiglio, chiedeva a gran voce la sanificazione delle strade. Com'è possibile che io, documentandomi da ignorante ho raccolto un vasta mole di controindicazioni a simili pratiche e gli esperti, invece, non abbiano esitato un attimo a raccomandarla al loro sindaco? Come mai gli esperti non erano a conoscenza della inutilità dell'ipoclorito di sodio per il covid?
I prodotti che si usano per la sanificazione delle strade sono veleni, come veleni sono i farmaci che noi prendiamo. Ogni volta che ne prendiamo uno facciamo sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto, una scelta in base ai pro e ai contro. Se le controindicazioni rispetto al
beneficio sono maggiori allora non lo prendiamo, e se lo assumiamo è perché siamo disposti a sopportare le controindicazioni poiché i benefici superano gli effetti negativi.
Gli esperti di Castiglione e Catania hanno fatto questo calcolo del rapporto costi benefici di una sanificazione con ipoclorito? Evidentemente no, se l'ISS dice che non è consigliabile farla!!
Ieri qualcuno mi ha detto che nell'ordinanza di Musumeci è prevista la sanificazione delle strade e, con un volo pindarico, ne desumeva che "forse, la sanificazione non è così inutile". La sanificazione delle strade è inutile, così come detto dall'istituto superiore della sanità, a prescindere da quello che decide l'onesto fascista Musumeci. Costui è quello che ha ridotto il nostro Ospedale a un pronto soccorso inferno: vuol dire che era giusto? Perderei troppo tempo a elencare tutte le minchiate fatte dal signor "diventerà bellissima".

Oggi qualcuno ha postato la foto dell'ordinanza di Musumeci in cui si dice di fare le "sanificazioni", dicendo che le sanificazioni sono obbligatorie, come se fosse il sigillo ufficiale, la parola ultima definitiva in materia di utilità delle sanificazioni delle strade. Il fatto che Musumeci ordini di fare le sanificazioni (Con acqua? Con acqua e sapone?, Con ipoclorito di sodio? Con altre sostanze e quali?) non fuga affatto i dubbi sull'inutilità della cosa. Anzi, dato lo spessore del personaggio, li acuisce, semmai.
I castelvetranesi si sono comportati, in questo caso, come quel paziente che esce dal medico deluso perché non gli abbia prescritto nemmeno un farmaco e, invece gli abbia parlato di "aggiustamenti di stile di vita e altre filosofiche cose". Com'è rassicurante uscire con un farmaco in mano, placebo o no. Sappiamo che c'è sempre un farmaco per tutto anche per ciò che non si conosce come il covid.

Il sindaco Alfano, così, si trova a fare meglio dei suoi colleghi, troppo precipitosi, e il suo indugio (spero per approfondimenti) gli ha evitato di di fare un intervento inutile e nocivo e gli ha consentito di scegliere dei prodotti per la sanificazione meno nocivi. 
Per una volta, Viva Alfano.

Adesso, in tempi di covid, dov'è il "Mercato"? Solo lo Stato e la Sanità pubblica ci troviamo nella tragedia!


Per i malati di liberismo alla Renzi. Dov'è il mercato che si autoregola da voi santificato? Non avrebbe dovuto autoregolarsi e rafforzare lo Stato e la sanità pubblica cedendo una briciola al giorno degli immensi guadagni degli operatori?
Adesso, in tempi di covid, dov'è il "Mercato"? Dove le sue soluzioni. Dove sono gli anticorpi del mercato quando c'è da combattere il virus pandemico? E gli Ospedali del "Mercato" sono chiusi ai malati di covid? Qual'è la medicina del "Mercato"? Non saranno certo le Banche, usurai autorizzati, a farci il tampone e a tenerci la mano in quegli interminabili 20 giorni di rianimazione! Vero?

Lo Stato! La sanità dello Stato! Solo i servigi dello Stato ci ritroviamo quando siamo in difficoltà. Lo Stato Italiano meritoriamente garantisce il diritto di cura a tutti i cittadini, nonostante brutti ceffi liberisti, negli ultimi trent'anni, abbiano sottratto e sottratto risorse alla sanità, invece di rafforzarla. I liberisti sono come degli adolescenti, il cui cervello non è ancora del tutto sviluppato per autoregolarsi e hanno imprescindibile bisogno di regole. Sennò chissà che tragedie preparano!
Tragedie come questa dove l'Italia, dopo berlusconi monti e renzi, si ritrova impreparata, inadeguata, monca. L'italia del dopo renzi e co. continua a dichiarare il diritto di cura per tutti senza però poterlo garantire. Lo stato e la sanità ci troviamo nella tragedia. Uno Stato e una Sanità arrancanti ma solidali.
Non il "Mercato"!!!!
Non basta "non fare tagli alla sanità"! Bisogna rimpolparla e a chi dice che si spende troppo ricordare quanto è costato il covid.

La gloriosa Arma non ha bisogno di difese a buon mercato che fanno più danno alla sua immagine che altro.


Questa mia è la risposta a un post del Colonnello Salvino Paternò il cui link è questo.

Colonnello Salvino Paternò, l'unico che qui si impanca a giudice di una cosa di cui non sa nemmeno come sia andata, come tutti noi, d'altronde, è lei. L'unico che ha già deciso chi ha ragione e chi ha torto. È lei che si è autoproclamato giudice, ha fatto l'istruttoria, ha fatto il PM e la difesa e ha aperto e chiuso il processo con la condanna assoluta di un ragazzo di quindici anni e l'assoluzione del ragazzo di ventitré anni che va a passeggiare con la pistola d'ordinanza, come un bullo di periferia porta il coltello in tasca. Ha fatto tutto lei. 


Non non mi meraviglio neanch'io che si possano scrivere tante minchiate attingendo alla più trita e falsa retorica su sacrificio, onore, impegno e fedeltà. No, ci sono abituato. Conosciamo questa orrida narrazione fascista delle forze armate. Non solo i carabinieri, per fortuna pochi, possono essere paragonati a dei delinquenti, ma, spesso lo sono, dei delinquenti. Lei non ci incanta con le sue parole vuote e fasciste. 

Il problema, mio caro colonnello Salvino Paternò, non è quello che rileva lei, non solo, almeno. Ce n'è un altro molto più grave e tragico: è morto un ragazzo. Una vita se n'è andata prima di sbocciare. L'altro problema è la sua aprioristica difesa di qualsiasi cosa possa fare un carabiniere. Dal tono della sua difesa appassionata e retorica, potrei quasi giurare che lei, signor colonnello Salvino Paternò, due anni fa, quando quei due carabinieri stuprarono le due turiste americane, sia stato tra quelli che, anche in quell'occasione, si affrettarono a postare su Fb solidarietà "preventiva" ai due delinquenti. Carabinieri delinquenti che, infatti, sono stati condannati in questi giorni e cacciati a pedate nel sedere, com'era giusto che fosse, dall’Arma. Chieda scusa per il post di due anni fa, se l'ha fatto, e anche per questo di oggi. 

Nessuno è in grado in questo momento di dire come si siano svolte le cose. Ci vuole un'indagine, perché le cose non sono ancora chiare. Chiunque dovrebbe, però, farsi venire dei dubbi quando sente che gli ha sparato non un colpo, così che quello colpito si alza e fugge o rimane ferito a terra e allora lo si arresta, non due, magari col primo aveva fallito e ci riprova, non tre, non doveva essere granché come tiratore, ma ben quattro colpi. 4. Uno, due, tre, quattro. Forse io vedo troppa televisione ma a me non suonano come legittima difesa quattro colpi d'arma da fuoco a distanza ravvicinata. Posso sbagliarmi, ma, certo, mi guardo bene dal dare incondizionata e aprioristica solidarietà a un carabiniere solo perché è un carabiniere. Aspettiamo di sapere come sono andate le cose e poi ci sbilanciamo. Un delinquente merita il carcere, non la morte, signor colonnello Salvino Paternò. 

Questa insensata posizione di aprioristica difesa di qualsiasi cosa possa fare un carabiniere, anche uno stupro, è qualcosa che solo dei fascisti nati e cresciuti possono avere. Nessuno che ami la democrazia può augurarsi che un carabiniere, solo perché carabiniere, la passi franca anche se ha commesso un reato. L'arma dei Carabinieri è un'istituzione troppo importante e gloriosa perché possano valere le stesse regole di omertà e di copertura di comportamenti inaccettabili di una qualsiasi banda criminale o del parlamento che ha inventato l'immunità per lasciare impuniti i reati da loro commessi. Mi dispiace, ma non è un modo sano di ragionare. Da un carabiniere, molto

più che da un comune cittadino, ci si aspetta, proprio per la responsabilità che ha dell'onore dell'arma, un comportamento irreprensibile e al disopra di ogni sospetto o dubbio. Dovrebbe essere preoccupazione di ogni carabiniere, specie se è un alto grado, che l'onore, la dignità, la storia dei Carabinieri non venga messa in questione dal comportamento non corretto se non, addirittura, criminale di alcune mele marce. È segno di civiltà saper individuare e punire chi infanga l'arma. Se no, fate come la chiesa quando difende e protegge i preti pedofili.
"A prescindere" si può stare dalla parte dei figli e persino in quel caso è discutibile. Non dalla parte di chi ha, forse, commesso un reato. 
Lei, signor colonnello Salvino Paternò, non ha impressionato nessuno con la sua patetica difesa dell'arma, la quale non ne ha bisogno. La gloriosa Arma non ha bisogno di queste difese a buon mercato che fanno più danno alla sua immagine che altro. La Benemerita sa benissimo che il miglior modo di difendere l'onore dell'arma è fare una scrupolosa cernita delle mele marce. La "Sempre fedele nei secoli" sa che non bisogna mai arrendersi alla criminalità che abbia la faccia di un giovane carabiniere o quella di un ragazzo abbandonato dalla società. 
Mi stia bene.

Poteva, forse, lasciare con più eleganza, ma io l'ho preferita così. Sanguigna, siciliana, con la testa alta. Parte seconda.



Adesso la gran bella figura che ha fatto l'assessore "tecnico" Oddo.
Ha esordito malissimo. La contessa si lamentava che Oddo, in una certa occasione, si era rifiutato di partecipare a un incontro, non una giunta, tramite Skype, uno strumento preziosissimo per qualsiasi attività di gruppo, con la contessa che, in quel momento, non poteva essere a Cvetrano.

Oddo: "Intanto il comune di Cvetrano non è autorizzato per fare le giunte skype... (inudibile)
Donà: " Ma non era una giunta".
O.: "se mi fai parlare... Io ti ho ascoltato...
Carrera: "Facciamo parlare l'assessore Oddo. Chiariamo che non si trattava di una giunta!"
O: "...assolutamente non è così come dice l'avvocato. Era un Sabato mattina ...perché non poteva venire da Venezia e, siccome noi siamo l'ultima ruota del carro dovevamo seguire soltanto quello che diceva... quello che chiedeva...-inudibile-
D.: "Era un incontro tra noi, non era una giunta. Una giunta ha un ordine del giorno..."
Pensate che si sia potuto sapere se si trattava di una giunta o no. Chiara Modica ha chiaramente detto la sua: "Non era una giunta, era un incontro tra noi"
Oddo non si è capito tanto bene. Eppure era semplice rispondere. Bastava dire: È falso che fosse un incontro tra noi. Era una Giunta, per cui il comune non è autorizzato a dirette skype.
E tutto sarebbe stato chiaro.
Invece frasi generiche: "...assolutamente non è così come dice l'avvocato." Certo si potrebbe intendere come risposta,"Era una giunta". Ma non l'ha mai detto. Neanche quando Carrera l'ha invitato a chiarire: "Facciamo parlare l'assessore Oddo. Chiariamo che non si trattava di una giunta!"
Che si trattasse di una giunta o un incontro fa tutta la differenza nello stabilire la verità. Se era una giunta allora è assolutamente legittima la posizione di Oddo che non ha voluto violare il regolamento che non prevede la diretta skype. Ma se era solo questo perché Chiara Donà ha vissuto questa che era una semplice impossibilità burocratica come un affronto personale?
E se invece era solo un incontro informale tra assessori allora non si capisce il rifiuto di Oddo, davvero un affronto alla avvocatessa.
Mentre invece si intuisce il motivo della ribellione (questo è stato) di Oddo, il suo bisogno di emanciparsi da uno stato di soggezione in cui tutti sembravano caduti, dalle parole che lui stesso dice per spiegare l'accaduto. "... questo tuo metodo di volere sempre avere ragione!" "Era un Sabato mattina ...perché non poteva venire da Venezia e, siccome noi siamo l'ultima ruota del carro, dovevamo seguire soltanto quello che diceva, quello che chiedeva..."
Quindi, forse, aveva ragione l'avvocatessa a risentirsi della sua presa di posizione che le manifestava tutto il suo fastidio.

Per il resto Oddo si è limitato a ripetere, in tono ironico-indignato, le accuse della Modica: "Ah così ti avrei minacciato?", "Ah così io starei utilizzando il tuo lavoro?". Insomma non ha aggiunto niente di nuovo e nemmeno di piccante.
Ma forse no. Qualcosa di piccante l'ha detta e ci ha fatto mancare il respiro.
Si è definito un assessore "tecnico". A parte che se fosse vero, non si vede come uno possa vantarsene. I tecnici di governo sono la più grande fandonia mai raccontata nei sistemi democratici. Sono quelli che vorrebbero convincerti di una loro distanza dalla bagarre e dagli interessi della politica, che vorrebbero farti credere che loro sono tutti competenza e nessun credo ideologico perché per amministrare basta la competenza anche in assenza di un'idea di società.
Ma la cosa grave è che è falso. Se non ho capito male il signor M. Oddo nel 2017 fu candidato sindaco di Erice per il M5S. Cioè lui, uno che fa politica, ha il vezzo e il coraggio di definirsi assessore "tecnico". E, legittimamente, l'assessora tecnica, lei sì, si è fatta delle grasse risate.
Dallo smurfiamentu di un’intervista sfuggita di mano è tutto, per il momento.

Poteva, forse, lasciare con più eleganza, ma io l'ho preferita così. Sanguigna, siciliana, con la testa alta. E generosa nel suo darsi , nel suo lavoro.




L'avvocatessa Dalle Rose ha commesso un solo errore, ma gravissimo e, certo, imperdonabile. Avere accettato l'invito trappola di questa sgangherata compagnia, sottovalutando, una persona saggia non l'avrebbe fatto, le difficoltà del compito che si accollava. Non ha capito in che ambiente veniva a cacciarsi. Non ha valutato la difficoltà di agire in una città che l'unica ribellione che può vantare non è contro la mafia che la comanda a bacchetta o contro la primula rossa che tutti questi danni di immagine ha causato alla città, ma, con una manifestazione memorabile che è già passata alla storia, contro lo Stato nelle persone dei commissari che chiedevano collaborazione.

Un bell'ambientino Castelvetrano.
Lasciamo stare il vomitevole voltafaccia degli stellini nei suoi confronti. Dopo averla invitata, dopo averla acclamata come la dea ex macchina, dopo averla coccolata, nominata esperta e, poi, assessore, dopo che hanno lasciato colpevolmente, che lei facesse quell'orrenda Dinner in red sulla sabbia sporca, dopo essersela portata appresso come una sorte di amuleto professionale, dal Prefetto e da questo e quello, adesso, la inondano di "chissà chi crede di essere", "tornatene a Venezia", le rinfacciano, dopo aver insinuato che lei lo facesse per i soldi o che, addirittura, fosse pagata in nero, di sottolineare che lei non ha preso un soldo.
E lasciamo stare che quegli stessi che erano andati a cercarla fino a casa sua, a pregarla di dare il suo contributo al progetto stellato, quegli stessi che dopo la cena in rosso si sono dileguati e l'hanno maleducatamente lasciata sola con il telefono silenzioso, senza mezzi, senza uomini, dopo averla invitata ad andarsene perché il suo era un assessorato non importante e c'era bisogno di un assessore "forte", perché lei non era di Cvetrano e, per di più, neanche del M5S, dopo averla messa alla porta sminuendo per giunta il suo lavoro e il suo peso parlano, adesso, di "abbandono in corsa dalla nave" (Virzì), esprimono solidarietà "granitica" al sindaco (sotto attacco di chi?), dicono, adesso, che, in fondo, il lavoro, pareri, progetti, illustrazione di iniziative che, se si fossero rivolti a un privato professionista avrebbero dovuto sborsare fior di cifre, non era poi questa gran cosa "tanto che niente di quello lei ha fatto è stato o è utilizzato da noi" (Oddo). "Ha voluto persino il cartaceo" delle cose approntate dalla contessa, "e adesso dice che erano inutili".

Lasciamo tutto ciò da parte, per un momento.
Questa signora viene e, oltre, alla penuria di mezzi, a cui è costretta a sopperire portandosi il suo "studio" personale, compresa la stampante e la carta da casa, trova che non c'è nemmeno un tavolino su cui appoggiare le carte e la stampante a terra. La lamentela del riscaldamento che manca è, poi, una cosa che solo noi cvetranesi, che siamo ancora fermi alla bracera e alla borsa dell'acqua calda per povertà oltre che per cultura geografica, possiamo guardare come un capriccio da principessa viziata.
Arriva a Castelvetrano e, subito, sente la brezza malefica del pettegolezzo, dell'ironia sulla sua nobiltà, delle falsità (Viene pagata in nero) e, poi, quando venne nominata assessora (Vedi che lo fa per i soldi?).
Un sindaco che maleducatamente non risponde alle telefonate come, forse, era abituato con i clienti fastidiosi della sua banca.
E fa ridere se non ci fosse da piangere ascoltare quello che il capogruppo dei M5S, Manuzza, dice all'intervistatore Carrera, che lui non ci sta a questo tentativo di far passare il sindaco per "uno che non risponde al telefono, voglio dire la mia, non è assolutamente così (NdR: così come? Che ne sa lui?). Enzo Alfano è una persona aperta e a modo.
E tu ne sarai testimone che quelle volte che non può rispondere immediatamente al telefono è il primo che poi richiama le persone." Vincenzo Carrera: "Vero è!" 

(NdR: ma che minchia c'entra? Siccome ha richiamato Carrera, non è vero che non ha risposto alla contessa?)
Non mi meraviglio della prima intervista in cui la contessa non riusciva a trattenere la sua rabbia e la sua delusione per il modo in cui erano andate le cose. Come potrei non simpatizzare con lei. Avrebbe potuto gestire l'uscita in maniera diversa, meno polemica? Forse. Avrebbe potuto altezzosamente rifiutarsi di commentare e andare avanti con la sua vita. Ma le sarebbe stata rimproverata la sua superbia, la sua algida nobiltà. Difficile lasciarsi con eleganza quando volano gli stracci in casa e, soprattutto, quando il coniuge ti caccia fuori di casa. Forse non è stata il massimo dell'eleganza la sua partenza, ma, in un certo senso è meglio. Ha dimostrato che il sangue caldo non ce l'abbiamo solo noi siciliani. Ha tirato fuori la sua passione, il suo amore per le cose che fa. Ha mostrato che lei non si fa mettere i piedi sulla pancia. Che anche le contesse hanno un orgoglio e una dignità da difendere.

D’altronde perché rimproverare solo a lei la mancanza di eleganza nella baruffa di separazione che dall’altro lato ha fatto registrare cadute di stile molto più disdicevoli. Perché è una contessa? Noi siciliani siamo “generosi e accoglienti” fin quando ci conviene. Poi, tutto quello che abbiamo avuto l’ipocrisia di trattenere esce fuori al naturale.
Capisco anche il suo volere sottolineare che lei non solo non ha, ancora, preso un centesimo per il suo lavoro, ma che per lei è stato un costo. Non lo dice per avidità (figurarsi!), per meschinità, per rinfacciare i soldi spesi, ma per rispondere alle malignità che la vogliono interessata ai soldi. E le sue lamentele sono dirette a delle persone specifiche, non alla città di Castelvetrano. Nemmeno ha omesso di ricordare affettuosamente tutte le altre persone che, invece, le sono state vicine. "Tenetevelo" lo diceva a un assessore, che, si vede, ha imparato a conoscere bene, senza che questo sia un'offesa diretta alla città, quanto piuttosto un modo di compiangere la nostra città guidata da questi che tradiscono e rinnegano.
Sì, avrebbe potuto districarsi con più eleganza, ma io l'ho preferita così. Sanguigna, siciliana, con la testa alta. E generosa nel suo darsi , nel suo lavoro.
Non certo quella generosità di cui parla il capogruppo Manuzza, che, come negli stanchi, abusati e falsi cliché con cui noi siciliani amiamo riassumerci e rappresentarci, anche falsamente, afferma:
"Ho sentito la Chiara Donà, l'ex assessore, sorprendersi (NdR: Falso. Non si è sorpresa, ha apprezzato) che qualcuno gli abbia regalato dell'olio, gli abbia offerto ospitalità! Io, da Cvetranese gli dico che per noi è la normalità. Noi siamo fatti così, abbiamo il cuore aperto e accogliamo le persone e, probabilmente, senza titoli nobiliari, alla fine abbiamo dei comportamenti più nobili di... di qualcuno.”
Che finezza! Che eleganza! Quanta nobiltà! Quanta falsità in queste parole! Noi siciliani abbiamo il cuore aperto, siamo generosi esattamente come qualsiasi altro popolo al mondo, né un punto in più né un punto in meno. Abbiamo altre usanze, altri modi, ma non siamo migliori. Altro che l'ego della avvocatessa Donà Dalle Rose. Mi chiedo perché noi siciliani amiamo raccontarci queste balle ricorrenti. 

Al contrario di quello che andiamo sbandierando in giro, noi siamo un popolo che, abituati come siamo a essere dominati dallo straniero, abbiamo messo a punto dei raffinatissimi strumenti di salvaguardia della nostra vita, fingendoci oltremodo amichevoli con gli stranieri fino a rasentare il servilismo (vedi l'accoglienza riservata alla contessa). Tutti i “don” che si sono succeduti nella nostra storia ci hanno insegnato che anche col nemico bisogna affettare cordialità e amicizia. "Ossa bbenerica!, "Servo suo!", "Sempri a disposizione". Il mafioso, prima di accoltellare qualcuno, non lo invita forse a prendere un caffè? Il mafioso di una volta, simbolicamente, offre il caffè e molto altro a quelli che vuole portare sotto il suo ricatto. Mio padre, nel suo primissimo giorno da direttore della scuola in un paesino dei nostri, la prima cosa in cui s'imbatté fu la "generosità" e l'accoglienza di don Cicciu che lo invitò a prendere il caffè al bar, il luogo più pubblico che esista, coram populo, non perché era generoso e accogliente, ma per ratificare pubblicamente e ufficialmente il debito di gratitudine (non tanto per il caffè quanto per l’accoglienza e la protezione che gli accordava: “Pi qualsiasi cosa, direttu’, mi considerassi a sua completa disposizione!”) che il direttore contraeva con don Ciccio.
Questa è la nostra generosità, questa è la nostra accoglienza, così strutturata culturalmente che è sempre sopra le righe, quasi soffocante, così tanto che ci porta a vantarcene.
Così tanto sopra le righe, esagerata, che spesso suscita il sospetto dei nostri ospiti che si sento frastornati da questo nostro offrirci "disinteressatamente e esageratamente". Sembrano chiedersi sempre perché ci mostriamo così accoglienti, così ostentatamente generosi, cosa si nasconda dietro il nostro atteggiamento. Non c'è mai bontà nell'esagerazione, nell’affettazione. Calcolo, semmai.


Lo straniero è il pericolo da cui difenderci, altro che ospitalità, è il nostro dominatore e padrone che, come sempre, vuole fotterci, e da cui bisogna difendersi con tutte le tattiche e strategie di servilismo che possano servire a fottere lui.

Bella generosità quella di chi è pronto a rinfacciartela!
Quale generosità ha dimostrato Manuzza con questa meschina rivendicazione di superiorità della razza siciliana? Cosa ha voluto dire? Che i veneziani non sono come noi? Che gli stranieri, al contrario di noi, sono meschini, avidi e tirchi? Che nobiltà d'animo dimostra Manuzza! Inarrivabile, proprio!

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